IL DIRITTO A NON SOFFRIRE DIVIDE IL PAESE


IL DIRITTO A NON SOFFRIRE DIVIDE IL PAESE

Una delle poche cose buone che  ha fatto il precedente governo è stato quello di varare la legge n.38, pubblicata sulla G.U. del 15 marzo 2010, legge che consente di affrontare con minor burocrazia e soprattutto con minor diffidenza l’uso ospedaliero o domiciliare di farmaci antidolorifici, da usare su tutti i tipi di dolore acuto o cronico che l’ammalato affronta nel corso della vita.

L’innovazione più importante riguarda l’uso dei farmaci oppioidi anche per pazienti affetti da dolore cronico non oncologico.

Prima dell’attuale legge 38, Giovanardi, con i suoi pregiudizi sull’utilizzo di questi importanti farmaci, perché, secondo lui, coloro che ne fanno uso, sono tutti drogati, aveva costretto i medici ad usare questi farmaci SOLO in presenza di dolore da cancro, e con limitazioni burocratiche tali che prevedevano per medici e farmacisti “disobbedienti” anche il carcere. Questi professionisti erano stati in pratica messi sullo stesso piano degli spacciatori.

Ma quello che interessa a questo punto è capire come gli ospedali, in particolare, hanno recepito la legge 38, che è una buona legge, perché include anche principi  ed indicazioni per alleviare la sofferenza nei bambini.

Il Ministero della Salute ha recentemente illustrato i dati  risultati dalle indagini effettuate sull’applicazione di questa legge 38, dai quali si deduce che almeno un ammalato su dieci attesta di non aver MAI ricevuto alcuna terapia del dolore durante il ricovero in ospedale.

La Commissione d’inchiesta presieduta dal Prof Marino, ha inviato nel corso del 2011, i Nas in 244 ospedali in tutta Italia, con l’obiettivo di valutare l’applicazione della legge 38 e fornire al governo un quadro chiaro della situazione.

Ne è risultato che il diritto a NON soffrire per milioni di italiani viene garantito sostanzialmente solo al Nord, in parte al Centro e assai meno al Sud.

Ne risulta un quadro abbastanza desolante per alcune regioni italiane. La legge 38 è applicata per: l’83% in Basilicata, il 61% in Sicilia, il 41% in Puglia, il 33% in Sardegna, l’88% negli ospedali del Centro.

Molto meglio al Nord: si va dal 96% dell’Emilia-Romagna e Toscana, al 93% del Piemonte, Lombardia e Veneto.

I ritardi imbarazzanti che si verificano nel Lazio e nel Sud riguardano l’uso degli oppioidi, si tratta di farmaci necessari per lenire il dolore per chi soffre di patologie gravi o incurabili.

La legge ha consentito di togliere vari lacci e laccioli che riguardavano la prescrizione medica di questi farmaci, permettendo ai medici l’utilizzo del ricettario nazionale e non un ricettario speciale, come era prima, ma il loro consumo è cresciuto solo del 7% al Centro e al Sud, rispetto al 68% del Nord.

Questi dati possono spiegare solo in parte la migrazione verso il Nord di pazienti di altre regioni, ma confermano ancora una volta che molti medici, specie se laureati in anni passati, hanno paura di prescrivere farmaci oppioidi, per una mentalità inculcata negli anni passati (paura di essere giudicati spacciatori), se non come estrema ratio negli ammalati “terminali”.

E invece vanno utilizzati senza pregiudizi per evitare SEMPRE una sofferenza inutile.

Ancora una volta il paese viene diviso in due. Non si può tollerare che chi vive al Sud continui ad avere un’assistenza meno capillare e meno efficiente e sia costretto a spostarsi al Nord nel tentativo di alleviare la sua sofferenza.

Gran parte della responsabilità per queste inadempienze sono in carica alle Regioni ma anche a chi dirige le strutture sanitarie.

C’è da augurarsi che l’attuale Ministro della Salute Balduzzi, metta in pratica almeno l’articolo 3 di questa legge 38, articolo che prevede una sanzione importante ed efficace per le regioni inadempienti, e cioè il mancato accesso ai fondi integrativi del Servizio Sanitario Nazionale, e cioè meno fondi.

Non si può lasciare che la cura del dolore resti un optional o un’eccezione, deve diventare la regola per tutti.

I Presidenti delle Regioni del Centro e del Sud, nonché i direttori delle strutture ospedaliere si dovrebbero aggiornare e applicare una buona legge che c’è. Nessuno dovrebbe sopportare sofferenze inutili. Tra l’altro questi farmaci hanno un costo commerciale bassissimo.

(Le legge http://www.normativasanitaria.it/jsp/dettaglio.jsp?id=32922)

2 Risposte

  1. Nella mia regione,vengono dati senza vieti,quando mi venne descritto un tipo di oppiaceo che regolarmente non potei prendere per l’intolleranza,in quel caso la farmacia mi fece firmare il mio acquisto.Quante sofferenze in meno se potessi prenderli e non ci sarebbe stato bisogno del ricovero,perchè i miei dolori si curano benissimo con gli oppiodi.Ma speriamo che la legge venga applicata e che anche la gente del centro sud abbia questo diritto.Poi un’ultima cosa in autunno verranno messi in atto dei farmaci contro gli effetti collaterali per chi come me non li sopporta.
    Ciao speradisole un abbraccio e buona domenica Lidia.
    PS. L’Italia purtroppo è sempre stata di serie A e B.

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    1. Il problema è che non esiste, in certe regioni ed anche nella testa di certi direttori di ospedali, una “cultura” contro il dolore. Nessuno deve essere condannato a soffrire se se ne può fare a meno. E questi farmaci sono essenziali.
      Ben vengano tutte quelle novità farmacologiche che possano coadiuvare questi farmaci.
      Ciao Lidia, un abbraccio.

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