PUZZA DI LETAME


PUZZA DI LETAME

In attesa che i pomodori, il vino, il pane, il latte e la frutta crescano spontaneamente nel frigorifero, l’agricoltura viene sempre bastonata in qualche modo.

Lo stop dell’esenzione Irpef per i redditi dominicali ed agrari, misura voluta dal Governo Meloni, non trova tutti d’accordo, specialmente in un periodo che si porta dietro cambiamenti climatici che hanno compromesso le produzioni, ma anche per le tensioni internazionali che non sono certo un toccasana per l’export e la stabilità dei prezzi.

In sostanza sono state aumentate le tasse a coltivatori diretti, imprenditori agricoli, aumentando l’Irpef per 248 milioni di euro all’anno.

La giustificazione del governo  per questa decisione è che questa misura andava soprattutto a beneficio di chi ne aveva meno bisogno, cioè i principali beneficiari di questi anni sono state le imprese con grande estensione di terreno, e redditi elevati.

Poi se ne lava le mani, perché, dice, siamo stati bravissimi: questo problema  l’abbiamo portato avanti in Europa per costruire un nuovo modello di tutela della sovranità alimentare, europeo ed italiano. Noi vogliamo che le risorse vadano a chi ne ha effettivamente bisogno e non vogliamo agricoltori che vivono di sussidi.

Non è vero perché era una  misura che “interessa tutti, nessuno escluso, e che è proporzionale se consideriamo la questione del piccolo o grande imprenditore: ognuno paga, proporzionalmente, rispetto a quanto possiede”, dicono le organizzazione degli agricoltori.

Eppure per vivere dobbiamo tutti mangiare e chi produce il cibo sono gli agricoltori, ma pare che sia la categoria di lavoratori meno conosciuta.

Sarà perché la puzza di letame non arriva nei piani alti del governo.

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