NON SOLO YULIA


NON SOLO YULIA

In Ucraina, Yulia Tymoshenko, ex premier ucraina, è in carcere dall’agosto dell’anno scorso, perché leader dell’opposizione. La Merkel ha minacciato di boicottare gli Europei di calcio se non verrà scarcerata entro giugno. In carcere è stata vittima di abusi e violenze. E’ stata scarcerata di recente e messa ai domiciliari. Forse il caso della Tymoshenko è il più noto, ma nel mondo ci sono altre donne  in carcere per attivismo politico, e spesso questo reato costituisce un motivo in più per commettere abusi sulle carcerate.

In Bielorussia, Iryna Khalip, giornalista della Novaya Gazeta lo stesso giornale di Anna Politkovskaja, è stata più volte incarcerata per i suoi reportage da Minsk contro il regime Lukashenko. È la moglie di Andrei Sannikov, candidato presidenziale, arrestato nel 2010 e «graziato» per la Pasqua ortodossa. Quando sia lei che il marito erano in carcere il Kgb bielorusso tentò di togliere loro la patria potestà del figlio Danil.

 In Cina, He Peirong  di Nanchino, ex insegnate di inglese, ha guidato il movimento per la liberazione del dissidente cieco Chen Guangcheng, Blogger , nickname Pearl, si è avvicinata ai diritti umani nel 2008 lavorando con i volontari che aiutavano le famiglie colpite dal terremoto di Sichuan ad avere giustizia. È stata arrestata il 25 aprile per aver aiutato Chen, è stata interrogata per una settimana prima di essere rimessa in libertà. Ma le autorità hanno bloccato la parola «Pearl» su Internet.

 

  In Siria, Noura Al-Jizawi, 24 anni, membro della coalizione di opposizione clandestina Syrian Revolution General Commission, giornalista del quotidiano rivoluzionario Hurryat e del canale su YouTube Flash News Network, è stata arrestata il 28 marzo a Damasco dagli uomini di Assad, che le hanno sequestrato telecamere e macchine fotografiche con i video e gli scatti delle violenze nella città. Reporters Without Borders ha lanciato un appello per la sua liberazione.

 

A Cuba, Berta Soler Fernandez, leader de Las Damas de Bianco, un gruppo di donne che si battono per la liberazione dei loro uomini  dissidenti politici in carcere.  È la moglie di Angel Maya  Acosta, condannato nel 2003 a 20 anni di carcere dopo la Primavera Negra. Anche lei è stata arrestata, in marzo, per un weekend, le hanno impedito di manifestare durante la visita del Papa, che aveva chiesto di incontrare «per un solo minuto»

 

In Sudan, Safiya Ishaq, 27 anni, attivista per i diritti umani nel Darfur e membro del Girifna Youth Movement, nel 2011 denunciò (per la prima volta nel suo paese) con un video su YouTube lo stupro  e le botte subite dopo essere stata arrestata dalle Forze di sicurezza sudanesi. Ora vive in Europa. Anche le due giornaliste che hanno raccontato la sua storia, Amal Habani e Fatima Ghazali sono state arrestate in Sudan.

(Fonte: Vanity Fair)

6 Risposte

  1. Purtroppo la giustizia non è di questo mondo,come non lo sono i diritti umani,non sò se ci sarà di all’aldilà ma ne dubito.
    Oggi festa della mamma e se loro lo sono un doppio abbraccio.
    Ciao speradisole un abbraccio e auguri Lidia.

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    1. Già. oggi è la festa della mamma, e un post sulle donne ci stava bene. Anche se l’argomento è molto triste.
      Ciao Lidia, un abbraccio.

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  2. Non saprei proprio come commentare questo post senza dover maledire delle persone. Per cui ne approfitto per fare gli auguri a tutte le mamme: Auguri!
    Ciao

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    1. Nel mondo per opposizione ai regimi e alle dittature, vengono incarcerate anche donne, In questi giorni è salita alla ribalta la notizia di Yulia Tymoshemko perchè la Merkel avrebbe boicottato i giochi europei se non l’avessero libarata. Altre donne hanno fatto lo stesso, alcune giovani, sono ancora in prigione, per il solo fatto di aver raccontato la verità sul loro paese.
      Io ho trovato queste, tra le più note, ma chissà quante altre soffrono in carcere per lo stesso motivo.
      Ciao Antonio, un abbraccio.

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  3. Prima cosa…cristo..mi son dimenticato della festa della mamma…
    Seconda..sulle altre non metto becco ma sulla Yulia Tymoshenko definirla “martire”…è quanto meno azzardato.
    In Ucraina…le cose son fluide, quello che oggi è un martire..ieri era un carnefice..o viceversa.
    Comunque dire che la signora è assolutamente innocente…è come dire che andreotti non è democristiano.
    a.y.s. Bibi

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    1. Sì è vero Bibi, un altro signore ha commentato in questo senso, a proposito dell’ucraina Yulia, ma volevo sottolineare il fatto che ci sono arresti per “opposizione” al regime nei paesi dove non c’è libertà, dove c’è dittatura, dove c’è comunque un regime. La questione Tymoshenko è la più nota anche per l’intervento della Merkel. Non è una martire certamente.
      Ciao Bibi, un abbraccio
      Il commento dell’altra persona era talmente offensivo anche nei miei confronti, che ho ritenuto opportuno eliminarlo.

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