ESIODO E PANDORA


ESIODO E PANDORA

(Esiodo: Ἡσίοδος?, Hēsíodos; nato a metà VIII secolo a.C. morto nel VII secolo A.C) è stato un poeta greco antico.

Nelle sue opere “Teogonia” e “Le opere e i giorni” Esiodo narra la creazione della prima donna.

Irato perché Prometeo aveva rubato il fuoco agli dei, Zeus, per punire gli uomini, decise di mandare loro una sventura: Pandora, la prima donna appunto, il cui nome stava a significare che ogni dio le aveva dato un dono: bellezza, fascino, grazia, abilità nei lavori femminili, ma “un’anima di cane e carattere ingannevole”, “menzogne e blande parole”.

Di conseguenza, quando Pandora giunse sulla terra, tutto cambiò

Prima del suo arrivo gli uomini  vivevano felici, immuni da fatiche e malattie, ma da quel momento:

               [Mali infiniti vagano tra gli uomini:

               piena di mali invero è la terra e pieno il mare.

               E i morbi, quali di giorno e quali di notte, fra gli uomini

               Da soli vagano. Recando lutto ai mortali.

               In silenzio. Perché Zeus sapiente tolse loro la parola]

 

Ma quel che è più interessante nella storia di Pandora, è la considerazione della sua natura. Creata con “terra e acqua”, Pandora  è un prodotto artigianale, realizzato da Efesto “simile a una casta vergine” e perfezionato da Atena, che le diede la capacità di sedurre.

Così, dunque, fu costruita Pandora, questo, “male così bello” da cui discente “il genere maledetto, la tribù delle donne”. Per portare male agli uomini, ella usa la capacità di sedurre. E non è poco. Seduzione e bellezza sono un potere enorme, come dice con indiscutibile grazia un frammento conservato nella Anacreoniche:

               [Ai tori, la natura dava le corna, ai cavalli le unghie,

               alle volpi dava velocità, ai leoni una temibile dentatura,

               faceva i pesci adatti a nuotare. Gli uccelli a volare,

               agli uomini il senno, alle donne nulla. Ma ecco

               che alle donne invece che lance, invece degli scudi,      

              dà la bellezza. E la donna bella vince ferro e fuoco.]

Ma la galanteria dell’ignoto poeta non è certo la regola. Esiodo vedeva in modo ben diverso il potere della bellezza:

               [E non far che una donna provocante ti tragga in inganno

               Sussurrando parole allettatrici, e mirando alla tua dispensa

               Chi presta fede a una donna presta fede ai ladri]

 

Bellezza e fascino per lui, non possono che essere pericolosi. L’uso che le donne ne fanno (posta la ragione per cui furono create), è inevitabilmente ai danni degli uomini. A  Pandora, Afrodite diede in dono “grazia”, “desiderio struggente” e “affanni che fiaccano le membra”, ma Ermes le diede “mente sfrontata” ”indole ambigua”. Nel suo cuore pose “menzogne” e “discorsi ingannatori”.

Fornita di questa doti, Pandora è quindi inevitabilmente un “terribile flagello”, un “inganno al quale non si può sfuggire.

(Brano tratto da L’ambiguo malanno di Eva Cantarella – Editori Riuniti)

 

Nota: La Misoginia è antica quanto l’uomo, ma poteva essere anche perversa. Altro che Patriarcato, da sempre le donne venivano odiate, ma gli uomini non potevano farne a meno. E questo li faceva arrabbiare anche un tempo e non trovavano di meglio che insultarle persino nei loro componimenti poetici.

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