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CHI HA GESTITO IL FANTASMA DELLA PANDEMIA SUINICA?


CHI HA GESTITO IL FANTASMA DELLA PANDEMIA SUINICA?

LA PROTEZIONE CIVILE

Innanzitutto i COSTI

L’Italia ha comperato dalla multinazionale Novartis 24.500.000 dosi di vaccino anti influenza A, con un costo totale che va dai 185.000.000 di euro ad oltre i 200 milioni di euro.

L’incertezza  dei costi  è data dal fatto che la multinazionale Novartis non ha fatto un prezzo unico per tutti, ma, a seconda della ricchezza del paese, ha stabilito un intervallo di prezzo tra i 2,5 dollari  e i 20 dollari, pro dose.

Poiché l’Italia è un paese del G8, sicuramente ha pagato un prezzo considerevole.  Calcolando una spesa di 185 milioni di euro, ogni dose sarebbe costata circa 7,55 euro.

Ne sono state somministrate 865.000 dosi (dato approssimativo, ma vicino alla realtà).
Di conseguenza, ogni dose  somministrata, sarebbe  costata 213 euro (un bel prezzo! Anche al condizionale).

Sostanzialmente ogni cittadino italiano ha pagato 3 euro a testa (dal neonato al centenario compreso), per una pandemia fantasma.

Perché la PROTEZIONE CIVILE

L’allarme “influenza suina” è stato trattato come un evento catastrofico di natura terroristica. Questa etichetta ha consentito al governo di affidare la gestione dell’evento alla Protezione Civile e quindi al suo responsabile, Guido Bertolaso.

Il 31 agosto 2009, Bertolaso ha firmato il contratto con la multinazionale Novartis, per l’acquisto di 24 milioni e 500mila di dosi di vaccino anti H1N1, contro l’influenza A.

Questo accordo e questa firma non sono  mai stati resi pubblici. La stessa Corte dei Conti ha lamentato la scarsa trasparenza  ed una lunga serie di deroghe alla normativa, così tante che ha dovuto etichettare l’accordo fra Bertolaso e la Novartis, come un accordo “al di fuori degli ordinari eventi contrattuali”.

Perché la NOVARTIS

La storia parte da lontano. L’epidemia della influenza aviaria (quella 2003.2004, sempre sotto un governo Berlusconi – aggiungo  – davvero portatore d’una sfortuna incredibile), costrinse l’Italia a prendere in considerazione il rischio del verificarsi di una pandemia, per cui nel 2005 (sempre governo Berlusconi), il Ministero della Salute ha stipulato un accordo con la Chiron (oggi Novartis) e la Sanofi Pasteur per lo sviluppo e la fornitura di un vaccino.

Quindi è parso naturale per non dire “obbligatorio” rinnovare il contratto, con la Novartis,  nel 2009, quando si sparse l’allarme terroristico della suina.

La Corte dei Conti, comunque, ha rilevato che non c’è stata neppure l’ombra di una ricerca di alternativa di intervento. Sostanzialmente non si sono fatte ricerche di mercato, per trovare vaccini a prezzi inferiori.

Le domande della CORTE DEI CONTI

1)      Perché è stata scelta la Novartis?

2)     Perché non è stata prevista, per il ministero della salute, la possibilità di rivalersi per danni?

3)     Perché un prezzo così elevato pro dose?

4)     Perché le dosi di vaccino potevano essere consegnate in ritardo, senza che la multinazionale farmaceutica dovesse pagare danni?

Forse ci sono altre domande, ma sono sufficienti queste per rendersi conto del pasticciaccio che è stato combinato a spese nostre, con l’inutile interessamento della protezione civile, con contratti non trasparenti che trasudano trascuratezza, frettolosità,  inavvedutezza ed ogni altra possibile porcheria sottobanco.

Tutto questo attualmente è messo sotto la lente dell’inchiesta della Procura di Firenze. Ci auguriamo soltanto che tutte queste inchieste facciano luce sulle ingarbugliate questioni della Protezione Civile.  Un apparato di potere e di gestione, talmente permeabile di corruzione,  che sarà difficile venirne a capo, presto.

Speriamo comunque che anche qui, in queste cose che ci sono costate tanti soldi, inutilmente, non inventino un processo breve, per archiviare ed insabbiare il tutto. Per tutti questi disastri, per queste spese inutili pagano sempre i più deboli, quelli che, con una misera busta paga, si vedono decurtare i soldi, alla fonte.

VACCINAZIONE DI MASSA O CONFLITTO D’INTERESSI?


VACCINAZIONE DI MASSA O CONFLITTO D’INTERESSI?

Almeno il 40% degli italiani si dovrà vaccinare contro la febbre suina.

Un numero davvero impressionante oltre 25 milioni di persone, compreso le donne in gravidanza e i bambini. Un ciclo vaccinale è costituito da due dosi di vaccino e pertanto verranno acquisite 50 milioni di dosi di vaccino pandemico. La spesa dell’acquisto di tutte queste dosi sarà un spesa enorme, davvero pazzesca.

Ma grossi dubbi mi frullano in testa, uno, in particolare, grande, enorme e indigesto.

Si dà il caso che Sacconi sia coniugato con una donna, certamente brava e in gamba, di nome Enrica Giorgetti, che è stata  assunta alla direzione generale di Farmindustria. C’entra per caso qualcosa con questa vaccinazione di massa?

Anche  chi non ha dimestichezza con certi affari comprende che si è di fronte ad un grandissimo conflitto di interessi: il responsabile dell’ex (defunto) ministero della salute pubblica è il marito della responsabile di un’azienda che si occupa di farmaci. Il ministro ordina la vaccinazione di massa, con farmaci prodotti e commercializzati, dalle aziende della moglie.

Già, a suo tempo, il giornalista della nostra stampa italiana, il meno bolscevico che esista, Vittorio Feltri, il 22 luglio scorso, predisse una cosa del genere, e cioè che ci sarebbe stata una vaccinazione gratuita, in merito alla diffusione del virus dell’A/H1N1 anche nel nostro paese. Forse aveva sentito voci di corridoio.

I pareri di illustri farmacologi, come Garattini dell’Istituto M. Negri di Milano, contano poco, per questi governanti, dalla vocazione inutilmente iperprotettiva. Ha detto infatti che “Se il virus della nuova influenza non muterà, acquisendo una maggiore virulenza rispetto alla attuale, la vaccinazione di massa non è necessaria”.

Nel caso, disgraziatamente, aggiungo io, il virus mutasse, cioè cambiasse qualcosa della sua struttura, non sarebbe più lo stesso di prima  e quindi la vaccinazione  eseguita non preserverebbe dalla nuova influenza, perché predisposta contro un virus, l’attuale A/H1N1, non mutato.

Perciò il piano di vaccinazione, così ampio, com’è stato predisposto, diventa realmente un grande affare, sicuramente poco reale per i cittadini, ma assai più reale per la moglie di Sacconi.

In ogni modo ci pensano i mezzi di informazione di massa a farci venire addosso la paura e questa è sufficiente a farci correre tutti agli ambulatori dei nostri medici per farci vaccinare, forse inutilmente. Ma intanto sulle nostre paure, inculcate ad arte e con astuzia, perché ci feriscono toccando il sensibile tasto della salute, c’è chi farà badilate di soldi, a spese ovviamente della comunità.