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INVECE DI AFFERMARE CON FORZA LA RAGIONE E LA BUONA FEDE, SI ASSISTE AL TRISTE SPETTACOLO DEL CAPRO ESPIATORIO


INVECE DI AFFERMARE CON FORZA LA RAGIONE E LA BUONA FEDE, SI ASSISTE AL TRISTE SPETTACOLO DEL CAPRO ESPIATORIO

Di fronte alla tracotanza e inabilità dei Cinquestelle e contro la rissosità e i distinguo degli ammucchiati di centrodestra, dobbiamo mostrare, fin da subito, un desiderio di rivincita, alla luce delle contraddizioni degli avversari, che, di fatto stanno dimostrando una incapacità totale, una politica di bassissimo livello, perché utilizzano tutta la loro forza numerica, solo per ottenere poltrone.

Programmi zero. Prospettive per il futuro catastrofiche.

In democrazia si scambia l’elemento numerico della maggioranza con la verità. Spesso la ragione sta dalla parte della minoranza.

In questa situazione il Pd sta mostrando tutti i suoi limiti strutturali: conserva i vizi dei democristiani, come le correnti per la spartizione del potere, conserva anche le perversioni dei comunisti, con il perenne detestarsi dei dirigenti tra loro e la naturale pratica del farsi fuori reciprocamente.

Oltre a ciò, oggi, il Pd appare affetto da smarrimento post elettorale. La batosta c’è stata, è vero, ma rimane pur sempre il secondo partito.

A questo punto, anziché l’immobilismo e la paura di esagerare per non offendere i tracotanti ed inefficienti cosiddetti vincitori, il Pd deve reagire.

E’ ora di dire basta e di mostrare le mille e mille buone ragioni per cui il Pd è un partito di eccellenza.

Il Pd deve dimostrare con forza e subito le ragioni del SÌ al referendum.

Queste ragioni sono oltremodo evidenti e hanno bisogno di essere rivendicate a gran voce, proprio ora, perché si sta mettendo in evidenza tutta la negatività espressa dai sostenitori del no.

Si capisce che non hanno avuto ragione, ma torto marcio, ed è anche a causa di quel “no”, che ora, gli stessi si trovano in queste difficoltà.

Bisognerebbe farglielo ammettere e dirlo a gran voce: ”avete avuto torto, vi siete sbagliati a dire “no” al referendum”. Avevamo ragione noi e la ragione sta ancora dalla parte nostra, nonostante i numeri elettorali.

Il buon operato dei governi a guida Pd dovrebbe essere “gridato” a fronte dell’evanescenza delle posizioni grilline, delle rivalità interne al centrodestra e delle false promesse fatte da entrambi in campagna elettorale.

Insomma un comunicare agli elettori il desiderio di attribuirsi i meriti di una gestione politica che ha migliorato questo paese.

Invece nulla.

Tono dimesso e continui inutili mea culpa.

Anziché reclamare gli obiettivi raggiunti dai governi a guida Pd, si vede solo la voglia di resa dei conti interna in funzione antirenziana.

Invece di affermare con forza la ragione e la buona fede, si assiste al triste spettacolo del capro espiatorio, della persona simbolo del torto e della colpa.