LA FRUSTRAZIONE E IL RISENTIMENTO NEL TONO DELLA VOCE


LA FRUSTRAZIONE E IL RISENTIMENTO NEL TONO DELLA VOCE

Un semplice pronome come “tu” può suonare carezzevole come una dichiarazione, imperativo come un ordine o aggressivo come un’accusa. Prima ancora di capirne il significato, le parole colpiscono perché sono pronunciate. Hanno un aspetto acustico, fatto di volume, tono, ritmo, ben prima che semantico. Soffuse o tonanti, violente o delicate, indipendentemente dal loro contenuto. Le corde vocali sono lo strumento musicale delle emozioni, entrano in vibrazione con i nostri imbarazzi e la nostra rabbia, riecheggiano la paura come l’allegria, si tendono e si muovono al ritmo del cuore e delle fluttuazioni.

Questione di accenti, non si tratta solo di decibel, ma di modulazione. Ci sono voci monocordi: qualunque livello raggiungono, non cambiano inflessione, restano potenti o inespressive, se non per la loro energia sonora. Al contrario, ci soni accordi carichi di colore affettivo, di alti e bassi, di inflessioni tenere, acute, fonde, esplosive.

Secondo lo psicologo statunitense, Albert Mehrabian, nella relazione, l’aspetto vocale pesa del 38 per cento e l’aspetto verbale, cioè le parole vere e proprie, del 7 per cento.

La voce dunque comunica più e oltre le frasi e i vocaboli scelti, il che sposta con forza l’attenzione dal che cosa al come si dice. L’intensità, per esempio, è di per sé un valore espressivo: l’urlo trasmette frustrazione e risentimento. Si alza il volume per reagire a una perdita di controllo e di equilibrio. Sopraffatti dai sentimenti, il grido è un appiglio, un modo per aggrapparsi, richiamandola, all’attenzione dell’altro.

L’ansia invia tensione a livello della gola, dello stomaco, dei polmoni e delle tempie e la veemenza di tutto il corpo altera i toni. Spesso si ottiene l’effetto contrario nell’escalation del rumore, c’è un limite fisico alla possibilità di elevare la voce.

Il modo migliore di farsi ascoltare, a volte, è abbassare improvvisamente il volume, mantenendo un’esposizione lenta e opacata. Conta il ritmo del respiro, più rilassato e profondo, più la comunicazione risulta calma, sicura, convincente e perciò attraente, più è breve e superficiale, più le parole escono frammentate e nervose, impazienti e perciò fastidiose. Il dipartimento di Linguistica della Sheffield University ha pubblicato la formula della voce perfetta. Esiste un numero di parole al minuto per farsi ascoltare.

Chi urla sempre rischia di non farsi ascoltare. Analizzando migliaia di voci diverse, gli ingegneri del suono hanno elaborato l’equazione matematica ideale per farsi ascoltare. In base ai calcoli, il parlato non deve contenere più di 154 parole al minuto e va spezzato con pause di 0,48 secondi. In più, le frasi devono avere un’intonazione decrescente.

Chiassosi strilloni e irosi, concitati urlatori sono avvertiti. Maurizio Landini e Beppe Grillo compresi.

8 Risposte

  1. Se Grillo non fosse scurrile e offensivo si meriterebbe un nientino d’oro, ma purtroppo non è così, meriterebbe un bel lavaggio della bocca con il sapone. Probabilmente la sua nonna non gli ha mai insegnato che prima di parlare si devono “sbattere le ali”.
    Roberta
    http://nuovoeutile.it/metodo-34-forma-o-contenuto-attenzione-al-nientino-doro/

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    1. Carissima,
      ti ringrazio moltissimo, mi sono gustata fino in fondo il tuo “nientino d’oro”. Ne riporto un tratto che mi pare proprio faccia al caso nostro

      “Ma andare alla ricerca della forma senza avere avuto prima l’intuizione forte di un contenuto (l’idea che può diventare un racconto. La visione che può diventare un quadro, o un film. O un progetto politico. Il problema che può trasformarsi in una soluzione. Il quesito che contiene in sé il germe di una scoperta. Il concept che può diventare un prodotto…) è un lavoro a vuoto.
      Eppure spesso si fa l’errore di partire in quarta con le preoccupazioni formali senza controllare che ci sia qualcosa di consistente, da mettere in forma. Succede perché lavorare sui contenuti è più difficile”.

      Mi complimento ancora per la tua sagacità e per il fatto che sai impreziosire anche questo mio blog.
      Un abbraccio.

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  2. Se qualcuno impara bene queste tecniche e magari qualche altra più sofisticata, può quindi, al di là delle sue profonde convinzioni o delle sue reali intenzioni, farsi ascoltare da noi e pigliarci per i fondelli. Qualcuno lo conosco. Buon giorno a tutti.

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    1. Carissimo Luigi,
      Mi viene sempre in mente, a questo proposito, la parabola della Polverini. Non era niente di che, fino a quando non è diventata un personaggio fisso di Ballarò. Suadente, capace di convincere anche col “tono” della voce, ha sedotto molti, ma……..ha fatto la fine del sorcio in bocca al gatto.
      Anche i toni ed i modi possono convincere, e sedurci, ma se è solo manierismo è, come dici tu, ci prendono per i fondelli.
      Un grande abbraccio. Spera.

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  3. era bibliografia…Conoscere le tecniche in un mondo così complesso a mio parere può essere utile, ma alla fine la risorsa metodologica e linguistica più grande rimane sempre la nostra capacità di intendere e volere!
    Roberta

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    1. Carissima Roberta,
      condivido perfettamente. Siamo noi, con la nostra capacità critica a non lasciarci sedurre. Ma spesso ci lasciamo trascinare dalle apparenze, dall’urlo, dalle parolacce che, solo apparentemente, fanno ridere e non siamo capaci di ragionarci sopra con concretezza.
      Ma in fondo anche questi personaggi da “urlo” e scurrilità, alla fine finiscono nel nulla più assoluto, perché se non gridano o non offendono, non sanno più cosa dire.
      Ciao, un grande abbraccio.

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  4. mi sono gustato tutti i tuoi post che non avevo ancora letto e mi sono aggiornato su un’attualità che sto vivendo con pochissimo interesse e molta delusione.
    Ti rinnovo i complimenti per la tua sincera passione. Un abbraccio. robi

    PS non ho più notizie di Lidia, ma spero sempre di trovare un suo commento o solamente un suo saluto sul mio blog.

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    1. Carissdimo Robi,
      mi fa piacere che i miei modesti post vengano apprezzati. Non riesco a scrivere con un tempo, anche se per la verità, succedono tante cose ogni giorno.
      Ma va bene così, c’è sempre un momento di stanchezza in tutto.
      Un grande abbraccio. Spera.

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