IL CARLETTO NAZIONALE


IL CARLETTO NAZIONALE 

Il più preoccupato delle scelte di Renzi è proprio Carletto.

Proprio non ci sta capendo più nulla, Calenda pensava di aver domato l’attivismo e il protagonismo di Renzi ed ecco che lo ritrova improvvisamente a dirigere un giornale che, per quanto piccino sia, gli dà uno spazio e una visibilità importanti. Infatti, Calenda si è precipitato a dichiarare che “il Riformista”, non sarà il giornale del futuro partito nascente, cioè, voleva dire, che non sarà Renzi a dettare la linea politica.

Ma, si sa, non si può mettere le briglie a un personaggio come Matteo, e Calenda lo sa benissimo ma ci prova, non per nulla ad ogni domanda dei giornalisti, si affretta a rimarcare che il leader di Italia Viva non aveva ruoli dirigenziali nel terzo polo.

E grida allo scippo se qualcuno, scontento di lui, se ne va. Ma nessuno è padrone delle persone. la politica è una scelta non un’imposizione. Più che gridare allo scippo farebbe bene a chiedersi perché molti personaggi anche importanti se ne vanno.

Un conto è lavorare per la casa dei riformisti e un conto è lavorare per la propria casa.

L’unico risultato che ottiene è l’offesa a Renzi. E lì gli va bene, miete consensi.

Penso che questo atteggiamento di Calenda non porti bene a lui stesso, sapeva già in partenza chi era Matteo Renzi, è fatto così, con una intelligenza politica senza eguali, e un attivismo (che non è affatto protagonismo) innato, difficile pretendere da lui un ruolo di secondo piano.

E questo non giova neppure al disegno di costruzione di un qualsiasi nuovo soggetto riformista e liberal democratico, anche perché Carletto è molto dondolante nelle scelte. Prima il Pd, ma lì non trovava spazio, e allora va da Renzi e ci prova. Ci riesce persino, e Renzi, capito il soggetto, si fa da parte. Gli concede visibilità, col suo faccione sui cartelloni, il simbolo riporta il suo nome, ma pare che non gli basti.

Calenda deve decidere se gli interessa più la sua leadership o un nuovo soggetto politico, riformista europeo.

Stanno insieme per convenienza, in attesa delle elezioni europee del prossimo anno, ma il continuo parlare di uno contro l’altro non porta bene. 

Si crea confusione e antipatia, per un sistema siffatto e la gente non ascolta più né l’uno né l’altro.

Renzi ha le idee chiare, sta lavorando per dare una casa ai moderati che ora non si sentono rappresentati da nessuno nell’offerta politica italiana.

Ma riassumendo scopriamo che Calenda e seguaci:

non vogliono Renzi come leader,

non lo vogliono  come direttore di un giornale,

non lo vogliono come conferenziere,

non lo vogliono in Tv,

non lo vogliono come Presidente di un partito,

Ma vogliono i suoi voti t i soldi di Italia Viva.

Si diano una regolata.

 

 

(Nota: Io seguo Renzi (ogni tanto), non ho la tessera di Italia Viva, ma lo stimo molto e lo apprezzo come politico, anzi ritengo che sia il miglior politico che ci sia in Italia in questo momento. La cosa che rafforza il mio pensiero su di lui, è che tutti o quasi i giornali e giornalai al seguito, in tutti i dibattiti televisivi, tutti i commentatori cosiddetti intelligenti, gli siano contro. E’ segno che ha ragione.  Da che mondo è mondo le persone che contano e sono intelligenti, sono sempre stare odiate.  La gente, o meglio il popolo (più neutro), preferisce chi parla a vuoto e chi urla banalità, senza dire niente di concreto e chi non ha cultura politica. Roba difficile da capire).

2 Risposte

  1. Si è vero renzi è il migliore, tutti i politicanti raccontano balle ,ma il migliore a raccontarle resta sempre il Bomba!

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