Archivi tag: appoggio esterno

QUESTO FU L’ULIVO: ESPERIMENTO FALLITO


QUESTO FU L’ULIVO: ESPERIMENTO FALLITO

Guardare in faccia alla realtà di oggi, e di ieri, cercare di comprenderla, potrebbe essere utile.

Da vent’anni si è radicata nella sinistra e anche nel centro-sinistra un mito vincente che, col tempo, si è sfocato in un sogno nostalgico che non ha niente a che vedere con la realtà, né quella attuale né quella di quando quel mito cominciò a formarsi: l’Ulivo.

Un meccanismo di annebbiamento simile a quello di quando-c’era-lui-i treni-arrivavano-puntuali, ha confuso la memoria e la capacità di analisi di quelli che c’erano e ingannato le ingenuità e speranze di quelli che non c’erano, tramandando l’idea di un precedente in cui il centrosinistra fu felicemente unito e concorde e vincente. E che quindi quel precedente sia replicabile, e che anzi quella sia la strada verso un avvenire prospero e radioso.

Solo che quel precedente dice in realtà la cosa opposta: racconta cioè il risultato negativo inevitabile di un progetto interessante come tutti gli esperimenti, e che però appartiene alla categoria degli esperimenti falliti, che sono apprezzabili e proficui proprio perché ci dicono che quella cosa lì non funziona.

Si ricorderà che la coalizione ulivista non ottenne una maggioranza, ma la costruì, di 7 seggi alla Camera, grazie all’appoggio esterno di Rifondazione: pur avendo ottenuto meno voti di quelli che avevano preso sommati il partito di Berlusconi e la Lega Nord, che, insieme, superarono il 50% dei voti, ma per quella volta si erano presentati sventatamente divisi, per via della componente maggioritaria della legge elettorale del tempo, la “legge Mattarella”.

Tre cose si ottennero con quella coalizione: La prima: una inclinazione molto più di centro che di sinistra della coalizione. La seconda: una sua grande varietà, con circa una dozzina di partiti e partitini autonomi. La terza: una maggioranza insufficiente.

L’Ulivo non avrebbe potuto generare un governo senza l’appoggio esterno di Rifondazione: appoggio esterno che arrivò a durare appena due anni, e il governo Prodi, oggi oggetto del mito, cadde. L’Ulivo vinse, ma al momento di governare pagò il modo in cui aveva ottenuto la vittoria.

l’Ulivo ci riprova, nel 2001, stavolta con dentro l’Udeur di Mastella e fuori ancora Rifondazione, e perde. Vince Berlusconi.

Nel 2006, terzo esperimento: una estesissima coalizione, che si è chiamata stavolta “l’Unione”, che sostiene Romano Prodi, ottiene pochissimi voti in più alla Camera e un po’ di voti in meno al Senato, e grazie alla nuova legge elettorale, il porcellum, prende una maggioranza cospicua di seggi alla Camera e una maggioranza di solo un seggio al Senato.

Il nuovo governo Prodi, sostenuto di nuovo da una decina di gruppi parlamentari diversi, che generano 103 nomine di governo, stavolta non dura neanche due anni. Mastella a un certo punto se ne va facendo i suoi calcoli e la vittoriosa coalizione non può farne a meno. Fine ingloriosa della storia dell’Ulivo. Berlusconi stravince.

Forse l’Ulivo è stato un esperimento  saggio, benintenzionato, e che andava fatto. E che ha generato quattro anni di governo, su 12, sicuramente migliori dell’alternativa berlusconiana, però il risultato che ne è seguito a questo esperimento ha portato alla stragrande vittoria di Berlusconi, nonostante la nascita del Pd con Veltroni che, comunque, prese, nel 2008, più voti dell’Ulivo di Prodi nel 2006.

Ma l’analisi dei fatti e dei risultati dice chiaramente due cose.

L’anomalia eccezionale fu la costruzione della coalizione, non la sua prevedibile caduta. Ovvero che la coalizione fu “vincente” solo forzando molto i giudizi  E con l’appoggio esterno di Rifondazione e giudicando sulla base di leggi elettorali favorevoli. Altrimenti fu perdente.

I sognanti e nostalgici dell’Ulivo di oggi dovrebbero tener conto della attuale fase di massima litigiosità delle componenti che vorrebbero coalizzarsi, ma che sfocerebbe in un’altra fragile e instabile coalizione, e della plausibile prospettiva che ci aspetti una legge elettorale sostanzialmente proporzionale.

E, alla fine, con chi ci si dovrebbe coalizzare?

Con tutti questi fatti con lo stampino?

Disuniti comunque perché si odiano, non si riconoscono, non si stimano, fanno distingui, ma sono per l’Unità.

E il tessitore chi dovrebbe essere?