LA VIOLENZA DELLE “CARTE IN REGOLA”


LA VIOLENZA DELLE “CARTE IN REGOLA”

Adele Parrillo

Lo scorso 12 novembre 2010, a Roma, nel settimo anniversario della strage di Nassiriya, sono stati inaugurati due monumenti in onore di quei 19 caduti.

Uno davanti al palazzo della Regione, una stele raffigurante due soldati, inaugurata dalla Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, l’altro al Belvedere Caffarelli in Campidoglio, inaugurato da Alemanno e da La Russa, dedicato a tutti i caduti in missione di “pace”.

La signora Adele Parrillo “compagna di vita” (ma non moglie con contrato in comune o in chiesa) del regista Stefano Rolla, caduto a Nassiriya, non è stata ricevuta, non è stata inclusa tra i 230 familiari invitati.

Non aveva il “certificato di matrimonio”, non aveva le carte in regola, e, come per un clandestino non aveva il permesso di soggiorno. Nell’elenco del ministero della Difesa dove comparivano i nomi di tutti i familiari, il suo non c’era.

Per la legge italiana una persona che è stata per tutta la vita accanto ad un’altro, l’ha amato, curato, custodito e magari gli ha dato figli, non è un parente. La signora è stata trascinata via sui sanpietrini.

Due anni fa, all’inizio dei questa legislatura, per la verità, il neo Ministro Ignazio La Russa aveva incluso il nome della signora Parrillo fra i parenti. E la signora partecipò alle cerimonie commemorative.

Ma quest’anno è stata di nuovo esclusa. Che cosa è successo, nel frattempo, da determinare una retromarcia di La Russa?

Alemanno, La Russa, Polverini, in quelle occasioni si riempiono la bocca di parole come Pace e Giustizia, ma la capacità di creare un universo di pace e giustizia fallisce di fronte alla burocrazia e alle scartoffie.

Si vogliono onorare  uomini caduti, ma di quale onore parlano queste persone che non sanno accogliere, con umanità e giustizia, neppure la persona straziata dalla perdita del suo compagno? Costa tanto un gesto di umanità? Sarebbe un gesto umanitario che ci squalifica davanti al mondo?

(Per approfondire si può leggere qui, oppure qui).

[Una storia analoga, altrettanto disumana, la si può leggere nel blog di Gilioli. Riguarda Alessandra Biancalana, “compagna” di Antonio Farnocchia, morto il 29 giugno 2009 nell’esplosione del treno a Viareggio]

2 Risposte

  1. Daccordo:la chiesa vuole il matrimonio per essere riconosciuto tale,è da duemila anni che esiste,dalle nozze di Cana,ma pensiamo veramente che se Dio c’è si possa scandalizzare per così poco.Queste sono leggi per soggiocare sempre di più la gente al volere del clero.Una firma in un foglio deve condizionare una vita.
    Ciao speradisole a presto Lidia

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    1. Uno Stato veramente laico dovrebbe riconoscere i legami che legano le persone, anche senza il suggello di una carta.
      Un vero cattolico dovrebbe riconoscere e rispettare la libertà degli altri e non imporre il proprio credo.
      Questo Stato, o meglio chi ora ci governa, non fa nè l’una nè l’altra cosa.
      E’ laico e fa i cavoli propri quando ne ricava un interesse personale, per esempio il divorzio; diventa cattolico rigorosamente osservante quando gli interessi toccano gli altri e quindi ci vogliono le carte in regola per “essere parenti”.
      E’ questo che mi fa arrabbiare.
      Ciao Lidia, un abbraccio.

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