Archivi del giorno: 9 gennaio 2010

UNA VIA INTITOLATA AD UN SOCIALISTA? SI’ GRAZIE, MA DI NOME FRANCESCO ZANARDI


UNA VIA INTITOLATA AD UN SOCIALISTA? SI GRAZIE, MA DI NOME FRANCESCO ZANARDI

Francesco Zanardi “il sindaco del pane”

Nato a Poggio Rusco (MN) il 6 gennaio 1873,  laureato in chimica e farmacia, fu eletto sindaco di Bologna il 28 giugno 1914. Era la prima volta che la città eleggeva un sindaco di sinistra. La prima volta che la sinistra amministrava la città di Bologna.

Il suo motto elettorale era “Pane e alfabeto”, Francesco Zanardi vinse le elezioni amministrative del 1914 con l’appoggio delle organizzazioni dei lavoratori.

Quando assunse l’incarico di primo cittadino, l’assunse “in nome del popolo” e non “in nome di Sua Maestà il Re” come si era usato dire fino ad allora.

Era contrario all’entrata in guerra nel 1914 e fu oggetto, per questa sua scelta, di aggressione da parte degli “interventisti” bolognesi.

Si prodigò ad alleviare i disagi, la fame ed il freddo dei cittadini durante il periodo bellico. Fu promotore dell’’Ente Comunale di Consumo che contribuì a fornire generi alimentari di prima necessità a basso costo alla popolazione.

La giunta Zanardi istituì un ristorante proletario nella Sala Borsa, biblioteche popolari  e si prodigò molto anche per lo sviluppo delle istituzioni scolastiche.

Furono censiti gli alloggi comunali e fu imposto ai proprietari di dotare tutte le abitazioni di rubinetti per l’acqua corrente e di latrine “a getto d’acqua” per migliorare una situazione igienica che era disastrosa nei quartieri popolari e nelle case più vecchie e degradate.

Per rifornire i negozi e garantire il riscaldamento, furono acquistate le navi Andrea Costa e Giosuè Carducci, adibite al trasporto di grano dall’Argentina e di carbone dalla Gran Bretagna; navi successivamente requisite per necessità belliche.

Si dimise da sindaco di Bologna nel 1919, quando venne eletto deputato socialista, nel collegio di Bologna. Prese dimora a Roma, dove rimase anche dopo la morte del figlio Libero, morte causata da aggressioni subite per opera di squadre fasciste. Nel 1938 fu confinato a Cava dei Tirreni per 5 anni.
Finita la guerra, tornò a Bologna dove, nelle elezioni del 2 giugno 1946, venne eletto all’Assemblea Costituente con 26.328 preferenze.

Morì a Bologna nel 1954.

A Francesco Zanardi il Comune di Bologna ha intitolato una via, quella che dalla via Lame che costeggia il Reno arriva alla omonima Porta e alla via delle Lame cittadina.

(Fonti: Gruppo Studi Pianura del Reno, Wikipedia)

LAZIO, COMINCIAMO DALLE DONNE


 LAZIO, COMINCIAMO DALLE DONNE

Sembra proprio che nella Regione Lazio, alle prossime elezioni amministrative, si presenti un bel duello. Tutto al femminile. Mi piace e dico: finalmente, era ora.

Della Polverini conosco poco. So che si interessa di sindacato, so che è a capo del sindacato UGL, quello di destra. So che le piace Berlusconi (e ciò non depone a suo favore) e so che è sicuramente brava e capace, almeno da quanto ho potuto comprendere dalle sue numerose frequentazioni televisive. Tutti la vogliono, tutti la cercano, tutti la stimano. 

Però una pecca grandissima se la porterà dietro. Sembra infatti che tutta la zavorra nera, da Storace al nero tinto di nero detto “tigre” e la sua ghenga di teste rapate, faccia il tifo per lei e voglia appoggiarla. Brutta palla al piede, per lei, è una compagnia che non le fa onore. 

Di Emma Bonino so un po’ di più. Innanzitutto che fa parte del partito radicale da sempre.  E la cosa è sorprendente e consolante, visto che i radicali spesso emigrano e percorrono, nella ricerca di loro stessi, tutto  l’arco costituzionale.  Questa sua costanza depone a suo favore. Se si paragona al ridicolo Capezzone e al malinconico trasfuga Rutelli, la Bonino brilla come una stella.

E poi che è stata una gran donna quando fu Commissario Europeo, so anche che si è impegnata moltisimo in campo internazionale, con vari incarichi sempre svolti con serietà e  con successo e so anche che si batte, da sempre per le donne. E per questo la stimo molto.

Ha avuto il coraggio di sfidare i grossi macigni d’epoca nelle elezioni del Presidente della Repubblica, Insomma è una donna di battaglie, e ciò ne fa una donna di grande valore.

Altro punto a suo favore è che se il PD appoggiasse la Bonino, la Paola Binetti, finalmente se ne andrebbe via e voterebbe per la Polverini. Un’ottima notizia.  E poi sono sicura che con la Bonino, laica per definizione, come governatore della Regione Lazio, tanti baciamani ai vescovi finirebbero. Anche questa è una gran bella prospettiva.

Allora faccio sfegatatamente il tifo per la Bonino, a dispetto dei vari margheritini del PD : Carra, Castagnetti, Merlo e company.