Poesie e racconti di Lidia, un’amica del blog
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L’Aquila
La maestosità, su quelle cime delle montagne,
rende pace soltanto nel vederti.
la sicurezza del tuo volo, rallegra gli occhi
nel guardarti, mi sento piccola, inerme mentre tu
volteggi, ti prego amica mia, fammi cullare dal vento
nel cielo azzurro, per poi appoggiarmi,
su quell’arcobaleno dove potrò addormentarmi felice.
Questa poesia rimane come pagina di apertura. Lidia ci ha scritto: L’Aquila sei tu speradisole e non c’è miglior regalo di questo bel pensiero. Grazie Lidia.
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Da parte di speradisole: “La poesia è la luce di un lampo; quando è solo un accostamento di parole, diventa semplice composizione.”
(Gibran Khalil )
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Vorrei vedere il cielo
Perché dobbiamo nasconderci,
perché dei veli devono impedirci di dialogare.
Forse dei pregiudizi non ci permettono di essere aperti e amare incondizionatamente
il nostro simile, con i suoi pregi e difetti.
Forse è per questo che ci nascondiamo dietro delle tende
che non ci permettono di vedere il cielo azzurro, il sole, la luna
che si affaccia dietro degli alberi, le cui foglie color oro stanno già cadendo.
Perché non riusciamo a capire che amare vuol dire sentirsi appagati
di una vita cosi breve e solo la speranza è la nostra meta.
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Se fossi…
Se fossi il sole vi scalderei il cuore.
Se fossi la luna vi illuminerei la mente.
Se fossi una stella vi donerei il coraggio.
Se fossi un fiume porterei l’acqua al deserto.
Se fossi una montagna vi farei toccare il cielo.
Se fossi il mare, mi aprirei per far congiungere
le madri ai figli.
Se fossi un uccello vi rallegrerei con il mio canto.
Se fossi una foresta vi farei respirare aria pura.
Ma non sono niente e niente posso darvi,
se non un pensiero d’amore
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Il traguardo
La vita è un viaggio,
ma non ne conosciamo la destinazione.
Non fermarti al primo ostacolo,
esistono soste forzate,
ma nella disperazione c’è sempre una luce che appare.
Sconfiggi i pensieri più bui,
sii ottimista,
fai in modo che la vita sia degna di essere vissuta.
Un grande sogno vuole una grande responsabilità.
Ma tu sogna solo di essere te stesso,
sii coerente,
non cadere in facili compromessi,
evita le lusinghe che potrebbero farti sentire
indegno di un’esistenza mediocre.
La tua saggezza ti farà arrivare al traguardo
senza rimpianti.
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Non dimenticare i ricordi
I ricordi, sono come nuvole, passano ma ritornano.
Non liberartene, accettali fanno parte di te, del tuo passato e del tuo presente.
Anche i ricordi più tristi possono arricchire il bagaglio della tua vita.
I ricordi che ti hanno segnato riusciranno a fortificarti,
mentre quelli belli, se sono stati costruttivi,
ti arricchiranno di quel sentimento
chiamato felicità, a cui, ognuno di noi, vorrebbe aspirare.
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E dovessi mai tornare?
Se dovessi tornare su questa terra, poche cose chiederei, che lei torni ad essere pura e incontaminata come quando è nata.
Rivedere il cielo, la facciona sorridente della luna, le stelle, gli alberi, i fiori di una bellezza unica e dal profumo inebriante.
Gli animali rispettati e mai estinti, il mare blu e le montagne innevate.
Ascoltare ancora il suono delle campane.
Solo una cosa chiederei, ritrovare gli uomini con più umanità nei loro cuori, siano più felici di vivere e amarsi in questo luogo meraviglioso.
Sentire le risate dei bambini che giocano.
Vedere un vecchio seduto su di una panchina, mentre con tenerezza accarezza il suo cagnolino.
Notare un’anziana signora sotto il porticato ricamando preziosi merletti.
Se tutto questo dovesse avverarsi, un’ultima cosa desidererei, essere risvegliata, con l’abbraccio di un caldo raggio di sole e che i miei occhi debbono vedere ancora un bellissimo arcobaleno.
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L’egoismo
E’ egoismo se un bimbo piange, perché è vittima di una guerra?
È egoismo se un vecchio non ha un tetto e muore per strada dal freddo?
È egoismo che alcune famiglie vadano alla mensa delle comunità?
È egoismo se una donna è vittima di violenza, peggio ancora se uccisa, o se il padre padrone abusa della propria figlia?
È egoismo se un malato non ha mezzi per curarsi?
È egoismo se un disoccupato si dà fuoco perché non può sfamare i propri figli?
È egoismo se un carcerato si uccide per il proprio disagio?
No non è egoismo !
Egoismo è girare la testa dall’altra parte per non vedere.
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L’ albero nudo
Povero albero, ti sono stati tagliati i rami.
In ognuno di loro c’era scritto:
Armonia, Felicità, Comprensione, Entusiasmo.
Non violenza, Aiutare i più deboli.
Rispettare, Perdonare, Sognare, Amicizia,
Libertà, Uguaglianza, Serenità, Solidarietà.
Una scritta spiccava sul ramo più alto
era bellissima, invitava a donare tanto AMORE.
Ma le tue radici saranno così forti che riusciranno
a far ricrescere quei rami e i pensieri non
verranno mai più cancellati.
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Natura
Perché natura alle volte sei cruda,
perché ti comporti come una madre
che uccide i propri figli.
Perché in un modo o nell’altro riversi
il tuo odio, su chi è indifeso,
ti accanisci chi niente può fare per
fermare le tue forze sovrumane.
Sei riuscita a fermare il canto dell’uccelli,
il nitrito dei cavalli, l’abbaiare dei cani.
La tua distruzione ha reso inermi tanti innocenti,
sotto la tua rabbia sono crollati sogni,
progettualità, ma soprattutto
tante speranze.
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Il trenino
Quel mattino mi sveglia con prepotenza il sole, vado alla finestra,vedo tante carrozzine spinte
da madri con la morte nel cuore, ma gli occhi dolcissimi. Si dirigevano verso il mare come un trenino.
Subito la realtà lascia spazio alla fantasia.
Quel trenino viene attratto dal mare, riesce a oltrepassare i frangiflutti, un’onda con delicatezza
toglie loro quelle carrozzine.
I ragazzi spaventati si ritrovano a nuotare verso riva.
Finalmente liberi corrono ridono fanno il girotondo, sulla spiaggia sotto quel sole amico, erano
tornati a camminare.
Ma una voce alle mie spalle mi riporta a quella realtà che non avrei mai voluto vedere.
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Il dubbio
Sono seduta su di un grosso masso,
guardo l’infinito con gli occhi persi nel vuoto.
I pensieri corrono da soli,
pensano ad una fuga dalla realtà.
Vorrei essere quella foglia secca che piano
scende dal tronco dell’albero che l’ha generata.
Sono stanca e incapace di trattenere le lacrime,
l’angoscia e il dolore mi attanagliano.
Ma il sole con prepotenza si fa spazio tra i rami,
il suo calore cerca di asciugarmi le lacrime.
Riscalda il mio corpo, lo guardo, ma gli occhi umidi
me lo fanno vedere di tanti colori.
E’ come se mi dicesse alzati,
guardati attorno,
queste bellezze un giorno non le vedrai più,
non anticipare il tempo che è così breve.
Hai ancora tanto da dare e tanto da ricevere,
i giorni passano e guariranno le tue pene.
Mi alzo attonita cammino, ma non so quali
dei due pensieri prenderanno il sopravvento.
Nonostante tutto, sarà il sole
che voglio ancora vedere.
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Perdonare
Perdona chi ti offende, perdona
l’ignoranza di chi non vuol capire.
Perdona chi porta odio.
Perdona l’intolleranza.
Perdona la cattiveria.
Perdona chi non capisce il dolore.
Perdona colui che ride del tuo disagio.
Perdona chi non sa capire le cose belle
che lo circondano e magari le deturpa.
Perdona tutti coloro che non conoscono
cosa vuol dire perdonare e il tuo cuore
si arricchirà ancora di più d’amore.
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Un cagnolino chiamato Blu
Sei un batuffolo di cotone bianco
i tuoi ricordi vanno a quando andavi
in giro felice sul cestino di una bicicletta,
girondolando per la città con la tua padroncina.
Lei parlava con te, ti coccolava ti amava.
Assieme eravate contenti e felici.
Adesso è tutto finito.
I tuoi occhi tristi parlano,
dicono che ti manca chi ti ha sempre abbracciato.
L’aspetti, la cerchi guardando sempre in giro,
sperando di vederla tornare in bicicletta.
Ma purtroppo hai capito, piccolo cagnolino Blu,
che la tua Francesca non tornerà più.
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Il piccolo ruscello
Un piccolissimo ruscelletto appena nato da una montagna si lagnava della sua poca acqua.
Ma scendendo aumentava continuamente con l’aiuto di altri fiumiciattoli, era felice e orgoglioso, pensò sarò anch’io un grande fiume.
Arrivato ad una piccola cascata si ritrovò in un laghetto dove scorse una ninfea bianca e rosa, le disse: «Vieni con me ti farò vedere cose bellissime, ma fai in fretta perché non posso fermarmi».
La ninfea non perse tempo si staccò e corse dietro al fiume.
Cominciò a guardarsi attorno, vedeva alberi grandissimi, bellissimi fiori selvatici, ma soprattutto animali di ogni specie che si fermavano a bere quell’acqua limpida.
Rimase incantata dalle bellezze del bosco ed era molto felice di aver seguito il fiume.
Arrivarono in un lago molto più grande dove scorsero altre ninfee, ranocchiette, girini e salamandre.
Era bello stare lì in compagnia, e alla sera, quando si faceva scuro, la ninfea si chiudeva e vedeva il cielo stellato, ma una nuvola nerissima attirò la sua attenzione, il fiume le disse di non aver paura, sono i rondoni che tutti raggruppati dormono e la luna fa loro compagnia.
Passarono i mesi e in autunno il fiore disse al suo amico: «Non rammaricarti io devo addormentarmi, ma stai tranquillo, la prossima primavera tornerò e sarò ancora più bella».
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Il bambino soldato
Ti hanno strappato alla tua famiglia
minacciandola di morte.
Ti hanno rubato la tua innocenza,
nei tuoi occhi c’è il terrore di quella guerra
fratricida che sei costretto a fare,
non conoscendone nemmeno la ragione.
La tua infelicità la si legge nel tuo volto sporco di fango.
Ti hanno insegnato la cattiveria,
l’odio e di non avere pietà per nessuno.
Non hai mai provato cosa vuol dire l’amore,
il gioco, l’amicizia, il sorriso.
Ti hanno messo in mano un fucile più pesante di te,
dicendoti uccidi o sarai ucciso.
Ma chissà se un giorno tutto questo finirà
e tu riuscirai a dimenticare quella orribile esperienza,
forse imparerai ad amare e a sorridere.
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L’amico
L’amico è quello che non ti chiede niente
L’amico è quello che ti ascolta in silenzio
L’amico è quello che ti consola quando sei triste
L’amico è colui che condivide con te le tue idee
L’amico è una persona da imitare per la sua costanza
L’amico è quello che condivide con te l’amore per la natura e ne gioisce della sua bellezza
L’amico è colui che ride della tua gioia, ma che piange per le tue sofferenze.
L’amico puoi anche non conoscerlo, ma è un amico che tutti vorrebbero avere.
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Voglio vedere
Ho una benda agli occhi, per me è solo buio.
Rivoglio vedere il mondo che mi circonda,
non voglio essere una larva che non sente, non parla.
Voglio vivere, ma quella benda me lo impedisce,
perché il sole, la luna, le stelle non mi aiutano ad uscire da questa apatia.
Eppure qualcuno avrà il potere
di aprirmi gli occhi e farmi riassaporare la vita,
lo sto cercando invano,
dovrò stare per il resto della vita nel limbo.
Credo che esista solo un persona che potrà aiutarmi
E quella sarò io.
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Una stella
Ho chiesto al firmamento
se mi prestava una stella.
Potrei illuminare il mio cuore
la mia mente, mi aiuterebbe
a capire come seminare,
la pazienza, la tolleranza
la conoscenza, il perdono
e l’amicizia.
Con quel seme vorrei far crescere
la felicità in ogni uomo.
L’amore esiste basta sapere
dove cercarlo, anche i piccoli gesti
possono farci sentire importanti.
Il nostro cuore è un contenitore
immenso, può assorbire tutto il bene,
per poi distribuirlo a chi ne ha bisogno,
ci sentiremo tutti più leggeri.
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Nostalgia
Nostalgia di una collina imbiancata
di un caminetto scoppiettante.
Nostalgia di un albero di Natale ornato
di mandarini e caramelle.
Nostalgia del pane fresco con una ciotola
di latte e fievoli carezze.
Nostalgia di un gatto nero con gli occhi azzurri.
Nostalgia di quel prato dai mille colori,
e di quell’acacia dai fiori profumati.
Nostalgia dei boschi, dell’odore di funghi,
del canto degli uccellini.
Nostalgia di quel vestitino della domenica.
Nostalgia di una bimba sempre allegra.
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L’aquilone
Vorresti un aquilone con il quale volare
su quelle montagne innevate.
Vorresti rivedere almeno una volta quei boschi
con gli abeti che oscillando sembrano che
suonino una melodia.
Vorresti tornare su quella valle di fiori, dove per la
prima volta hai visto i papaveri gialli e altri fiori
che la corolla sembrava un batuffolo di cotone.
Vorresti tornare su quei sentieri tra le montagne
altissime che toccano il cielo e alle volte avevano
attorno l’arcobaleno che sembrava un’aureola.
Vorresti rivedere quell’aquila bellissima e sentire
il suo grido, il fischio delle marmotte il volteggiare
dei gracchi e rivedere la neve d’agosto.
Tutto questo ti è stato proibito.
Ma il ricordo nessuno riuscirà a cancellarlo.
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Il cuore
Il cuore è uno scrigno,
non aprirlo all’odio
non fare entrare il rancore
non farlo sanguinare dall’egoismo
non renderlo infelice e triste.
Ma aprilo all’amore, fallo pulsare
di felicità, rendilo partecipe delle
bellezze che ti circondano,
riempilo di gioia e di passione.
Ricordati che quando abbracci
qualcuno, il tuo cuore riempirà
il vuoto che è dalla sua parte.
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Il pensiero
Non possiamo impedire ad un seme
di germogliare, come ad un uccello
di non volare, oppure ad un pesce di nuotare.
Non dovremmo, mai impedire ad un bimbo di giocare.
Come negare del pane a chi ha fame,
una coperta a chi a freddo, abbracciare un mendico?
Allora, come potremmo impedire ad un uomo
di pensare ma tantomeno di parlare.
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A Francesco e a Lorenzo
Vi ho amato fin dalla prima volta
che sentii il vostro cuore battere dentro di me.
Paure emozioni progetti,
ma quando arrivaste mi resi conto
che dovevo condividere con voi le gioie
i dolori, ma era tanta la felicità che la paura
svanì come per incanto.
Giocavamo, ridevamo,
l’allegria di essere madre, era travolgente
con i vostri sorrisi, i vostri balbettii
mi resero la donna più felice del mondo.
Adesso che siete grandi e vivete
la vostra vita, mi sento altrettanto felice,
anche se un po’ triste,
per non avervi ancora con me, come prima.
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Volevo le stelle
Volevo le stelle, ma si erano spente,
anche la luna si era nascosta.
Mi sono svegliata cercando il sole,
ma si era eclissato.
Sono corsa verso il mare,
si era prosciugato. I pesci non nuotavano più.
Sono andata verso il bosco, ma gli alberi
avevano i rami distesi verso il tronco.
Gli uccelli non cantavano più.
La natura si era ribellata alla nostra distruzione
Sembrava dire: Adesso non cercate di rimediare,
è troppo tardi.
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Il primo film
Diversi anni fa viveva una bambina in una zona collinare, abitava in una casa che era adibita anche a scuola, una sola aula, una sola insegnante per cinque classi.
All’età di tre anni assieme al fratello più grande di lei di due anni furono mandati all’asilo gestito dalle suore, in paese. Ma dal momento che non esistevano mezzi per tornare a casa ci dovevano dormire.
Dei primi due anni la bimba non si ricorda molto, era troppo piccola. Ricorda solo la mamma che andava a trovarli il mercoledì, perché al paese c’era il mercato e portava loro delle caramelle che, come per incanto, le suore facevano sparire.
Passati due anni il fratello lasciò l’asilo per tornare a casa e andare a scuola.
La bambina rimase sola, ma essendo un carattere abbastanza socievole non si rammaricò più di tanto.
Solo quando vedeva la mamma faceva qualche capriccio.poi si calmava perché vedeva gli occhi della madre tristi che a malapena trattenevano le lacrime.
Una mattina arrivarono i compagni tutti entusiasti.
“Al teatro trasmettono un film, Biancaneve e sette nani!”, tutti dicevano.
“Io ci vado con mio padre!” diceva uno. “Io con mia madre” disse un altro.
Alla bimba uno di loro disse: “Tu non puoi andare, sei sola.”
La bambina era molto triste anche perché le loro parole avevano una punta di cattiveria, i bambini, se vogliono, a volte, riescono a ferire in profondità.
Un giorno la bimba decise di andare al cinema. Non era difficile bastava uscire dal cancello, attraversare la strada, scendere delle scale e là c’era il bellissimo teatro che ancora adesso quando lo vede si commuove.
Quando decise di andare si infiltrò tra gli altri bambini minacciandoli se parlavano.
La maestra che accompagnava non se ne accorse e passò il cancello. Era fatta.
Si nascose nella pineta aspettando il buio, poi si incamminò, attraversò la strada, scese le scale e vide tante persone. Non fu difficile entrare anche perché i bambini non pagavano e poteva essere figlia di chiunque.
Entrata in sala si mise proprio in prima fila e aspettò l’inizio dell’agognato film.
Cominciarono a scorrere le immagini in quello schermo bianco e lei, rapita, non si accorse di due carabinieri che la stavano cercavano.
“Sei tu la bambina dell’istituto?” chiesero.
Lei fece cenno di sì. Le suore non ci avevano messo tanto ad informarsi dai compagni dove fosse. I carabinieri la fecero alzare e la misero in mezzo a loro riportandola all’istituto.
Appena arrivata al cancello e imboccato il viale, la bambina vide la madre superiora in piedi con le mani nei fianchi che la stava aspettando.
La bambina non sapeva cosa l’aspettava, ma la suora si limitò a dire: “Sei stata fortunata a non incontrare un comunista. Ti avrebbe mangiato. Domani manderò a chiamare tua madre. Per adesso vai a letto senza cena.”
La bimba andò in camera e pensò al comunista. Non sapeva chi fosse. Poi iniziò a preoccuparsi per la madre, avrebbe sofferto per quello che aveva fatto.
A un certo punto arrivò la suora della cucina, una vecchietta tanto brava che voleva bene a quella bambina sola. Aveva in mano una ciotola di minestra con tanto formaggio e una mela e le disse: “Presto, mangia! Le altre sono in cappella.”
La bambina rimase confusa. Voleva fare un dispetto alla madre superiora. Le venne in mente che lei dormiva in un lettone. Andò nella camera adiacente, prese il vaso da notte e lo mise al centro del letto. Quando la suora se ne accorse andò a svegliarla. Le fece riprendere il vaso perché lei, grassa com’era, non ci sarebbe mai arrivata.
Come promesso all’arrivo della mamma della bambina la suora sciorinò tutto. La madre ammutolita la portò in disparte e cercò di farle capire che aveva fatto delle cose brutte, facendole promettere che non sarebbe mai più successo. Poi, con le lacrime agli occhi, la salutò.
Era troppo piccola per capire perché stava là, ma con il tempo comprese che era mandata nell’istituto perché la sua famiglia era povera e sarebbe stata una bocca in meno da sfamare. Il padre, operaio, era pagato due lire e la madre passava le notti seduta accanto al caminetto a ricamare, lavorare la maglia o all’uncinetto per i signori della tenuta. La mamma, tra l’altro, aspettava il quinto figlio.
In seguito la bambina seppe che i comunisti non mangiavano i bambini. Aveva tre zii comunisti e non avevano mai mangiato bambini. La suora era stata una bugiarda
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Mi donasti un fiore
Mi donasti un fiore con timidezza
ma anche con gentilezza.
Mi donasti un fiore e non si è appassito.
Anche con le lacrime l’ho annaffiato.
Quel piccolo fiore
ho ancora tra le mani
mi ricorda sempre
com’è grande il nostro amore.
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A Benedetta
Troppo presto hai dovuto lasciare
questo mondo che amavi tanto,
probabilmente tanti piccoli angioletti,
avevano bisogno di te .
Tutti i giorni ti raggiungono
e tu li accogli, intorno a te,
per giocare, cantare, gioire e amare.
Con tanti cherubini che suonano,
altalene di petali di fiori colorati.
Forse era questo il tuo compito,
aspettare dei bambini, che l’egoismo
di questa terra ha dimenticato.
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La valigia di cartone
Nella panchina di un parco era seduto un vecchio signore,
lo guardavo e notavo in lui delle espressioni;
talvolta aveva lo sguardo assente a volte una smorfia che
sembrava un sorriso, guardando i bambini giocare.
Accanto a lui una valigetta di cartone.
Ho pensato forse lì dentro c’è tutta la sua vita .
Ogni tanto cercava in tasca della giacca una busta dove aveva del pane,
ne mangiava poche briciole.
Sono passati alcuni giorni e lui era sempre lì.
Non so se tornava a casa o rimaneva anche la notte.
Un mattino ho preso coraggio, mi sono avvicinata
e gli ho chiesto chi aspettava:
sto aspettando una signora e con lei farò un lungo viaggio.
Dopo alcuni giorni il vecchio signore non c’era più.
La signora era arrivata lo stava portando nel suo lungo viaggio:
Ma si erano dimenticati la valigia di cartone…
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L’immigrato e la luna
Hai gli occhi fissi su quel mare
pensi che dopo quella distesa
d’acqua, c’è un deserto arido,
poi il tuo paese.
I tuoi occhi si riempiono
di lacrime, hai lasciato ciò che amavi
per le guerre, la fame, le malattie.
Non ti sei accorto della luna che
vanitosa si specchiava sul mare.
Il pensiero di come ti avrebbero
accolto ti rattristava,
forse qualcuno ti avrebbe detto
“tornatene a casa sporco negro”
ma poi hai pensato se uno mi offende,
altri mi tenderanno le mani.
Hai dato un ultimo sguardo al mare,
poi, vedendo la luna, hai sorriso
e pensato “sarà lei che mi
accompagnerà nel mio cammino
di immigrato clandestino”.
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Cercavo
Son tornata a cercare una bambina
Allegra e spensierata
Non l’ho più trovata.
Son tornata a cercare
I genitori erano partiti
E due fratelli li han seguiti.
Mi ero addormentata
Con due testine riccioline sui cuscini
Mi son svegliata non eran più bambini.
Son tornata a cercare la mia salute
Non l’ho più trovata
Si era deteriorata.
Avevo trovato un’amica
Ma si era eclissata
Forse l’ho solo immaginata.
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Una zia speciale
I tuoi occhi verdi si perdevano
nel guardare
gli occhi grandi
di un bambino.
Il nipote che desideravi tanto
Era arrivato.
Il tuo sorriso, la gentilezza, l’ilarità
ti distinguevano.
Il farti voler bene
coinvolgeva tutti.
Ma una stella troppo frettolosa
è scesa portandoti con lei
ad illuminare il cielo
nelle bellissime notti d’estate.
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Dov’è l’amore
Dov’è l’amore di quando sono nata?
Dov’è l’amore di quando son cresciuta.
Dov’è l’amore da quando ho capito che
il mondo non è come speravo.
Perché mi è tanto difficile capire alcuni
esseri umani, la loro cattiveria, il loro egocentrismo.
Perché non riusciamo a capire che il nostro
è solo un semplice passaggio su questa terra.
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La cinciallegra
Ti stavo aspettando come tutti gli anni,
puntuale sei tornata a becchettare nel davanzale.
Le briciole di quel dolce che ti piace tanto.
Sei così bella con quei colori, che ricordano i fiori.
Ma non sei sola, la cinciarella ti ha seguito
anche il suo piumaggio sembra uscito
dalle mani di un pittore.
Ma non posso trascurare il pettirosso, che tra
i commensali è il più schivo.
Ma quando c’è da banchettare non si tira indietro.
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La ragazza di Praga
“Sei sempre sotto l’arco,
del centro storico
e chiedi poco,
solo qualche spicciolo.
Hai due occhi bellissimi,
che cancellano il dolore del tuo viso.
Non ho il coraggio
di chiederti niente,
ma tu mi sorridi sempre.
Chissà qualche volta mi fermerò
più a lungo, per parlare un po’
Adesso sono mesi che non ti vedo più.
Forse sei tornata al tuo paese,
dal tuo piccolo.
Non abbiamo avuto tempo di parlare.
Addio mia piccola amica.
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Ai miei figli vorrei lasciare
Il cinguettio degli uccellini, per rallegrarvi.
Il mormorio di un ruscello dove dissetarvi.
Un grande albero per arrampicarvi.
Un prato verde dove riposarvi.
Un cielo azzurro, con perenni arcobaleni.
Un tiepido sole per riscaldarvi,
Un vento leggero per rinfrescarvi.
La luna per rallegrare le vostre serate tristi.
Ma soprattutto l’amore per gli indifesi.
Perché il mio cuore non finirà mai di battere
grazie all’amore che ho per voi.
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La Primavera
Dolce nome è la primavera
non si può essere tristi in primavera
anche se hai il cuore che sanguina
perché il mostro ti ha fatto visita .
No, la primavera non lascerà che
lui si impadronisca di te, dal momento
che tu ami i fiori, l’erba, l’alba, il tramonto.
Un esplosione di colori, di suoni di luce
che quasi ti acceca.
No, il mostro in primavera non viene
perché ha capito che ami troppo
la vita.
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La farfalla
Tu sei l’amante del sole,
volteggi continuamente,
fai la vanitosa perché sai
di possedere un vestito
bellissimo.
Ti senti bella e lo sei, sei forte
anche se ti senti fragile,
ma la tua bellezza
sconfigge tutto e tutti,
perché sei una bellissima
farfalla.
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Il sentiero d’autunno
Cammino in quel sentiero, sembra quasi di essere in un bosco di fate,
un silenzio assordante, gli alberi colorati di rosso, giallo e arancio, o spogliati del loro vestito estivo,
in qualche ramo è rimasto ancora un piccolo nido vuoto.
Lo spettacolo che mi si presenta sembra uscito da una tela di qualche pittore che amava la natura.
Cammino, ascolto il vento che fa toccare i rami degli alberi tra loro, penso ancora.
Interrompono i miei pensieri , i bramiti dei cervi,
il fischio acuto della poiana.
Mi assorbe lo sguardo un ruscello d’acqua cristallina, penso: quante creature disseterà.
Il sole risplende, nonostante la fine di ottobre, ma una nebbiolina sta scendendo.
Ancora cammino, un’ombra mi fa alzare la testa, una bellissima aquila, tranquilla,vola piano,la vedo tutta, nella sua eleganza, sembra dire sono la regina dei cielo.
Mi godo quelle bellezze, arrivo ad un acero dove avevamo inciso le nostre iniziali, mi commuovo,
ma vado avanti, finalmente arrivo al prato, è il tramonto.
Il sole sembra che voglia salutarmi,
ma mi lascia il tempo di pensare, come dire questo è il mio ultimo raggio.
Vorrei distendermi e addormentarmi, ma un pensiero mi scosse dal torpore della stanchezza.
Ricominciai a scendere di nuovo il sentiero, non arrivavo mai da chi amavo che mi avrebbe scaldato il cuore.
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I nostri 42 anni
Quando ci siamo incontrati
in quel momento l’antipatia ebbe il sopravvento.
Ma poi non so per quale magia tutto ciò si tramutò in armonia.
Ci siamo sposati, eravamo così giovani
ma il nostro amore non ebbe confini.
Poi arrivarono i nostri bambini ad allietare la nostra unione.
Sono passati 42 anni e noi sempre insieme,
abbiamo avuto tante gioie e del dolore
che abbiamo superato con amore.
Adesso che siamo arrivati alla maturità,
cosa chiedere :
di rimanere insieme ancora la metà.
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Il giorno più bello
Il giorno più bello, è quando nasce il sole
e il suo calore fa sbocciare un fiore.
Quando ti senti felice per aver donato un sorriso.
Il giorno più bello, è quando non ti senti triste
e pensi al mondo come una favola.
La felicità ti avvolge con una veste dorata
e ti rendi conto di essere amata
di quell’amore romantico, da tanto desiderato.
Il giorno più bello è quello vissuto.
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L’amico immaginario
Ignoro il tuo volto,
come da bambina
ignoravo quello dell’amico immaginario.
Parlavo sempre con lui,
mi faceva sentire importante ,
mi rendeva felice, nell’immaginare
che mi donava dei fiori.
Mi diceva ti voglio bene,
mi consolava quando avevo paura del buio.
«Noi siamo il sole e la luna,
non si incontreranno mai,
ma continueremo a cercarci».
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Gli angeli dalle ali d’oro
Sono scesi degli angeli con le ali d’oro,
ma erano vestiti in modo strano,
capelli rossi, naso rotondo,
la bocca grande e scarpe lunghe.
Ti hanno fatto giocare, ridere,
coccolato, baciato.
Dopodiché ti sei stancato e addormentato.
Ma gli angeli dalle ali d’oro sono riusciti
a portarti via il mostro
che era dentro il tuo piccolo corpo.
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Incontri
Ho incontrato un vecchio
mi ha parlato, l’ho abbracciato
mi ha trasmesso saggezza.
Ho visto un giovane, con gli occhi
sorridenti, parlavano di speranza.
Ho incontrato un bimbo, mi ha preso
le mani, abbiamo corso assieme
lungo la spiaggia, mi ha sorriso,
e lì ho rivisto l’innocenza,
che forse avevo dimenticato.
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Un giorno
Mi proibirai di vedere la natura,
il sole le stelle, la luna, il mare, i monti.
Mi renderai sorda, non sentirò più il vocio
dei bambini, il canto degli uccellini,
il fruscio del vento tra gli alberi,
il mormorio di un ruscello.
Mi prenderai la voce, sprofonderò
in un silenzio totale.
Ma non potrai mai togliermi
l’amore di chi mi ha amato.
♣
Corri bimba corri
Corri bimba corri, scappa
nasconditi dietro l’albero
con le manine chiuditi le orecchie
per non sentire i lamenti le urla
di quelle madri straziate dal dolore
per la morte quei cinque figli appena ventenni,
impiccati a quelle colonne, dove tu andavi
a giocare, ma non potevi sapere
eri troppo piccola.
Corri bimba non ascoltare, deve
sentire solo la spia che ha fatto morire
quei ragazzi.
Quel luogo ironia della sorte si chiama “SPERANZA”
ma servirà a te per il tuo futuro.
Ma per quei ragazzi la vita si è fermata lì.
♣
Su quel prato fiorito
Non lasciarmi ti prego, il mio cuore sanguina,
la mia anima frantumata dall’angoscia.
Il pensiero di non rivederti mi logora
perché so che non tornerai.
Questa sarà l’ultima volta su questo prato fiorito,
mi sussurri parole che non sento,
il vento se le porta via come farà con te.
Il tuo Eroe ti sta aspettando, ha bisogno di te
per riunire la nostra terra,divisa, mutilata dai tiranni.
Noi un giorno ci ritroveremo,
allora ci sarà una Patria,una Bandiera ed un Inno
che i nostri figli canteranno.
Su quel prato adesso c’è il grano dorato
e dei papaveri rossi, il colore versato per amore
dell’Unità d’Italia.
♣
Sono figlia
Sono figlia di una madre dolcissima
un padre timido ma determinante .
Sono figlia della gioia per una guerra finita,
sono figlia della fame di sapere,
sono figlia di una pineta dal profumo di resina.
Sono stata solitaria, in quella collina tanto amata.
Le mie magre gambette hanno corso dei sogni,
che mai si sono realizzati.
Ma sono stata figlia di una speranza,
della dignità, e di tanta onestà.
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Vorrei
Vorrei avere due stelline per poter
rendere la vita a quei bimbi.
Vorrei poter asciugare le lacrime
di quelle madri.
Vorrei poter nascondere a quel vecchio
che il suo popolo lo stanno massacrando.
Vorrei essere una colomba bianca
e portare la pace che forse non hanno mai conosciuta.
Vorrei cavalcare Pegaso e rendere il sorriso,
a quei popoli che non hanno mai assaporato la Libertà.
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La felicità
La felicità la puoi provare,
ascoltando una bella melodia,
oppure camminando a piedi nudi
in una spiaggia bianca,
guardando il volo di un gabbiano,
o seduto aspettando il cielo stellato.
La felicità la puoi trovare in un bosco
e sentire il profumo di mughetto.
La felicità la puoi trovare con gli
occhi dell’amore.
Ma la vera felicità se ascolti bene
è nascosta dentro il tuo cuore.
♣
La bambola
Il nasino schiacciato su quella vetrina
con gli occhi grandi guardavo la bambolina.
Alzai lo sguardo su quelli di mia madre,
ma capii il diniego dalla carezza che mi fece.
Con fatica mi staccai da quella vetrina,
subito pensai ho quella di Natale.
Fatta con pezzetti di stoffa, capelli di lana gialli,
occhi di bottoni azzurri, era molto bella,
perché solo l’amore di una madre ha tanto potere
nel rendere felice la sua bambina.
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L’omino d’oro
Un mattino venendo dalla stazione in piazza Guido Monaco, che fa angolo con via Garibaldi, vidi un uomo vestito tutto d’oro, aveva il frac la bombetta gli stivali e l’ombrello, e tutto era del colore dell’oro.
Puoi immaginare lo stupore che provocò in me. Il giorno seguente era sempre lì, camminava avanti e indietro su quel pezzetto di marciapiede, non parlava con nessuno.
Non ho mai saputo l’ora in cui arrivava né quando andava via, non ho mai saputo dove abitava, non ho la minima idea da quanto durasse, probabilmente dalla fine della guerra.
So soltanto che con la pioggia o con il sole, tutte le mattine puntualmente lui era lì.
La curiosità prese il sopravvento ed allora cominciai a chiedere in giro.
Quello che seppi mi fece tornare indietro di qualche anno, ancora bambina quando dopo la guerra i genitori piangevano i loro figli.
Lui era un padre che aveva perduto il figlio in guerra, e ciò probabilmente aveva minato il suo comportamento.
Qualcuno lo scherniva, ma i più comprendevano il suo dolore e la sua speranza di veder tornare quel che la crudeltà di una guerra gli aveva sottratto.
Poi un mattino l’Omino d’oro se ne è andato forse per raggiungere quel figlio tanto amato.
Dopo alcuni anni fu fatto uno spettacolo teatrale in suo ricordo, penso che se avesse potuto vederlo ne sarebbe stato orgoglioso.
Ciao Omino d’oro anche tu fai parte dei miei ricordi indelebili.
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La tristezza
Perché mi sento così infelice
dov’è andato il mio cuore?
Forse sono gli anni che pesano
gravano su ogni mio pensiero.
Faccio un bilancio e mi rendo conto
di aver fallito il mio compito.
Vorrei andare lontano e dimenticare il mondo.
Vorrei andarmene in silenzio,
senza disturbare, senza rumore,
avevo chiesto solo comprensione
non avevo bisogno di altro che amore.
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Povero vecchio
Ti hanno portato in quella casa di riposo,
dicendoti qui starai bene, sarai curato.
Ma tu non stavi male, anche se le mani
erano tremanti e le gambe instabili.
Ti avevano promesso, verremo sempre a trovarti.
E tu aspettavi con le lacrime agli occhi,
guardavi da quella finestra il loro arrivo.
I tuoi giorni erano tutti uguali e la tristezza
aumentava, volevi rivedere chi ti aveva portato lì.
Finalmente un giorno sono arrivati,
ma non ti hanno trovato, te ne eri andato
e hanno capito che non saresti più tornato.
♣
Un secolo di vita
Eri una donna alta, magra, altera, anche se eri una contadina,
avevi il viso scavato forse dal dolore per la perdita di quel figlio diciottenne
chiamato in guerra e non più tornato, disperso in Russia.
Nonostante tutto ti sei addossata sulle tue magre spalle il peso di una numerosa famiglia.
Essere contadini in quel periodo voleva dire rompersi la schiena e alla sera dormire in un letto di
gusci di granoturco.
Sei rimasta vedova e questo ha contribuito maggiormente a farti lavorare di più.
Eri sempre vestita di scuro con quel fazzoletto in testa legato secondo le occasioni, dietro per lavorare, oppure sottogola per andare a Messa o al mercato a piedi, facendoti sei chilometri sia andata che ritorno.
Ma tu eri il pilastro di quel podere, avevi la responsabilità che tutti lavorassero bene, ed io ero quasi sempre in trasferta da te.
Ricordo il cattivo odore delle stalle o dell’essiccatoio del tabacco.
Ma ricordo anche il buon profumo del pane, del latte, della ricotta, le uniche cose che mangiavo, tu mi dicevi: «Scimmietta se non mangi non crescerai come me»!
Mi raccontavi delle favole la sera a letto, oppure da giovane quando per la prima volta hai visto un aereo ti sei andata a nascondere dalla paura.
Ricordo la visita dei padroni del podere. Tutti sull’attenti. Tu vestita a festa, gli zii con il cappello in mano, sentivo soltanto dire «Sì signor conte, certo signora contessa».
Quando in estate il grano era maturo e prossimo alla mietitura, la tua paura erano i temporali, in particolare la grandine.
Se ciò accadeva ti mettevi a piangere e pregavi, avevi sempre il Rosario in mano. Mentre gli zii pregavano al contrario, poi si mettevano a parlare di politica, erano rossi come si definivano, ma io non capivo, per me non avevano il colore rosso.
Il mattino della battitura del grano c’era una tale confusione che io andavo dietro nel prato e parlavo con l’amico immaginario.
Giocavo con fiori selvatici bianchi, mi facevo una corona da mettermi in testa. Mi faceva immaginare una principessa .
Le cugine erano più grandi di me, con il grembiulino bianco giravano intorno all’aia con il fiasco del vino per gli uomini.
La sera quando avevano finito, chi più chi meno erano sbronzetti e alle volte venivano alle mani.
Era il momento più brutto nel quale mi mettevo a piangere, ma forse il tutto mi sembrava grande perché io ero piccola.
Ma venivo consolata con una tazza di latte e pane abbrustolito.
Questa era la mia nonna morta alla età di cento anni.
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L’amore
L’amore non si compra, ma si regala,
quando ti senti infelice pensa all’amore.
Donalo senza remore, ti sentirai felice,
lo puoi donare ad un bimbo, un anziano,
un mendicante, una vecchietta dai capelli
argentei.
Puoi donare l’amore agli animali,
aiutandoli ad non essere violentati.
L’amore può essere dato alla natura
rispettandola.
Ma l’amore può abbracciare il mondo
se gli uomini lo permettessero.
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Ricordi
Mi batte forte il cuore
ricordando la vita passata.
Forse mi sto facendo solo del
male, so benissimo che non tornerà.
Allora guardo fuori, vedo gli alberi
maestosi, sembrano toccare
il cielo azzurro, sento gli uccellini cantare,
le mie rose rosse aprirsi al calore del sole.
Poi cala la sera, vedo il cielo riempirsi di stelle.
Mi viene voglia di essere seduta su di
una di esse, chissà se lassù potrei sentirmi
felice.
♣
L’uomo e la natura
Moriamo ogni giorno: una citazione di Seneca.
Ma oggi lo possiamo dire? Oppure dobbiamo dire ogni giorno ci stiamo uccidendo.
Sono anni che l’uomo violenta, stupra la natura,
senza rendersi conto che lei non potrà sopportare a lungo questo
scempio che le causiamo.
Certo il progresso dove lo mettiamo?
Ma se pensiamo che dal dopo guerra ad oggi abbiamo progredito così
tanto che a condizioni
dettati dalla natura ci avremmo 150 anni.
Ecco che viene fuori il consumismo, questo porta ad utilizzare risorse
che vengono prelevate
alla natura, che siano montagne, foreste, mare.
Dicono che l’ossigeno che respiriamo non viene dalle foreste ma dalle
alghe marine, ma il mare e suoi abitanti, quanto ancora gli resterà da vivere?
Ogni giorno si estinguono animali, piante, fiori,
la fame di potere, la distruzione degli esseri umani, della
natura, l’uomo ne fa incetta.
Ecco allora che vengono tagliati alberi, trivellati territori, anche se
protetti, cementificare tutto, anche cattedrali nel deserto.
Preservare la terra sembra che non interessi a nessuno, quantomeno
sono in minoranza.
Cosa lasceremo alle future generazioni?
Gli stiamo privando le bellezze che i nostri artisti hanno fatto senza
mezzi meccanici,
ma solo con le mani, scultori, pittori, scrittori, poeti.
Le bellezze architettoniche se non vengono mantenute tali, per quanti
anni potranno resistere?
“Quando avrete abbattuto l’ultimo albero,
quando avrete pescato l’ultimo pesce,
quando avrete inquinato l’ultimo fiume,
allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro”.
TORO SEDUTO TA TA NKA 1831/1890.
I nativi d’America dissero
una persona non dovrebbe mai lasciare tracce
così profonde che il vento non possa cancellarle.
♣
L’indifferenza
L’indifferenza rende il cuore dell’uomo arido,
non ha tempo che di pensare a se stesso.
L’indifferenza lo rende cieco, non vede
la disperazione delle popolazioni colpite dalle guerre.
L’indifferenza lo rende sordo, non sente il pianto
dei bambini che soffrono la fame e muoiono per le malattie.
L’indifferenza rende inutile lo sforzo di chi vorrebbe
cambiare il mondo.
L’indifferenza gli vieta di aiutare un suo simile,
non ha tempo di comunicare con altri.
Ma l’indifferenza potrebbe ritorcergli contro
e soffocarne i suoi egoismi.
♣
Piccolo straniero
Vai su quel molo guardati intorno,
troverai un piccolo straniero solo.
Allunga la tua mano prendi la sua
abbraccialo, portalo nella tua casa.
Asciuga le sue lacrime,
digli che gli vuoi bene, fa che mangi
il tuo pane.
Rassicuralo che le sue mani non
sono sporche ma solo un po’ scure.
Mettilo a dormire su delle soffici
nuvole bianche.
Quando si sveglierà il mondo
gli sembrerà magico,
grazie al tuo amore.
♣
A mia madre
Ti sono stata accanto a quel letto
d’ospedale giorno e notte.
Sapevamo entrambe che non ne
saresti uscita.
Ma il tuo coraggio la tua forza
mi davano motivo a non lasciarmi
trascinare dalla tristezza.
La tua serenità era la mia vita.
Il giorno che sei partita, mi hai fatto
un grandissimo regalo.
Mi hai salutato con un bellissimo
sorriso.
♣
Un raggio di sole
Vorrei rubare un raggio di sole,
e che la sua luce rimanga perenne.
Vorrei portarlo in quei vicoli tetri e sporchi
vorrei illuminare i volti di quelli senza dimora
emarginati e ignorati da questa società.
Vorrei farli uscire dai loro letti di cartone,
vorrei vederli sorridere.
Vorrei che tutto questo fosse possibile:
Grazie a quel raggio di sole.
♣
L’età
Passano gli anni, forse ti senti inutile,
non lasciare che il tuo cuore si inaridisca,
alimentalo sempre con l’amore, il sorriso,
l’ottimismo, non pensare di essere un ramo
secco da estirpare.
La tua anima resterà giovane se lo vorrai,
fai in modo che la malinconia non prenda
il sopravvento.
Ci sarà sempre qualcuno che ha bisogno
del tuo aiuto.
Ma soprattutto della tua saggezza.
♣
Il viale
Cammino su quel viale di tigli,
il loro profumo è inebriante.
Non finisco mai di camminare
poi vedo un boschetto di pioppi
non troppo lontano dal mare,
il sole illumina le foglie che
si trasformano in color argento.
E’ sera voglio guardare il tramonto
è una visione che mette gioia.
Sono incantata, aspetto, penso
a quella distesa di mare che si fa
sempre più scura, c’è una pallida
luna che mi fa compagnia.
Mi sdraio, aspetto, forse mi addormenterò,
chissà per quanto tempo non lo so.
Ma ci sarà sempre quel bellissimo sole
che mi sveglierà dal mio lungo sonno.
♣
Le perseidi
Vorrei vedere le stelle cadenti
esprimere alcuni desideri.
Che l’odio dia spazio all’amore,
che la pace faccia da filo conduttore
per far cessare le guerre.
Che nessuno debba più morire
per la fame e la sete.
Per chi si sente, solo trovi un amico
che gli stia vicino.
Che l’egoismo si trasformi in umanità.
Per chi soffre, trovi un po’ di consolazione.
Per chi si sente al buio, trovi la luce della serenità.
Per chi sente triste, lo rallegri un arcobaleno.
Ma soprattutto vorrei che gli uomini
conoscessero il vero significato dell’amore.
♣
A Riccardo
Ho chiesto a quella mezza luna se mi portava
sopra quel bellissimo mare della Sardegna.
Era quasi l’imbrunire, le stelle si specchiavano
nell’acqua, brillavano come delle lucciole.
All’improvviso su di uno scoglio ho visto
una persona dai capelli bianchi, occhiali
non ho notato il colore dei suoi occhi
ma erano dolci come quelli di un bambino.
Aveva una chitarra, con delicatezza
faceva vibrare le corde, suonando e cantando
una melodia blues.
Poi si è incamminato verso l’orizzonte
con passo cadenzato, ha guardato la luna
e ad abbozzato un sorriso.
E’ bellissimo avere un amico anche se lontano.
♣
I figli
Non puoi sentirti più orgogliosa di avere dei figli,
è come raggiungere il cielo.
Senza renderti conto di avere un bene prezioso
in quanto loro saranno il tuo futuro
e ti ameranno sempre,
con i tuoi pregi, i tuoi difetti,
incondizionatamente,
ma saranno i tuoi giudici,
comunque sarà,
avrai lasciato loro il tuo amore.
♣
Pesciolina69
Gli amici sono stelle rare,
ma a volte sono perseidi che cadono
nella notte di San Lorenzo.
Oppure sono comete
che passano veloci e si frantumano,
ma alcune restano, nel firmamento,
per sempre.
♣
Il silenzio
E’ bellissimo essere seduti in un bosco
e ascoltare il silenzio, guardando l’orizzonte,
senza riuscire a vederne la fine.
Ascoltare in silenzio il battito del tuo cuore,
e meditare sul tuo passato.
In silenzio guardare il tramonto di un giorno che se va,
oppure aspettare quel raggio di sole che ti
annuncia l’arrivo di una nuova vita.
In silenzio visitare un piccolo cimitero
di campagna portando un fiore ad uno sconosciuto
pensando: veniamo al mondo e moriamo in silenzio.
♣
Ho sognato
Ho sognato che arrivavo in cima ad una
montagna dove c’era un mondo felice,
gli arcobaleni perenni, giardini sempre in fiore
i bambini allegri senza lo spettro della
fame, delle malattie, non più conflitti,
né guerre né calamità, sarà un mondo diverso
da quello che stavo vivendo ci sarà
solo amore gli uni verso gli altri.
Così mi sono messa in cammino per cercare
la montagna, ho camminato giorno e notte.
Finalmente l’ho vista, dovevo salire in cima
per avere la felicità che volevo
ma esausta mi sono addormentata,
pensando salirò domani.
Quando ho riaperto gli occhi
intorno a me c’era solo deserto
la montagna non esisteva e li ho capito
che era stato un sogno, il mio sogno.
♣
Il senzatetto
Sei seduto su quello scalino
accanto a te il cagnolino
le poche volte che vede cascare
una monetina, scodinzola si alza
e batte le zampette.
Ma alla sera nella ciotola ci sono
pochi spiccioli, non bastano per
placare i crampi dello stomaco.
Mentre torni verso la stazione
ti fermi ad un bidone di un ristorante
guardi se trovi un pezzo di pane.
Arrivato nel tuo letto di cartone
ti sdrai, il cane ti offre il suo calore,
ma non si accorge delle lacrime
che scendono bagnando le tue rughe.
♣
Il lavoro
Una dignità calpestata,
un essere umiliato.
Chi sei tu per ribellarti,
non puoi, sei un nessuno,
al quale sono negati i diritti.
Ma la tua tenacia, i tuoi valori,
la tua onestà, avranno il
sopravvento e, arriverà
il giorno che sarai orgoglioso
della tua costanza, nel difendere
ciò che ti appartiene di diritto.
Fantasia sogno e tanta sensibilità. Sandro
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Qui si vede l’inconfondibile tocco femminile di speradisole, da una parte, e di Lidia, dall’altra.
Romanticismo, tenerezza e grande sensibilità.
Complimenti per l’iniziativa e per il lavoro di gruppo!
Un grande abbraccio a entrambe.
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Splendido spazio sull’anima, la forza delle parole sta proprio nel fatto di tradurre a molti il contenuto delle emozioni. Grazie
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[…] Foto1, Foto2, […]
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Lidia, i tuoi pensieri sono poesia! Tornerò spesso a rileggere.
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Come promesso a Lidia vengo in questo spazio a dir poco stupendo.
Mi è piaciuto molto “la valigia di cartone”. Mi ricorda la mia gioventù, quando dal sud si venne al nord…un lungo viaggio che non terminava mai. La nostalgia poi ti tormentava, quelli del nord che ci guardavano come oggi si guardano gli extracomunitari…è proprio vero che la storia si ripete, gli uomini fanno sì che la storia si ripeta…Ricordi da non dimenticare…per crescere. Bacio cara amica
P.S sai ho trovato una nuova amica, si chiama Lidia, stupenda cosa l’amicizia, riscalda il cuore…
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Gibran (Lidia) era da diverso tempo che non entravo in questa pagina e te ne chiedo scusa, anche perché Speradisole mi aveva accennato di una tua prossima dedica.
Ti ringrazio tantissimo. E’ molto bella, come lo sono, del resto, tutte le altre, piene di sentimento e amore, a parte qualcuna un po triste.
Mi ero preparato qualcosa anch’io, ma leggendo qua sopra ne faccio volentieri a meno, non potrei competere.
Grazie ancora e continua a scrivere altre belle poesie.
Ciao Gibran (Lidia).
Ciao Speradisole.
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@Antonio,ti prego mandami quello che avevi scritto,mi faresti veramente felice.Non essere troppo buono sono solo pensieri e se vuoi la verità alle volte mi sento una scolaretta di quinta elementare,ma alle volte scrivo per non pensare,Mi mancano le tue risposte,ma soprattutto sei stato uno dei primi amici del blog e questo non posso dimenticarlo.
Ciao Antonio un grande abbraccio Lidia.
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@Gibran(Lidia)Grazie per la considerazione che mostri nei miei confronti, che apprezzo tantissimo.
Come accennatoti ieri e visto che ci tieni, trascrivo quello che era mia intenzione inviarti, ma che avevo cambiato idea dopo aver letto il tuo bellissimo lavoro:
Adolescenza
“Adolescenza regina dell’amore
dove tutto è possibile, anche sognare.
Un bel cavallo bianco
con la criniera al vento
cantare a squarciagola
con la ragazza accanto.
La vita è troppo lenta
la fretta è di arrivare
e avere diciott’anni
è già come volare.
Ma giunti a quel traguardo
iniziano gli affanni:
lavoro, moglie e figli
è tutto un gran da fare!
Allora col pensiero
vorrei ricominciare
ridatemi il cavallo
ho voglia di volare.”
Ecco, sei stata accontentata.
Ciao Gibran(Lidia) ricorda che ti(vi) seguo sempre anche se molte volte non partecipo ai vostri commenti.
Antonio.
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Grazie Antonio,
è bellissima,magari potessimo tornare a quei bellissimi momenti anche(dico a me)non avevamo tanto.Bastava la spensieratezza e la gioia di una vita semplice,e innocente.
Grazie tante Antonio un abbraccio a presto Lidia.
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Sono dell’avviso anch’io che le poesie di Antonio siano più che meritevoli. Sono proprio belle.
Io e Lidia ne aspettiamo altre, o altri pensieri, o racconti, quello che vuoi e poi, se credi, ne faremo un’antologia.
Ciao Antonio, un abbraccio.
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Ciao Lidia, anch’io sono figlia di una guerra finita…
Complimenti vivissimi. I tuoi Pensieri sono uno più bello dell’altro.
Un abbraccio, Nou.
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Cara Lidia, non sono certo incline alla retorica ed ai complimenti: perciò quel che ti dico viene dal cuore.
La poesia che ha come protagonista l’aquila è davvero bella… in pochi versi hai sintetizzato tanti fatti e tante sensazioni.
Per esempio: (se ho ben capito) l’amicizia con speradisole, inoltre il volo dell’aquila può simboleggiare la coerenza di chi non accetta facili compromessi ed ancora, io ho visto nel riferimento appunto all’aquila un pensiero per la ferita ma orgogliosa città dell’Aquila…
Il riferimento all’arcobaleno ed al sonno, poi, mi ha fatto venire la pelle d’oca anche perchè in questo periodo sto rimuginando su qualcosa di molto vicino a quel che tu hai
espresso. Telepatia?!
Ho apprezzato molto anche altre cose, che però voglio leggere con più calma; certo però che il “pezzo” su l’uomo con la valigia di cartone è struggente come un grande blues…
Molto bello anche il ricordo sui 42 anni di matrimonio; tanti di noi sperano di incontrare o di “mantenere” altrettanta felicità!
Le mie sono impressioni senz’altro un po’ confuse. Tornerò presto a rileggerti.
P.s.: avevo ragione… il tuo mondo è davvero bello.
P.s. 2: grazie anche a te, Spera, per aver deciso d’ospitare dei pensieri stimolanti come quelli di Lidia! Spesso (nel tuo caso è sicuramente così) generosità ed intelligenza fanno rima…
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La sensazione d’aver “fallito” il proprio compito è triste, è piena di amarezza, fa male e sai trasmetterla con versi molto chiari, direi nitidi.
Ma secondo me è tipica di persone sensibili ed intelligenti, che sanno riflettere su sè stesse… a volte, secondo me, forse anche con un ECCESSO (ripeto: ECCESSO) di severità verso la propria esistenza.
Nella maggior parte dei casi sono gli stupidi o comunque le persone prive di dubbi, quelle che sono sempre soddisfatte di ciò che hanno fatto o che pensano di non aver mai sbagliato.
La persona invece sensibile ed intelligente come te, quando dà uno sguardo alla propria vita passata tende a vedere solo il dolore e non quel che di bene e di buono ha compiuto.
Si tratta di generosità e di mancanza di superbia, qualcosa da cui tanti di noi avrebbero da imparare!
Nelle persone che hai amato, generato e
nelle cose che scrivi non c’è un “compito fallito” ma al contrario, un compito pienamente riuscito…
Fatti forza in questo difficile momento e per quel che può contare, io “tifo” per te.
Un abbraccio!
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Il ricordo di tua nonna comunica una grande sensazione di forza e di dignità…
Donne come lei hanno rappresentato un’Italia (come si suol dire) contadina, ma che purtroppo non esiste più… sostituita dal culto dell’immagine, un’immagine spesso falsa o al massimo, superficiale.
Se hai notato, ormai le persone sembrano fatte di plastica o di ferro; la carne e l’anima, nessuno sa più dove siano andate a finire.
Dico questo perchè io ho avuto una nonna che morì ad oltre 90 anni e che il tuo scritto mi ha ricordato molto.
Tornando a certe persone di plastica o ferro, esse sono particolarmente assurde se pensiamo che tutta l’Italia (e la mia Sardegna alla grande!) ha sempre avuto una forte impronta contadina ed operaia, il cui ricordo non dovrebbe mai andare perduto.
Un caro saluto e coraggio!
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Ciao, tutte belle…ma perchè non fare un blog proprio???
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Hai ragione Anna Maria, Lidia dovrebbe aprire un blog e tenersi tutte le sue poesie e racconti.
Spero che lo faccia, magari con l’aiuto di qualche esperto in computer.
Per il momento le conservo in questa sua pagina creata per lei.
Ciao.
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Lidiaaaaa dove sei? Bacio a te e a chi ti ospita…
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Ciao Lidia!
Un abbraccio, Nou.
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Quel piccolo e fragile bambino straniero… cacciato dalla guerra, dalla fame, dalla siccità, dalla carestia.
Cacciato, forse, soprattutto dall’egoismo di noi che viviamo assurdamente felici… e che possiamo esserlo grazie alle risorse che “vampirizziamo” al Terzo mondo, alle guerre che fomentiamo per vendere le nostre armi…
Tempo fa ho letto di una multinazionale che ha regalato ad un Paese “sottosviluppato” dei… biscotti per cani!
Ogni giorno muoiono di fame centinaia di bambini… e noi ci riempiamo, ipocritamente, la bocca con parole come famiglia, Dio, pace, tutela dell’infanzia e chissà che altro.
Se ognuno di noi trovasse la forza per aprire il proprio cuore di pietra a certi innocenti, allora questo mondo sarebbe un po’ meno infernale.
Ma tu, carissima Lidia, questo lo hai detto molto, molto meglio di me!
Un fortissimo abbraccio e spero che vada un po’ meglio…
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Ciao Lidia un abbraccio
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Ho riletto alcuni pensieri, fra cui il ritratto di tua nonna: splendido. Anch’io, nella mia infanzia, ho desiderato fuggire quando all’inizio dell’inverno uccidevano i maiali. Ricordo una giornata di cielo coperto del grigio che precede la nevicata. le nuvole basse e l’aria rarefatta propagavano il grido di agonia dei poveri sacrificati. Il grido straziato oltrepassava le mani sulle orecchie e non c’era verso di allontanarsi benché corressi, corressi lontano: Dio!, correvo allora così forte e così naturalmente sincronizzata da non sentire nessuno sforzo… ripensandoci non ci posso quasi credere.
Un caro saluto e augurio di buon ferragosto.
Ciao Lidia.
Nou
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Carissima, i tuoi commenti fanno felice Lidia.
E’ brava e capace di scrivere con una finezza di concetti che stupisce.
Ci fa piacere che sia con noi.
Grazie anche a nome suo, ciao Nou.
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Cara Lidia, avrei voluto scrivere io la tua poesia “L’età.”
Purtroppo, non possiedo la tua capacità di dire cose complesse in modo (apparentemente) semplice…
L’inclinazione alla malinconia è una cosa che secondo me hanno solo le persone che non si accontentano di auto, facili amori, soldi, potere ecc.
Il malinconico, la malinconica guarda OLTRE tutto questo e vede in quelle cose quella che il Qoèlet, nella Bibbia definisce “vanità delle vanità.”
Purtroppo, spesso è facile pensare che siamo dei rami secchi “da estirpare”: problemi di salute, precarietà nel lavoro, malintesi con colleghi o con parenti che spesso sfociano in liti violente, dilagare dell’immoralità e della corruzione nella politica, esaltazione dell’ignoranza, cancellazione di diritti a livello sociale e della memoria storica..
Tutto questo ci fa dire: “Io che cosa posso fare, che cosa valgo?”
Eppure, anche il “semplice” fatto di poter esprimere il nostro (in questo caso il tuo) disagio è già qualcosa: significa che non ci si è ancora arresi al concepire la vita come un reality show ma come qualcosa di prezioso e che va difeso… anche a costo di sembrare dei Don Chisciotte.
Un abbraccio!
P.s.: non ho trovato il tuo pensiero per Antonio (sono un po’ drollu, imbranato!)
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Io mi sono emozionata nel leggere la poesia “A Riccardo”. Si sente la risacca placida e si vedono tutti i luccichii degli astri. Una cornice di quiete dove il ritmo di un vecchio blues trova la sua armonia. Ed è pure una carezza al sentimento di amicizia.
Ciao Lidia 🙂
Un abbraccio
Nou
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Grazie Nou a nome di Lidia, sarà contenta.
L’altro giorno ne leggevo alcune di questa poesie a mia nipote, grande. E’rimasta impressionata dalla limpidezza e profondità di questi “pensieri” come li chiama Lidia.
Ciao Nou.
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Non mi meraviglio, queste poesie esprimono con limpidezza sentimenti e concetti universali e con universali intendo riferirmi a ciò che ogni persona ha dentro di sè in quanto essere umano e per questo li può comprendere, se vuole.
Un abbraccio ad entrambe 🙂 Ciao nou
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Cara Lidia, avevo già letto una versione che mi avevi inviato di questa poesia… per la quale ti ringrazio, immensamente, anche qui.
L’amicizia è un bene prezioso, probabilmente unico.
Perchè se nell’amore (che è naturalmente un sentimento più intenso e forte) c’è forse anche una componente a volte (non sempre, eh?!) egoistica o sanamente egoistica invece nell’amore regna il disinteresse.
Voglio dire che il legame tra gli amici è differente dal fatto di una vita insieme, di opinioni politiche, religiose e culturali più o meno simili, figli, la casa in comune ecc.
Per questo mi piace molto e ti sono grato che tra noi ci sia questa amicizia e che abbia trovato il tempo e la voglia di dedicarmi questa bella poesia.
A me che mi considero, come ho scritto più volte, un “vecchio ragazzo”…
Abbraccione e spero che certe cose che ti riguardano si possano risolvere o che lo siano già state!
Riccardo
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Ammetto che era da un po’ che non facevo un giro dalle queste parti, ma quante splendide poesie hai scritto, Lidia!!
Sono veramente una più bella dell’altra, raccontano di un animo dolce e gentile, parlano di te.
Ricordo anche la poesia che mi hai dedicato un anno fa e che speradisole ha qui riportato, confesso di sentirmi privilegiata ad averne una tutta per me…
Un abbraccio con tantissimo affetto e tanti tanti baci!
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Ciao Lidia!
Era da un po’ che mi dicevo devo passare a vedere se Lidia ha aggiunto qualche altro gioiello; l’hai fatto e sono tre gioielli preziosi. “Il silenzio” è una meditazione in sintonia con la natura, come il tronco dell’albero che sente le radici e la chioma e tutto quanto respira attorno a sé. “Ho sognato” esprime il desiderio di una natura idilliaca e benigna, che comunque non sfugge al richiamo della realtà nel risveglio.
Sei una poetessa che vive una perfetta simbiosi fra mondo interiore e vita circostante. Ciao carissima amica e grazie!
Un abbraccio, Nou.
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Mi piacciono Vorrei…L’indifferenza…Il silenzio poi è favolosa, triste ma veritiero il finale: veniamo al mondo e moriamo in silenzio.
Lidiaaaaa ti voglio bene lo sai?
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Sono incredibilmente coinvolgenti queste liriche che ho scoperto pochi giorni fa e sto centellinando, mi riportano a momenti che anch’io ho già vissuto.
Grazie Lidia e grazie Speradisole per questo inestimabile regalo.
Sileno
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Grazie a te Sileno, per l’apprezzamento e per la tua presenza. Lidia è bravissima, condivido il tuo complimento e sono contenta che abbia scelto il mio blog, per i suoi bellissimi “pensieri” come li chiama lei..
Ciao.
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Cara Lidia, ho iniziato a leggere le tue poesie dal principio della pagina e sono arrivato senza accorgermene alla fine, Le tue poesie non sono solo parole su un foglio di carta, sono sentimenti pulsanti ed amore che avvolge, sono la storia del tuo essere ed un messaggio che conforta, sono l’abbraccio fraterno di un’amica che ti riscalda il cuore.
Non ci conosciamo personalmente, ma credo di poter affermare che sei una persona veramente speciale ed io sono felice di aver potuto scoprire sentimenti e pensieri così belli.
Un abbraccio
Raf
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Questa gentile signora mi ha fatto un grande regalo, ha donato le sue poesie al mio blog. Per semplice amicizia e con tanti bei blog che ci sono in giro, per qualche misterioso motivo, ha scelto il mio ed io ne sono onorata..
Credo che questi gioielli siano i più belli che ho letto per la loro inconfondibile personalità.
Grazie Raffaele anche a nome di Lidia.
Ciao.
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@Sole
E’ un onore essere amici di Lidia e le sue poesie meravigliose arricchiscono il tuo Blog di ulteriore sensibilità, amore e gentilezza.
Un abbraccio ad entrambe, ciao
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Finalmente scopro le poesie di Lidia, grazie cara Speradisole per averle pubblicate. Cara Lidia, mi piace molto il tuo modo delicato di esprimere l’amore per la natura, per gli amici, per la Terra che ci ospita, hai un animo sensibile lo si percepisce ad ogni verso, ad ogni parola.. mi hai trasmesso una grande emozione con Il silenzio, con le tue parole delicate per il Senzatetto e con la commovente dedica a tua madre. Confesso, condivido ogni tuo pensiero e sono convinta, come te, che l’amore potrebbe abbracciare il mondo se solo gli uomini lo permettessero.
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Carissima, grazie. Ti ringrazio delle belle parole anche a nome di Lidia. Le ho consigliato di raccogliere tutti questi bei pensieri, in un album, perchè non vorrei andassero perduti, per causa della mia scarsa capacità col computer. Conserverà volentieri anche questo bellissimo commento. Gli apprezzamenti sono una grande gioia per chi, come Lidia, sa creare qualcosa di bello e di nuovo.
Tra animi sensibili vi capite bene.
Un abbraccio.
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Lidia: i racconto “Il primo film” è al livello di una sceneggiatura quasi neorealista, non scherzo!
Purtroppo, la cattiveria di chi dovrebbe essere un modello di bontà (bambini, suore) può essere devastante…
Hai descritto davvero bene, intendo con grande padronanza di linguaggio e “geometria” le situazioni ed i sentimenti-base di una storia come quella.
Spesso c’è chi si fa prendere la mano, ma così anche la pur giusta indignazione finisce per perdersi o per sembrare esagerata.
Tu hai saputo invece quasi estraniarti dall’ingiustizia subita dalla bambina, anche se si capisce bene come la faccenda ti abbia fatto ribollire il sangue.
Del resto, come avrebbe potuto essere diversamente?
Il bigottismo è stato e continua ad essere una delle peggiori piaghe del nostro Paese… piaga che ha iutato i padroni ed i vampiri d’ogni risma nella loro opera di umiliazione e di sfruttamento della povera gente.
Ma per fortuna i comunisti non hanno mai mangiato i bambini… e per farci una risata, dico questo: non hanno (abbiamo) mangiato neanche quelli dei padroni!
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Grazie Riccardo. A Lidia piacerà molto questo tuo commento perché so che ci teneva molto a questo racconto e ci tiene molto anche ai tuoi giudizi. Anche a me ha fatto piacere.
Un abbraccio..
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La lettura di questi “gioielli” raggiunge il profondo e può aiutare a “cambiare” la vita… in meglio naturalmente!
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E’ vero sono molto belli e aiutano a riflettere. Ci insegnano che c’è un tempo anche per risollevarci e continuare a sperare.
Ciao quarchedundepegi, simpatico nick.
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L’amico è colui che sa ascoltare anche i tuoi silenzi e quando te ne vai, senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
Grazie Lidia. Un abbraccio di cuore.
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PS per Lidia: Fammi sapere se la mail ti è arrivata correttamente, a me risulta ok. 😉
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Carissima pesciolina, anche se virtuale, l’amicizia buona, quella che ci aiuta con le sue parole a sopportare ciò che la vita ci riserva, si distingue sempre e ci consola, ed è un aiuto per l’anima.
Grazie di cuore.
Ciao, un abbraccio.
P.S.
E a te, cara Lidia, un doppio abbraccio.
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Si grazie, con spera fate due tesori di amiche.
Ciao ad entrambe e grazie Lidia.
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E io chi sono? ihihihih
Ti ho vista su google, beneeeee
Baciobacio cara
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Carissima Annamaria, anche a me sei molto cara. Non dimentico che avevo da pochissimo aperto questo blog e sei stata la PRIMA persona che mi ha “linkato”. Un bacio anche a te.
P.S. Lidia ti ringrazia. Ciao.
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Lidia mi ha detto di aver scritto una poesia sull’amicizia, ma qual è? Giuro che non la trovo…
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Credo si tratti di quella intitolata “L’amico immaginario”, che Lidia ha voluto dedicare a tutti gli amici che ha trovato sul blog e che hanno letto le sue poesie.
Ciao Annamaria, un abbraccio.
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No non è l’amico immaginario ma è L’AMICO che il quinto pensiero a partire dall’inizio.
Scusa Annamaria ma spera ha ragione non può ricordarsi tutti i miei pensieri.
Sarebbe pretendere troppo da una persona meravigliosa qual’è.
Ciao ad entrambre un bacio e un abbraccio.
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E’ vero e mi scuso di non averla ricordata, anche perchè è abbastanza recente. Sono parole bellissime che osannano l’amicizia.
Ciao Lidia, un abbraccio
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Bellissimi i tuoi ultimi pensieri, cara Lidia, riflessioni di un’anima buona, gentile e generosa. Non mi sono sfuggiti, li stavo aspettando. 😉
Ti abbraccio forte.
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Quante sensazioni si possono trasmettere con poche parole ben dette. Malinconia, speranza, sogno, realtà e Lidia è bravissima nel farlo.
Ciao pesciolina, un abbraccio.
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Un caro saluto e un abbraccio Lidia
Nou
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Grazie Nou,anche a te io ti aggiungo un bacio.
A presto ciao.
Lidia.
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Ho ripreso a leggere le tue bellissime opere.
Il modo di esprimerti mi ricorda tanto una mia conterranea, premio Nobel, Grazia Deledda. Bravissima Lidia!
Un abbraccio.
(Approfitto per mandare un saluto a speradisole).
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Grazie Antonio, anche a nome di Lidia. Contraccambio di cuore.
Un abbraccio.
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Ciao Lidia!
Ti auguro Buone Feste
Nou
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Grazie Nou, anche da arte mia, ma già te li avevo lasciati nel tuo blog.
Complimenti nonna due.
Un abbraccio grande.
Lidia.
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Mi unisco ad entrambe con un grande abbraccio ed un ringraziamento per aver scelto il mio blog. Auguri di cuore di Buone Feste.
Ciao.
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La poesia Ho sognato è stupenda…davvero un sogno! baciobacio
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Ho mandato un email a Lidia ma non ho avuto ancora risposta…Speradisole sai come mai? E’ successo qualcosa? grazie ciao
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L’ultima volta che ha scritto un commento è stato il primo giorno dell’anno. Sono passati pochi giorni, forse è impegnata con la famiglia. Comunque le scrivo anch’io. Ciao e grazie.
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Carissime Lidia e Speradisole, vi lascio virtualmente un rametto di mimosa e una canzone dal titolo eloquente, con tanti, tantissimi auguri per la Festa della Donna.
Con affetto, un grandissimo abbraccio a entrambe. 😉
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E’ un pensiero gentile e molto gradito.
Grazie di cuore, contraccambiamo con altrettanto affetto.
Viva le donne e viva l’8 marzo, sempre.
Un abbraccio.
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carissima Gibran Lidia,
visitando il tuo spazio per rileggere i tuoi teneri pensieri ho approfittato del Blog che ti ospita per lasciare un mio commento ed un saluto all’amica Speradisole che ho conosciuto tramite i suoi preparatissimi commenti nel condominio di Zac.
A presto. Un abbraccio. robi
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Cara amica permettimi di approfittare di questo tuo spazio per mandare un saluto con un abbraccio forte forte a Lidia. Ho visto che mi ha cercata ma io non c’ero… Un baciobacio ad entrambe. ❤ ❤
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Come scrive qui sopra Riccardo, “Il primo film” vale una menzione speciale, anche perche’, oltre che essere scritto perfettamente, e’ un racconto, e io adoro i racconti brevi.
Sulle poesie, che lessi per la prima volta molto tempo fa’, non mi sento di aggiungere alcunche’, e il perche’ e’ cosi’ sintetizzato:
Un romanzo, un film, un’opera teatrale, mi indirizzano il pensiero verso un giudizio.
Una poesia, un quadro, uno spartito musicale, mi indirizzano il pensiero verso l’accettazione sine qua non.
Nello specifico, una poesia non va’ commentata, mai, o ti resta dentro o vola via come una foglia, in entrambi i casi merita di essere letta, in silenzio.
baci
Zac
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Anche per me le poesie sono dei lampi. Come i quadri, si osservano e si sentono nel cuore.
Ciao.
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Passo di qui per lasciare l’augurio di un Natale sereno a te, Lidia, a Spera e a tutti i lettori di questo blog. Che sia un Natale di pace per tutti. Baciobacio
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Grazie,
Anche a te auguri di un buon Natale e di un anno felice. Di gioia e felicità abbiamo bisogno, speriamo che l’anno nuovo ce ne porti almeno un po’.
Un abbraccio di cuore
Spera.
P.S. Carissima ti chiedo la cortesia, se credi, di farmi avere il tuo link per poterti raggiungere. Grazie.
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Ops scusami pensavo di averteli dati:
http://farfallaleggerafraledonne.wordpress.com/
http://moleskinedifarfallaleggera.wordpress.com/
Ancora buon Natale
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Bellissime!
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E’ vero.
E oltrettutto è una grande amica.
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