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A COSA SERVE LA POESIA


A COSA SERVE LA POESIA

Vi faccio un esempio.

Prendete una coppia che va abbastanza bene: due o tre lustri di convivenza casa figli interessi comuni.

I coniugi però, non essendo né sordi né orbi, né privi di altri sensi, naturalmente non immuni dal notare che il mondo è pieno di persone attraenti dell’altro sesso di cui alcune, per circostanze favorevoli, sarebbero passibili di un incontro a letto. 

Sorge allora un problema che propone tre soluzioni. 

La prima è la tradizionale repressione, non concupire eccetera, non appropriarti dell’altrui proprietà, per cui il coniuge viene equiparato a un comò Luigi XVI o a un televisore a colori o a un qualsiasi oggetto di un certo valore che non sarebbe corretto rubare. 

La seconda soluzione è l’adulterio: altrettanto tradizionale che crea una quantità di complicazioni, la lealtà (glielo dico o non glielo dico?), lo squallore di motel occasionali, la necessità di costruire marchingegni di copertura che non eliminano la paura di fastidiose spiegazioni. 

La terza soluzione è senza dubbio la più pratica: si prendono i turbamenti e i sentimenti, le emozioni e le tentazioni, si mescolano bene,  si amalgama l’immagine con un brodo di fantasia e ci si fa su una poesia che si mastica e si sublima, fino a corretta stesura sulla macchina da scrivere e infine si manda giù, si digerisce con un po’ di amaro d’erbe naturali e poi non ci si pensa più. 

Joyce Lussu

PIÙ INVECCHI


PIÙ INVECCHI

Più invecchi, più cerchi scarpe comode.

Più invecchi, più vuoi solo presenze positive.

Più invecchi, e più mangi cibi sani, eviti l’alcol e cammini tanto.

Più invecchi, più fai selezione, della gente e di tutto.

Più invecchi, meno baratti la solitudine con presenze inutili.

Più invecchi, più sai selezionare e scegliere se stare in silenzio, se parlare, se ignorare.

Più invecchi, meno reagisci, e scegli spesso di ignorare.

Più invecchi, più importanza dai alle persone e meno alle cose.

Più invecchi, meno ti piacciono le discussioni, i conflitti, le provocazioni.

Più invecchi, più vorresti essere leggera leggera, fregartene di tutto e vivere alla giornata.

Più invecchi, più ti vuoi più bene e ami la pace e la serenità.

 

 

 

 

IMPARATE


IMPARATE

Imparate a non aspettare una telefonata, un messaggio, uno sguardo, un sorriso.

Imparate a non aspettare qualcuno che ha rallentato il passo perché ha voluto perdervi.

Imparate a non aspettare chi si dimentica dove vi ha lasciato.

Si aspettano i treni, gli aerei, i bus.

Si aspettano i saldi, le ferie, l’uscita di un nuovo film.

Persino la pioggia, si aspetta.

Ma chi non vuole esserci, no.

Perché sapete, ad aspettare chi ci ha dimenticato, si perde il tempo che ci resta e cresce solo l’angoscia.

 

 

BUON NATALE, AMICI


BUON NATALE, AMICI

Sarà che ormai non si regge più in piedi e la sofferenza ne ha modellato il carattere ma questo discorso di Papa Francesco di qualche giorno fa è semplicemente STREPITOSO!

“Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento. Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.

“Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un’oasi nel profondo dell’anima. È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. È baciare i tuoi figli, coccolare i tuoi genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche quando ci feriscono.

“Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È avere la maturità per poter dire: “Ho fatto degli errori”. È avere il coraggio di dire “Mi dispiace”. È avere la sensibilità di dire “Ho bisogno di te”. È avere la capacità di dire “Ti amo”. Possa la tua vita diventare un giardino di opportunità per la felicità … che in primavera possa essere un amante della gioia ed in inverno un amante della saggezza.

“E quando commetti un errore, ricomincia da capo. Perché solo allora sarai innamorato della vita. Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza.

“Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore. Usa il dolore per intonare il piacere. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza. Non mollare mai … Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile.”.

PAPA FRANCESCO

 

GLI ANZIANI


*”GLI ANZIANI”*

_”Siamo nati negli anni 40-50-60″._

_”Siamo cresciuti negli anni 50-60-70″._

_”Abbiamo studiato negli anni 60-70-80″._

_”Ci frequentavamo negli anni 70-80-90.”_

_”Ci siamo sposati e abbiamo scoperto il mondo negli anni 70-80-90″._

_”Ci avventurammo negli anni 80-90″_

_”Ci stabilizzammo negli anni 2000″._

_”Siamo diventati più saggi negli anni 2010″._

_”E stiamo andando con decisione verso il 2030″._

_”Si scopre che abbiamo vissuto OTTO decadi diverse…”_

_”DUE secoli diversi…”_

_”DUE millenni diversi…”_

_”Siamo passati dal telefono con operatore per le chiamate interurbane, alle videochiamate in qualsiasi parte del mondo; siamo passati dai cinema a YouTube, dai dischi in vinile alla musica online, dalle lettere scritte a mano alle email e WhatsApp”._

_”Dalle partite in diretta alla radio, alla TV in bianco e nero, e poi alla TV HD”._

_”Siamo andati al Video Club e ora guardiamo Netflix”._

_”Abbiamo conosciuto i primi computer, schede perforate, dischetti e ora abbiamo gigabyte e megabyte in mano sui nostri telefoni cellulari e IPad”._

_”Indossammo pantaloncini per tutta la nostra infanzia e poi pantaloni lunghi, stringate, bermuda, ecc.”_

_”Abbiamo evitato la paralisi infantile, la meningite, l’influenza H1N1 e ora il COVID-19″._

_”Abbiamo guidato su pattini, tricicli, auto inventate, biciclette, motorini, auto a benzina o diesel e ora guidiamo ibridi o elettrici al 100%”._

_”Sì, ne abbiamo passate tante ma che bella vita abbiamo avuto!”_

_”Potrebbero classificarci come “essenziali”; persone nate in quel mondo degli anni Cinquanta, che hanno avuto un’infanzia analogica e un’età adulta digitale”._

_”Siamo una specie di “Yaa seen-it-all – già visto tutto”._

_”La nostra generazione ha letteralmente vissuto e testimoniato più di ogni altra in ogni dimensione della vita”._

_”È la nostra generazione che si è letteralmente adattata al “CAMBIAMENTO”._

_”Un grande applauso a tutti i membri di una generazione molto speciale, che sarà UNICA”._

* IL TEMPO NON SI FERMA*

_”La vita è un compito che ci siamo portati a fare a casa._

_Quando guardi… sono già le sei del pomeriggio; quando guardi… è già venerdì; quando si guarda… il mese è finito, quando si guarda… l’anno è finito; quando si guarda… sono passati 50, 60 e 70 anni!_

_Quando guardi… non sappiamo più dove sono i nostri amici._

_Quando guardi… abbiamo perso l’amore della nostra vita e ora è troppo tardi per tornare indietro._

*Non smettere di fare qualcosa che ti piace per mancanza di tempo. Non smettere di avere qualcuno al tuo fianco, perché i tuoi figli presto non saranno tuoi e dovrai fare qualcosa con quel tempo rimanente, dove l’unica cosa che ci mancherà sarà lo spazio che può essere goduto solo con i soliti amici. Quel tempo che, purtroppo, non torna mai…”*

_È necessario eliminare il “DOPO”…._

“DOPO”…

Ti chiamerò.

“DOPO”…

Io faccio.

“DOPO”…

lo dico.

“DOPO”…

Io cambio.

_Lasciamo tutto per *Dopo,* come se il *Dopo* fosse migliore… Perché non lo capiamo…_

“DOPO”…

il caffè si raffredda

“DOPO”…

la priorità cambia,

“DOPO”…

il fascino è perso

“DOPO”…

presto si trasforma in tardi,

“DOPO”…

la nostalgia passa,

“DOPO”…

le cose cambiano,

“DOPO”…

i bambini crescono

“DOPO”…

la gente invecchia,

“DOPO”…

il giorno è notte,

“DOPO”…

la vita è finita.

_Non lasciare niente per *Dopo,* perché in attesa_ _del *Dopo,* puoi perdere i migliori momenti, le_ _migliori esperienze, i migliori amici, i più grandi amori._

_Ricorda che *Dopo* potrebbe essere tardi._

*Il giorno è oggi!*

_*NON SIAMO PIÙ IN UN’ETÀ PER RIMANDARE NULLA.*_

_Spero che tu abbia tempo per leggere e poi condividere questo messaggio… oppure lascialo per *Dopo* e vedrai che non lo condividerai mai!_

Sempre insieme

Sempre uniti

Sempre fratelli

Sempre amici

_Passalo ai tuoi dieci migliori amici e a “me” se sono tra loro e vedrai come non tutti rispondono. Perché lo lasceranno per dopo._

 

RESTITUISCIMI IL CANE


RESTITUISCIMI IL CANE

Un pastore stava pascolando il suo gregge di pecore, in un pascolo decisamente lontano e isolato, quando all’improvviso vede avvicinarsi una macchina nuova fiammante che avanza lasciandosi dietro una nuvola di polvere.

Il guidatore, un giovane, rallenta, si sporge dal finestrino dell’auto e dice al pastore:

“Se ti dico esattamente quante pecore hai nel tuo gregge, me ne regali una?”

Il pastore guarda l’uomo, evidentemente un saputello, arricchitosi da poco, poi si volta verso il suo gregge e risponde con calma:

“Certo, perché no?”

A questo punto il saputello posteggia l’auto, tira fuori il suo computer portatile e lo collega al suo cellulare. Si collega a internet, naviga in una pagina della NASA che scansiona l’area e ne fa una foto in risoluzione ultra-definita. Apre quindi un programma di foto digitale ed esporta l’immagine a un laboratorio di Amburgo in Germania che, dopo pochi secondi, gli spedisce una e-mail sul suo palma confermando che l’immagine è stata elaborata ed i dati sono stati completamente memorizzati.

Dopo pochi minuti riceve una risposta e alla fine stampa una relazione completa di 150 pagine e rivolgendosi al pastore esclama:

“Tu possiedi esattamente 1586 pecore”.

“Esatto. Bene, immagino che puoi prenderti la tua pecora a questo punto”, dice il pastore e guarda il giovane scegliere un animale che si appresta poi a mettere nel baule dell’auto.

Il pastore quindi aggiunge: “Senti, se indovino che mestiere fai, mi restituisci la pecora?”.

Il giovane saputello saltellante felicemente, ci pensa su un attimo e dice: “Okay, perché no?”

“Sei un Parlamentare” dice il pastore.

“Caspita, è vero – dice il giovane – come hai fatto a indovinare?”

“Beh non c’è molto da indovinare, mi pare piuttosto evidente – dice il pastore – sei comparso senza che nessuno ti cercasse, vuoi essere pagato per una risposta che io già conosco, a una domanda che nessuno ti ha fatto, e non capisci un ca@@o del mio lavoro.

Ora restituiscimi il cane”.

(Dal Web)

 

Nota personale e morale della storiella:

Mi viene in mente un comico buffone che ha preso un branco di scappati di casa,  ma che forse sapevano tutto su Internet, li ha spediti al Quirinale a giurare sulla Costituzione nelle mani del capo dello Stato, senza che questi non avessero la minima idea di che cosa fosse la responsabilità politica di prendere decisioni utili e competenti per il paese. Incredibile ma vero. E’ successo.

 

È UNA STORIELLA MOLTO NOTA, MA MI PIACE TENERLA NEL BLOG


È una storiella molto nota, ma mi piace tenerla nel blog.

“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”

Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.

Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.

L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.

Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.

Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.

Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”

“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito”

“Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume”

“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura”.

Buona lettura a tutti.

IL GIUGGIOLO E I GIUGGIOLONI


IL GIUGGIOLO E I GIUGGIOLONI

Il giuggiolo o zizzolo (Zizyphus sativa), originario della Cina, è diffuso nell’Italia meridionale e in Sicilia, essendo una pianta adatta a climi temperati caldi.

Ha dimensioni comprese fra i quattro e gli otto metri di altezza, un fusto contorto e scuro, foglie ovato-oblunghe e coriacee con stipole spinose, e fiori insignificanti, verdastri, che compaiono all’inizio della primavera.

Viene coltivato per i suoi frutti, le giuggiole, drupe grosse come un’oliva, dalla polpa biancastra e zuccherina, che maturano in settembre-ottobre e sono dolci-acidule.

In genere le giuggiole vengono raccolte verso la fine dell’estate e l’autunno, sono frutti che maturano generalmente durante il mese di settembre. Indicativamente, da una pianta in piena produzione si possono raccogliere dai 30 ai 50 kg all’anno di frutti, ovviamente con una buona gestione.

Se ne fanno marmellate e conserve, ma occorre essiccarle al sole perché diventino più tenere e più dolci.

Nel Rinascimento, dalle giuggiole si ricavava una bevanda per combattere la tosse.

Del resto, fino a pochi decenni fa, si fabbricavano le omonime caramelle impastate col loro decotto.

Curavano, inoltre, le infiammazioni dei reni e della vescica. Per questo motivo il loro fiore significa Sollievo.

“Nei cibi”, scriveva Castore Durante, “son solamente dalli sfrenati fanciulli e dalle donne molte giuggiole desiderate”. Erano simili a caramelle economiche da succhiare. Per questo motivo sono diventate in molti modi proverbiali sinonimo di inezie e bagatelle, come per esempio; “È un’opera che richiede un lavoro di anni, altro che giuggiole!”, oppure: “Cinquanta milioni di eredità! Una giuggiola!”.

Allo stesso simbolismo s’ispira “giuggiolone”, termine dimenticato dalle nuove generazioni, ma un tempo usato per definire bonariamente una persona di cervello non molto sviluppato, o un ragazzo cresciuto troppo precocemente, infantile e ingenuo nel comportamento.

Ha invece una connotazione positiva il diminutivo “giuggiolino” per indicare un bambino grassottello e simpatico, ma è anche un aggettivo che indica quel particolare colore, fra il giallo e il rosso, di questo frutto.

Un’altra serie di espressioni, come “Andare in brodo di giuggiole” o “Mandare in brodo di giuggiole”, si ispira ad una ricetta, quasi dimenticata: si lascia per qualche giorno all’aria aperta un chilo di giuggiole mature perché avvizziscano.

Poi, tolto il nocciolo, le si fa cuocere coperte d’acqua con due mele cotogne, pulite e tagliate a fette, con i chicchi di un paio di grappoli di uva nera e con un chilo di zucchero.

Durante la cottura si può aggiungere la scorza di limone.

Dopo un’ora di ebollizione si aggiunge poco a poco un litro di vino rosso che va lasciato evaporare, continuando la cottura a fuoco basso, finché si ottiene una sorta di confettura abbastanza densa, “il brodo di giuggiole”, che si consuma freddo, come una marmellata: una vera leccornia.

 

TIENI STRETTO


TIENI STRETTO CIÒ CHE È BUONO

Tieni stretto ciò che è buono,

anche se è un pugno di terra.

Tieni stretto ciò in cui credi,

anche se è un albero solitario.

Tieni stretto ciò che devi fare,

anche se è molto lontano da qui.

Tieni stretta la vita,

anche se è più facile lasciarsi andare.

Tieni stretta la mia mano,

anche quando mi sono allontanato da te. 

(Poesia Indiana)

PABLO NERUDA


PABLO NERUDA

“Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera”.

Niente, mai, dall’inizio dei tempi, non le bombe, le guerre – come quelle che stiamo vivendo ora – ha mai potuto fermare la primavera.

(Pablo Neruda).