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LE MANI LEGATE DI BOSSI


LE MANI LEGATE DI BOSSI

Il costo delle quote latte

Il danno per l’erario dovuto alla mancata riscossione delle multe per le quote latte ammonta a 1,6 miliardi di euro.

Se queste multe non vengono pagate, l’Italia rischia nuove sanzioni da parte della Commissione europea, perchè questi 1,6 miliardi di euro non pagati passerebbero per aiuti dello Stato agli allevatori.

Ma Bossi per non far pagare i “suoi” protetti allevatori che hanno sforato nelle quote latte ed incassato illegittimamente parecchi soldi, ha chiesto aiuto al ministro dell’agricoltura appena eletto, Saverio Romano, perché impedisse la riscossione di dette multe.

Saverio Romano ha provveduto immediatamente ed ha “commissariato” l’Agea, l’agenzia per l’erogazioni in agricoltura, presieduta da Dario Fruscio, che ha dovuto interrompere la riscossione delle multe, perché è subentrato il commissario.

E pensare che Fruscio era da un ventennio legato a Bossi, è un commercialista docente dell’Università di Pavia ed era stato nominato  presidente dell’Agea proprio dall’allora ministro leghista Luca Zaia.

Ma Romano non si è limitato a commissariare l’Agea, ha commissariato anche l’Agecontrol e Sin srl nominando come commissari tutti siciliani. Bossi praticamente ha lasciato a casa i lumbard.

Da questi interessi privati convergenti,  tra Milano e Palermo, si capisce perché la Lega non ha sfiduciato il ministro Saverio Romano ed anche perché, poco tempo prima, dal ministero dell’agricoltura, era stato frettolosamente rimosso Galan, propenso a far pagare le multe ai trasgressori.

A rimetterci, come al solito, saremo noi costretti a pagare le multe al posto degli allevatori disonesti e costretti a pagare le multe sulle multe che presto la Commissione europea ci imporrà.

GLI AZZURRI PER LA LIBERTA’


GLI AZZURRI PER LA LIBERTA’

Dopo i Responsabili di Saverio Romano (insaziabile che mira al ministero dell’agricolture e scalzare Galan), dopo i Coesi di Pasquale Viespoli, ora abbiamo gli Azzurri per la libertà di Claudio Scajola. Ci mancavano?

Probabilmente questo ex ministro, visto l’andazzo del suo partito il PDL e capito l’antifona, “se fondo un gruppetto ottengo qualcosa“, ha pensato bene di tornare in pista e mettere in fibrillazione il PDL, fondando un altro gruppetto. Ormai la quarta o quinta gamba del PDL. Non si sa mai che la fortuna cambi..

Dice Libero: Il Pdl è in fibrillazione. Il caso Scajola prima indicato come possibile coordinatore unico del partito, ora pronto a costituire un gruppo parlamentare autonomo dal nome evocativo “azzurri per la libertà, non scuote più di tanto Ignazio La Russa, ministro della Difesa, e uno dei tre coordinatori nazionali del Pdl assieme a Verdini e Bondi. Per La Russa serve però “costruire un partito coeso, leale, scevro dalle piccole invidie” e considera l’ex ministro Claudio Scajola “una risorsa. Se il suo obiettivo – aggiunge – e’ di dare al partito una struttura piu’ solida per costruire percorsi meno occasionali, lo condivido”. Gli ex An, spiega La Russa, sono quelli che “più vogliono contribuire alla crescita di un partito che non puo’ essere solo ‘dell’oggi’, ma che deve vivere guardando ai prossimi decenni’, sottolineando che non e’ stata avanzata nessuna richiesta ‘su posti lasciati liberi da ex An che sono andati con Fini’: ‘non ci aspettiamo di essere dimenticati o messi a margine ma da noi non sono arrivate pretese, ne’ rivendicazioni, e avremmo potuto farlo”. Certo, aggiunge, ‘bisognerebbe evitare che, con l’eventuale ingresso di Scajola, altri non pretendano di avere un ruolo in rappresentanza di un altro pezzo di Forza Italia”. Una soluzione va trovata e ‘sara’ Berlusconi a decidere come’ rafforzare la struttura del partito. (Libero News)

La Russa si illude. E’ indispensabile, per la loro sopravvivenza, che  gli ex colonnelli rimasti per convenienza fedeli a Berlusconi, si affrettino a fondare anche loro un gruppettino, altrimenti  finiscono  tutti col rimanere senza incarichi e viene a decadere il motivo per cui sono rimasti lì. Potrebbero chiamarsi ” Gli Ubbidienti”.

PUSSA VIA GALAN, SEI TROPPO BRAVO


PUSSA VIA GALAN, SEI TROPPO BRAVO

Il ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan è un berlusconiano di prestigio. Ha governato la Regione Veneto senza disonore, spodestato dal riccioluto Zaia, è approdato al ministero dell’Agricoltura. Tutto nelle regole.

E invece no. Il ministro Galan, ha personalità, sa fare bene il proprio mestiere,  non piace per niente ai legaioli, soprattutto non piace a Renzo Bossi, sostenitore dei produttori di latte con frode  al seguito.

Sappiamo che nel “milleproroghe” è stato confermato che si debbono pagare 5 milioni di multa per lo sforamento delle quote latte da parte di alcuni allevatori del nord, e che quei soldi sono stati scippati ai malati terminali.

Ma il ministro Galan, a suo tempo si era opposto fortemente, persino in sede europea,  al condono delle multe ed al loro spostamento sulle tasche di tutti, perché riteneva ingiusto la difesa di questi fraudiolenti produttori di latte, nonostante la tenace difesa del “trota” figlio e del “trotone” padre. Anzi il “trota” figlio si è avvalso dei voti di questi produttori evasori per vincere la sua sedia d’oro alla regione Lombardia.

La questione dissenso di Galan, la lega se l’è legata al dito, è il caso di dirlo e sta dicendo che quel ministro deve sloggiare dal ministero dell’Agricoltura perché, siccome si interessa di territorio, quello spetta di diritto alla lega, in particolare a Bricolo, ora capogruppo legaiolo al Senato, oppure bisogna darlo a uno che si possa manovrare bene, come per esempio il siciliano Saverio Romano, che veste nientemeno  l’abito di un Responsabile..

E Galan dovrà mettere un’altra volta tutte le sue robe nello scatolone e traslocare in altra sede, forse nella sede del ministero delle Politiche comunitarie, lasciata libera da Andrea Ronchi, che, nonostante la debole costituzione fisica,  resiste a stare con Fini.

Galan comunque non può restare senza una degna “nuova” collocazione, ma quel che è buffo è che il povero Galan, bravo e stimato uomo di governo, lo fanno sempre ballare. Forse è l’unico uomo di prestigio che Berlusconi abbia, è costretto, per amor di patria, a cambiare sempre cattedra per far posto ad altri. Prima o poi anche lui, pur nella sua severa dignità, si stancherà. Auguri Galan, da chi non ti vota, ma che, nonostante tutto, ti stima.

Siamo al rimpasto del governo, vai via tu che vengo io e viceversa. E Berlusconi dovrà accontentare tutti, se vuole rimanere aggrappato ai quattro o cinque voti che in parlamento gli garantiscono la maggioranza. Avvilente dopo i cento che aveva.

L’unico a non rimpiangere gran che e forse a non pretendere più niente, è il pio Bondi. Lui è rimasto deluso dal PDL e vuole ritirarsi, magari in un convento, ad occuparsi di libri. Lascia libero il ministero dei Beni culturali, un ministero che non gli ha portato bene, ma che fa tanta gola all’altro pio devoto Paolo Bonaiuti.

QUESTA VOLTA STO CON LA BRAMBILLA


QUESTA VOLTA STO CON LA BRAMBILLA

Brambilla: abolire la caccia

Il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, dice che bisogna abolire la caccia perche’ uccidere per sport “non e’ degno di un Paese civile”. E l’ assessore veneto alla Famiglia, Elena Donazzan, del Pdl, le chiede senza mezzi termini di dimettersi mentre un’altra donna del Popolo della liberta’, la parlamentare Viviana Beccalossi, bolla la proposta anticaccia come “irreale”. Sulla questione interviene anche il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, che fa sapere di essere favorevole a una caccia “responsabile e sostenibile”.

Sul fronte associazioni, il presidente di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, chiama a raccolta il partito delle doppiette perche’ “sfiduci il ministro Brambilla in Aula”, mentre per il condirettore del Wwf Italia, Gaetano Benedetto, il ministro al Turismo ha dato “una risposta politica” che privilegia “la tutela degli animali”.

E dall’opposizione Marco Ciarafoni, responsabile fauna e biodiversita’ del Pd, ci tiene a cogliere “la contraddizione che si e’ creata all’interno del governo” che per la protezione ambientale “ha fatto disastri uno dietro all’altro, facendo tutto e il contrario di tutto”.

E cosi’ continua una polemica fra cacciatori e il ministro Brambilla, che, per la verita’, una reazione a base di “comunicati e insulti” se l’aspettava perche’, ha spiegato, “chi non rispetta gli animali non rispetta gli esseri umani”.

Oggi la sua giornata e’ stata dedicata proprio agli animali. A Milano ha presentato ‘La coscienza degli animali’ il manifesto che ha ideato con il fondatore dell’Istituto europeo di Oncologia Umberto Veronesi a cui hanno gia’ aderito personaggi importanti come Franco Zeffirelli, Susanna Tamaro, Dacia Maraini e Vittorio Feltri. “Presentiamo il manifesto perche’ sia sottoscritto da chi come noi pensa che gli animali abbiano diritto alla vita – ha sottolineato Brambilla – noi saremo la coscienza degli animali e la nostra voce sara’ forte e chiara”.

La premessa del manifesto – applaudito fra gli altri da Lav, Wwf, Lega difesa del cane e Lipu – e’ che gli animali non sono cose ma esseri che hanno diritto alla vita. Le conseguenze sono l’abolizione della caccia e della vivisezione perche’ si uccidono gli animali, la fine della detenzione in gabbia negli zoo e nei circhi, il divieto di importazione da Paesi esotici, norme severe per la macellazione e un regolamento sul trasporto degli animali al macello, ma anche pene per chi abbandona gli animali o li tiene in cattive condizioni.

Gli episodi di abbandono dei cani, i casi di randagismo in Sicilia e Sardegna, i maltrattamenti verso gli animali danno “un’immagine molto brutta – ha spiegato la politica – del nostro Paese”. Ed e’ per questo che anche il ministro del Turismo si e’ voluta impegnare in prima persona con un sito e una serie di iniziative e il manifesto.

“Il momento e’ maturo per un grande movimento collettivo” ha aggiunto Veronesi che per amore degli animali e’ diventato vegetariano e non usa cavie laboratorio nel suo Istituto Europeo dell’Oncologia. Certo ha ammesso che ci sono “casi eccezionali” in cui le cavie servono come per la sperimentazione di alcuni farmaci “perche’ sugli uomini non si puo’ fare”. Ma sono casi rari.

E se Veronesi e’ arrivato a dire no a carne e pesce e a chiedere “a chi ama gli animali di non mangiarli”, Brambilla e’ andata avanti con la sua lotta alla caccia essendo piu’ esplicita che mai. “Non credo che una minoranza costituita da 750 mila cacciatori – ha commentato – possa pretendere di far prevalere le proprie ragioni rivendicando con arroganza la liberta’ di uccidere animali indifesi quando la maggioranza degli italiani si sente offesa da questo gesto”. E parlando di difesa degli animali il ministro ha voluto ricordare le due guardie zoologiche uccise ieri nel genovese in una tragedia “scaturita dalla mancanza di rispetto per la vita che qui deploriamo”. (Express-News.it)

CORAGGIO GALAN, ORA TOCCA A TE, ADDENTA UN Mc Italy


IL Mc Italy

UNA MOSTRUOSITA’ PRESENTATA COME ITALIANITA’ PER DARE UNA MANO ALLA MULTINAZIONALE

Mc Donald’s

Avete provato ad addentare un Mc Italy? Io sì, non mi piace. Sarà perchè non mi piace la svizzera fra due fette di pane, con crema di carciofi, formaggio ed una foglia di latttuga.

Preferisco la mia tradizione casalinga: pane e salame.

Qualche mese fa, la multinazionale Mc Donald’s ha messo sul mercato un panino “italiano”, denominato Mc Italy, costituito da ingredienti tutti di produzione nostrana: carne 100% italiana, crema di carciofi italiani, una fetta di Asiago, una foglia d’insalata, pane all’olio extravergine di oliva dei Monti Iblei.

Parallelamente al Mc Italy, in altre parti del mondo, vengono presentati un Mc Greek (con la pita al posto del pane, e yogurt  e verdure), un Mc Laks (sandwich con salmone norvegese) e  così via, fino al  Mc Falatel egiziano, al Mc Kebab marocchino, al Mc Maharaja indiano e molte altre declinazioni “nazionali” del tradizionale hamburger.

Questa proposta risponde (pur rispettando i meccanismi produttivi e distributivi della Mc Donald’s), alla domanda di cibo “locale”, che viene oggi dai consumatori, in un mondo sempre più forte e convinto. Lo stesso processo di globalizzazione alimentare, paradossalmente, ha contribuito a rafforzarla.

La nascita del Mc Italy è stata patrocinata dal ministro delle politiche agricole Luca Zaia, ormai ex ministro e presidente regionale, per rilanciare i prodotti italiani. Addirittura il ministro si fa fotografare con il “grembiule” targato Mc Donald’s, nell’atto di addentare il nuovo panino. Almeno avesse fatto “reclame” ad un bel forno italiano!

 Dal punto di vista strettamente gastronomico è possibile considerare il panino Mc Italy, come espressione del “gusto italiano”?

In realtà, ci si trova di fronte ad un grosso equivoco, quello di scambiare i prodotti con le ricette, la materia prima con l’uso che se ne fa in cucina.  Il manzo, il pane, la crema di carciofi ed il formaggio nonché l’insalata, saranno pure italiani, ma il modo in cui questi  prodotti vengono messi insieme – la “ricetta” del panino – ha poco a che fare con la tradizione gastronomica del nostro paese.

Questa non è “cultura italiana”, questi sono prodotti italiani assemblati sul modello Mc Donald’s. E infatti Mc Donald’s , felicemente e proficuamente, reclamizza “IL GUSTO Mc Donald’s  PARLA ITALIANO”.

Due domande spontanee:

Prima domanda: quanto, del giro di affari movimentato dal Mc Italy, finità effettivamente nelle tasche dei contadini e degli artigiani italiani, quei pochi che ancora resistono allo strapotere della grande industria alimentare?

Seconda domanda: chi garantisce che la carne dell’hamburger o svizzera che dir si voglia, sia effettivamente carne italiana?

IL LAGAIOLO ZAIA TASTA I TARTUFI


IL LEGAIOLO ZAIA TASTA I TARTUFI

Per farsi pubblicità nel Veneto, il candidato legaiolo Zaia, si è fatto stampare un opuscolo personale, come il berlusconcino, dei primi tempi.

Zaia, per volontà bossiana, ha scalzato il pidiellino Galan, il quale si sta fecendo un fegato così! Si vede benissimo ad ogni uscita pubblica. Povero e anche bravo Galan, sacrificato sull’altare della convenienza. Se Bossi non fosse riuscito a candidare un lagaiolo in Veneto, ricattando Berlusconi, avrebbe fatto saltare l’alleanza dell’asse e allora addio stato di benessere.

L’opuscolo si compone di otto pagine abbellite da fotografie davvero imperdibili: Zaia che tasta i tartufi e annusa i funghi, Zaia che coltiva il riso e così via. La copertina è tutta per il riccioluto ministro legaiolo ed all’interno è contenuto l’articolo sotto forma di intervista.

Niente di male ci sarebbe, se  la rivista in cui sono infilate le otto pagine dell’opuscolo, non fosse dell’ANCI, l’Associazione dei Comuni Italiani, se la rivista non fosse dedicata ai problemi della salute, se la rivista non fosse finanziata con denaro pubblico, se la rivista, stampata ed inviata anche oltre i confini del Veneto, in decine di migliaia di copie, non fosse costata 450 mila euro  (300 mila per la produzione e 150 mila per la distribuzione) e se questi soldi non fossero venuti da un finanziamento europeo, nonché dall’Ismea, dall’Ice e dall’Uniocamere.

Galan, com’era prevedibile, se l’è legata al dito, non gli va giù la copertina illustrata del legaiolo Zaia, giustamente, poveretto, e non manca occasione per ricordare agli elettori quanti pericoli corre il Veneto, ora che il futuro sembra nelle mani della Lega e di Zaia.

Sul modo di arraffare soldi e di farsi pubblicità non cambia nulla, anzi la lega e tutti i legaioli hanno capito bene ed hanno imparato ancor meglio, dalla famigerata “Roma Ladrona”, come si fa a rubare ed ad approfittarsene di tutto, pubblicità compresa.