A NAPOLI SI DICE L’ARTE DEI PAZZI E NON È UN’ESPRESSIONE OFFENSIVA


A NAPOLI SI DICE L’ARTE DEI PAZZI E NON È UN’ESPRESSIONE OFFENSIVA

Succede anche questo.

Quando si vede la propria casa bruciare, si tenta tutto il possibile, quando si vedono sfumate le possibilità di avere posti di prestigio, si affronta anche il ridicolo.

Insomma Di Maio ci riprova. Vuole tornare da Mattarella per formare un governo politico, dopo 90 giorni.

È bastato che si presentasse Cottarelli, che subito Di Maio è corso a più miti consigli.

Stranamente io capisco la sua iniziativa e il suo ripensamento, forse ha parlato finalmente con i suoi, non ha deciso tutto da solo (o solo con la società di Casaleggio) e ha capito che era stato tratto in inganno da Salvini.

Finalmente Di Maio si è reso conto, o glielo hanno spiegato, che ci sono circa 400 nomine in posti di prestigio da rinnovare e che Cottarelli, esperto e veloce com’è, potrebbe mettere in pratica. Dopo sarebbe troppo tardi, anche se stravincessero le prossime elezioni (quelle, pare, di fine luglio), le assegnazioni fatte non verrebbero disdette.

E ancora, i deputati e senatori che sono stati nominati dopo il 4 marzo e che adesso guadagnano un sostanzioso stipendio, potrebbero non essere confermati tutti, qualche poltrona potrebbe saltare, se ne stanno rendendo conto soprattutto i neofiti.

Ieri, al senato per esempio, i neosenatori si sono riuniti (lasciando fuori dalla porta Toninelli e Crimi), proprio perché preoccupati di come stando andando le cose e di come loro sono informati solo dai giornali.  Non c’è da meravigliarsi, perdere la possibilità di ricevere un bello stipendio può preoccupare e molto. C’è chi si è messo a piangere. Capisco.

E così, uscito dalla porta principale del Quirinale con il professor Conte che rimette il mandato, il governo giallo-verde potrebbe rientrare dalla porta di servizio.

Un colpo di scena oltre ogni immaginazione.

La crisi post-elettorale più lunga della storia repubblicana potrebbe riservare un finale a sorpresa (provvisorio, ci mancherebbe) degno di un feuilleton di fine Ottocento.

È davvero prematuro per considerarla come soluzione possibile o solamente probabile, ma in una calda notte romana si materializza il ritorno in campo di un esecutivo tra Lega e 5stelle, senza Paolo Savona all’Economia, ma con Matteo Salvini in una posizione di primissimo piano.

Intendiamoci, il voto anticipatissimo a luglio è ancora una prospettiva: la macchina del Viminale si è rimessa in moto.

Ma la furia dei mercati e la lacerante crisi istituzionale di queste ore potrebbero aver spinto tutti i protagonisti della partita a recuperare un terreno comune di dialogo, “anche” in nome di un superiore interesse nazionale.

Da un lato, ci troveremmo di fronte a una campagna elettorale al calor bianco che spaccherebbe l’Italia più di quanto già non lo sia, con il Capo dello Stato trascinato in mezzo alla pericolosa contesa.

Dall’altro, invece, avremmo all’orizzonte la ricomposizione di un conflitto istituzionale e la ricostruzione di un percorso democratico che da una maggioranza parlamentare conduce a un governo politico.

La via è strettissima e impervia, dopo le macerie cadute nelle ultime giornate, ma la politica, a volte, è capace di trovare sentieri in mezzo ai calcinacci e alle nebbie della polvere che si è alzata.

Certo, gli interessi di parte degli stessi leader, giocano un ruolo rilevante anche in questo ennesimo tornante della crisi: Luigi Di Maio e Matteo Salvini si sono trovati a un metro dal governo prima che tutto svanisse.

I 5 stelle, soprattutto, hanno più di un motivo per temere che l’exploit elettorale del 4 marzo non si ripeta.

Il Presidente Sergio Mattarella, a sua volta, ha tutto l’interesse a far partire un governo politico e a evitare che il Paese si avviti in un vortice sospinto dalla bufera dello spread e dalla lacerazione del tessuto connettivo della Nazione.

A Napoli si dice l’arte dei pazzi, e non è un’espressione offensiva.

Anzi, meglio una lucida pazzia che la razionalità di un disastro annunciato.

Si parla e si parla, ma sembra di capire che ci siano tre governi in questo momento: Quello di Gentiloni che non ha ancora consegnato la campanella a nessuno, quello di Cottarelli a bagnomaria, e quello lega-m5s in forse sì o forse no.

Alla fine qualcuno governerà. L’unica cosa che mi sento di elogiare è la grandissima e sconfinata cortesia e pazienza del Presidente della Repubblica, Mattarella.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.