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LA DESTRA ODIA I SENATORI A VITA


LA DESTRA ODIA I SENATORI A VITA

“Che schifo i senatori a vita, sono la casta della casta” ha detto Matteo Salvini nel suo intervento in Senato.

Lo “schifo” di cui questo essere abominevole parla, è una straordinaria donna, Liliana Segre, che ieri ha compiuto oggi 89 anni, sopravvissuta all’Olocausto. A 14 anni è stata liberata dall’Armata rossa dall’orrore di Auschwitz e ha trascorso il resto della sua vita a offrire corpo e memoria alla pagina più tragica della storia dell’umanità. E che oggi, esprimendo la fiducia al governo, ci ha spiegato la differenza tra fare politica ed essere politica.

“A me hanno insegnato che chi salva una vita salva il mondo intero – ha detto – Ho temuto un inesorabile imbarbarimento della nostra società. Ora mi attendo che il nuovo esecutivo operi concretamente per la difesa della democrazia e dei principi di solidarietà nati dalla Resistenza.”

Qui siamo oltre il tollerabile, oltre la politica. Oltre l’orrore. Salvini non è neanche degno di nominarla una come Liliana Segre.

Ma non sono novità per la destra e anche per la lega, queste cattiverie gratuite contro i senatori vita.

Tra il 2006 e il 2007, la senatrice a vita Tita Levi Montalcini, era stata costantemente presa di mira dal centrodestra (Berlusconi e Lega) per il suo impegno in Senato a sostegno del governo Prodi.

Francesco Storace, leader della ex “La Destra”, che forse oggi si incarna in Fratelli d’Italia, offrì delle “stampelle” perché offendere l’impegno con cui la scienziata si recava e votava in Senato, era un modo di offendere la persona nella sua “vecchiaia”. Atrocità gratuita.

E il suo collaboratore, Fabio Sabbatani, aggiunse: “Abbiamo scartato mutandoni e pannoloni, meglio le stampelle”.

Ma se la presero anche con Ciampi e Napolitano.

Brutta gente quella che se la prende con coloro che, per una motivo o per un altro, si sono meritati un riconoscimento a vita per il loro impegno e il loro lavoro, fatto anche a onore del nostro paese.