IL POPOLO VIOLA


IL POPOLO VIOLA

Quanti siamo? Quanto contiamo? Quanto è in nostro potere cambiare le cose?

Sono tre domande che, spontaneamente, ci si fa quando ci si trova di fronte ad un governo che non ha il minimo rispetto dei cittadini e pensa solo ai propri affari.

Non è neppure fascismo nel senso storico del termine, perché gli affari sporchi che la casta governativa e la cricca degli affaristi,  stanno facendo, non sono proprio affari politici, ma affari di soldi. Di soldi la merce del demonio.

Eletti col consenso dei cittadini, si sentono legittimati a fare dei cittadini persone inconsapevoli, poveri beoti che credono di vivere in libertà e in pace.  

In effetti non abbiamo di fronte un nemico, ma un autoritarismo paterno, padronale, morbido, simile alla società dell’ottocento, dove i poveri facevano i poveri senza tante storie e i ricchi vivevano in santa beatitudine.

Mi viene in mente la società russa prima della rivoluzione, i servi della gleba, la ricchezza dei pochi  e la povertà dei molti. Un mondo in apparente tranquillità. Poi è scoppiato il finimondo.

Quanti siamo?

Non molti, sinceramente, non in numero tale da far paura e comunque sempre minacciati dall’oscuramento possibile. Camilleri sostiene che gli analfabeti in Italia sono 28 milioni, la metà della gente che va a votare, e che non sa usare ovviamente Internet, non sa neppure cosa sia. Molto altri hanno la testa solo nel calcio, altri ancora nelle trasmissioni di intontimento, altri inconsapevolmente seguono la corrente.

Quanto contiamo?

Anche qui non molto. Nonostante le manifestazioni fatte, le prolungate proteste, e nonostante che la maggior parte di noi sia giovane, nessuno ci ascolta. Nessun parlamentare (se si esclude Di Pietro) ha portato in aula la nostra protesta. La maggioranza l’ha paragonata ad una festa folcloristica, e non ha dato minimamente peso alle nostre rimostranze. Un senso di frustrazione non indifferente ci accompagna.

Quanto è in nostro potere cambiare le cose?

Sinceramente, viste le premesse, proprio poco. Alcuni giornali, come il “Fatto Quotidiano” meritoriamente ci informano che possiamo ricorrere alla stampa estera per conoscere come stanno le cose. Ci aiuteranno creando siti appositi, per offrire maggiore informazione, per tentare di togliere il bavaglio. Sono azioni lodevoli, tentativi apprezzabili, ma il risultato ci riporta all’inizio, quante sono le persone che possono accedere a queste informazioni?

Poche persone che conoscono poche informazioni riescono a combinare poco.

E su questo loro, la casta, la cricca, i mafiosi ed i malviventi, ci contano. Sanno di avere il coltello per il manico ed il via libera per il loro carnevale.

Tuttavia, consapevolmente, sappiamo che per cambiare un regime non occorrono armi o insurrezioni e allora cerchiamo di resistere, di continuare la nostra battaglia.

Sappiamo di essere migliori e di molto di questa casta che ci comanda e sappiamo che i cittadini  italiani sono migliori di chi li governa,  in ogni campo, tranne quella parte di popolazione, purtroppo manipolata dalla propaganda.

 

2 Risposte

  1. […] spronata anche da questo post alquanto pessimista di Speradisole, provo a tracciarne le […]

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    1. Stanno cambiando tutto ed in fretta, alla maniera del gattopardo, perchè tutto rimanga come prima.
      Ciao Silvana.

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