Archivi tag: alemanno

L’ACQUIESCENZA


L’ACQUIESCENZA

Al di là di ogni altra considerazione possibile,  (polizze redatte all’insaputa del beneficiario, ecc.), appare evidente solo una circostanza nel giallo nebbioso che avvolge Virginia Raggi.

Fin qui ha nuotato libera e bella nel brodo dell’inefficienza e dei “no” a prescindere, per paura di corruzioni.

Certo che attorno alla capitale c’era un brodo piuttosto vischioso, intrecci poco chiari, un brodo che Alemanno aveva portato all’ebollizione e che Marino aveva minacciato di far buttare.

La brutta notizia sta nel fatto, provato, che, nonostante la pesante sgradevolezza della sua posizione di fronte ai cittadini di Roma, (siamo già al terzo avviso di garanzia), Raggi continui a stare seduta dove sta.

La notizia è l’acquiescenza sedata che impedisce alla cittadinanza e ai suoi rappresentanti, di imporre le dimissioni di un interprete che ha iniziato a mentire, per omertà, già dal curriculum.

Questa notizia è un po’ mostruosa.

Racconta che le istituzioni possono essere fatte a pezzi e lasciate marcire in quel brodo per volontà di Grillo e Casaleggio.

C’avete fatto caso? Sono scomparsi tutti a Roma, i nani, le ballerine, gli editorialisti, le jene, i velisti con i baffi, gli intellettuali sofferti, le profetesse apocalittiche, Le Sabrine Ferilli, i Tomaso Montanari, i Massimi D’Alema.

Sono scomparsi quelli che voterò Virginia Raggi, quelli che Giachetti mai.

Quelli che affollavano le feste del Fatto Quotidiano, quelle platee di giustizialisti con i completi stretti e le scarpe leggermente a punta.

Quelli che sono sempre stati dalla parte sbagliata, erano di ItalianiEuropei ma ora voto M5S.

Scomparsi.

Muti.

Mai più una dichiarazione su Virginia Raggi.

Hanno lasciato solo Marco Travaglio con il cerino in mano.

E intanto apprendiamo che Grillo in un colloquio telefonico col Prof. Sgarbi, ha definito Raggi Virginia, una “depensante”. Parola esatta per farle fare tutto quello che la società privata Casaleggio & C  può fare, per impadronirsi della città di Roma.

E i romani tutti zitti. Forse sono contenti di avere come sindaco una donna che non pensa, ma che ubbidisce ad un comico e che firma contratti capestro se, per caso, fa qualcosa fuori dai binari imposti.

Che umiliazione per una donna!

 

 

MILANO – ROMA


MILANO – ROMA

autostrada2Pochi anni fa, nelle elezioni amministrative comunali,  l’elettorato ha impresso a Milano una forte spinta a sinistra, ha vinto il sindaco Pisapia. A Roma a vincere è stata la destra, con Alemanno.  Adesso che siamo di nuovo in campagna elettorale dobbiamo ricordarcene.  Ci sono argomenti come la laicità e i diritti umani che diventano oggetto di discussione e di iniziativa politica solo nelle fasi e nei luoghi in cui a governare o comunque ad avere voce in capitolo c’è il centrosinistra, parlo di unioni civili, di testamento biologico, di cittadinanza ai figli di immigrati. Cose di un’Europa moderna. Vediamo quindi che Milano comincia a muoversi, mentre Roma resta ferma.

Laicità e diritti umani sono assai difficili da difendere se le scelte politiche spingono, com’è accaduto in questi anni di berlusconismo, verso la creazione di sacche di privilegio incompatibili con la democrazia reale. C’è tanto da discutere su questi argomenti, partendo anche dagli orrori delle carceri e degli ospedale psichiatrici giudiziari. Se quella che si aprirà sarà una fase in cui a guidare il Paese saranno i progressisti del centrosinistra, questi non potranno ignorare i principi umanitari e i diritti civili che contribuiscono a  togliere il paese da una sorta di pantano medioevale, in cui da anni è immerso.

LA VIOLENZA DELLE “CARTE IN REGOLA”


LA VIOLENZA DELLE “CARTE IN REGOLA”

Adele Parrillo

Lo scorso 12 novembre 2010, a Roma, nel settimo anniversario della strage di Nassiriya, sono stati inaugurati due monumenti in onore di quei 19 caduti.

Uno davanti al palazzo della Regione, una stele raffigurante due soldati, inaugurata dalla Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, l’altro al Belvedere Caffarelli in Campidoglio, inaugurato da Alemanno e da La Russa, dedicato a tutti i caduti in missione di “pace”.

La signora Adele Parrillo “compagna di vita” (ma non moglie con contrato in comune o in chiesa) del regista Stefano Rolla, caduto a Nassiriya, non è stata ricevuta, non è stata inclusa tra i 230 familiari invitati.

Non aveva il “certificato di matrimonio”, non aveva le carte in regola, e, come per un clandestino non aveva il permesso di soggiorno. Nell’elenco del ministero della Difesa dove comparivano i nomi di tutti i familiari, il suo non c’era.

Per la legge italiana una persona che è stata per tutta la vita accanto ad un’altro, l’ha amato, curato, custodito e magari gli ha dato figli, non è un parente. La signora è stata trascinata via sui sanpietrini.

Due anni fa, all’inizio dei questa legislatura, per la verità, il neo Ministro Ignazio La Russa aveva incluso il nome della signora Parrillo fra i parenti. E la signora partecipò alle cerimonie commemorative.

Ma quest’anno è stata di nuovo esclusa. Che cosa è successo, nel frattempo, da determinare una retromarcia di La Russa?

Alemanno, La Russa, Polverini, in quelle occasioni si riempiono la bocca di parole come Pace e Giustizia, ma la capacità di creare un universo di pace e giustizia fallisce di fronte alla burocrazia e alle scartoffie.

Si vogliono onorare  uomini caduti, ma di quale onore parlano queste persone che non sanno accogliere, con umanità e giustizia, neppure la persona straziata dalla perdita del suo compagno? Costa tanto un gesto di umanità? Sarebbe un gesto umanitario che ci squalifica davanti al mondo?

(Per approfondire si può leggere qui, oppure qui).

[Una storia analoga, altrettanto disumana, la si può leggere nel blog di Gilioli. Riguarda Alessandra Biancalana, “compagna” di Antonio Farnocchia, morto il 29 giugno 2009 nell’esplosione del treno a Viareggio]

COME AGLIACEI RIGURGITI ESOFAGEI


A ROMA

scritta contro Anna Frank 

“Anna non l’ha fatta Frank”: è questa la scritta rinvenuta sul muro di un ufficio postale della zona periferica di Bravetta a Roma. Un messaggio accompagnato da una svastica che tradisce l’appartenenza a gruppi politici di estrema destra dell’impietoso writer.

“Non credevo ai miei occhi – ha commentato Massimiliano Ortu, vice presidente del XVI municipio – quando ho visto scritto, sul muro di recinzione del grande centro delle poste e telecomunicazioni di via degli Arcelli, a Bravetta, la scritta firmata con la svastica. Una vergogna che va subito cancellata, lo faremo noi consiglieri del municipio – ha continuato Ortu – insieme ai cittadini del quartiere. Ci ritroveremo tutti insieme, in via degli Arcelli, per dimostrare tutta la nostra indignazione, per esprimere la nostra condanna all’ennesima provocazione perpetrata dai gruppi organizzati dell’estrema destra romana. Auspico, comunque – ha concluso l’esponente del Prc – che possano essere individuati i responsabili di questa scritta infame, magari ripresi dalle telecamere del centro postale”. […] (Maria Saporito NewsNotizie).

A BOLOGNA

si inneggia ad Hitler

Alcuni pilastri della via crucis sulla salita di via dell’Osservanza, a Bologna, sono stati imbrattati con scritte naziste e anti-americane. A pennarello nero, sulle lastre bianche delle stazioni, si leggono  “I love Hitler”, “Hitler tornerà e l’America spazzerà”, “Go-Go Al Qaeda”. “L’America è in bancarotta”.

La salita al colle dell’Oservanza, con l’omonima chiesa in cima, alle porte di Bologna, è quella che ospita la tradizionale via crucis della sera del Venerdì Santo.

Per Pietro Aceto, responsabile della comunicazione del Partito democratico bolognese, “quelli che hanno imbrattato i pilastri della via crucis, dimostrano intolleranza e miseria intellettuale”. (City)

 

PROVE DI FORZA NERA


Come ci si aspettava, la conseguenza della legge che ha istituito e rese legali le ronde, “quelle verdi leghiste”, sta producendo i suoi effetti collaterali: le ronde nere fasciste.

A Roma, in via Nazionale, sono comparse ieri notte, le ronde nere fasciste, quelle che si definiscono volontari della Guardia Nazionale Italiana, e fra di loro, marciava in bella vista  Maria Antonietta Cannizzaro, presidente del MSI-DN. Non posso chiamare “onorevole” questa donna che, per me di onorevole ha proprio poco, nel suo modo di pensare e nel suo sistema politico.

Alla guida della squadraccia nera il super-militante fondatore rondifero,  l’amato, coltivato e protetto da Licio Gelli, Gaetano Saya già rinviato a giudizio nel 2004, per propaganda politica di idee sull’odio razziale, ma ancorà libero e felice di camminare, come un “galletto fascista”, per la città.

Naturalmente la divisa  era d’obbligo: camicia color giallo-marrone, pantaloni neri, stemma tricolore e la scritta romana SPQR. Una imitazione, ma anche un simbolo!

Hanno marciato per le vie di Roma, col braccio destro alzato.

Che cosa hanno vigilato, stando in formazione così compatta?, Quali cittadini hanno protetto? Che cosa hanno visto al di là del loro braccio?

Niente di niente.

E’ stata una vera e propria sfilata politica, un dimostrazione di forza, un avvertimento per la popolazione.

C’era chi rideva al vederli passare e marciare come fascisti, con lo sguardo sicuro, il mento ed il petto in avanti e la boria dell’impostazione fisica, le gambe tese, il passo sicuro.  Ci si aspettava che gridassero “a noi” oppure dicessero “me ne frego” e poi eravamo ripiombati di colpo indietro di un secolo o quasi. Quanta scena! Ma quanta pena!

Alla protesta dei cittadini, quelli almeno dotati di buon senso, Alemanno, il sindaco nero di Roma, quello di “colle Oppio”, ha detto: “Chiedo ufficialmente al Prefetto e al Questore  di intervenire immediatamente per evitare che la nostra città venga segnata dalla vergognosa pagliacciata delle ronde nere”.

Sì Alemanno chiede alle autorità di intervenire, ma sotto sotto si frega le mani. Ci siamo anche noi, pensa e non sono pagliacciate.

Io credo che nulla di queste esibizioni vada sottovalutato. Bisogna invece riflettere e reagire. La cecità di un “regime”, storicamente condannato,  che ha impoverito l’Italia tutta, gettandola in una guerra insensata, non deve ritornare. Neppure in farsa. Offende i morti civili e militari di quel tempo e ora, attenta alla libertà dei cittadini.