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LA LEGGE FINI-GIOVANARDI ALLA CONSULTA


LA LEGGE FINI-GIOVANARDI ALLA CONSULTA

Cannabis_sativaFra pochissimi giorni la Legge Fini-Giovanardi sarà davanti alla Consulta, che dovrà pronunciarsi sulla sua eventuale incostituzionalità.

L’utilità e l’efficacia dell’uso terapeutico dei cannabinoidi è cosa nota e dimostrata e nuove norme si fanno strada a spallate. La Consulta deciderà se la Fini-Giovanardi non ha violato la normativa europea equiparando le pene tra droghe leggere e droghe pesanti.

Le due questioni: uso terapeutico e legittimità di alcune norme della legge Fini-Giovanardi,  sono strettamente legate, perché riguardano anche chi è stato messo in galera, dopo aver coltivato canapa indiana per curarsi.

Tra questi c’è il dottor Fabrizio Cinquini, un medico specializzato  in chirurgia vascolare, condannato, di recente, a sei anni dal tribunale di Lucca. La sua è una storia nota ma esemplare. La spiega lui stesso dalla piattaforma Change.org,  dove ha lanciato la petizione: «Mi chiamo Fabrizio e sono un medico. Ho iniziato a coltivare cannabis, per ricerche terapeutiche e per curarmi l’epatite C.  L’ho presa sul lavoro, era il 1997. Dovetti operare in emergenza, su un’ambulanza,  un paziente che aveva il virus».

Dopo diversi cicli di cure tradizionali Fabrizio Cinquini era diventato l’ombra di se stesso. E così iniziò a studiare cure alternative e soprattutto le proprietà terapeutiche della cannabis.

Funzionò. Iniziò l’uso sperimentale della terapia su se stesso. Questo fino a quando, lo scorso luglio, i carabinieri trovarono nel giardino della sua casa a Pietrasanta, 227 piantine di marijuana. Si era autodenunciato. Finì in carcere. Per mesi fece anche lo sciopero della fame e finì ricoverato nel manicomio giudiziario di Montelupo Fiorentino, tristemente noto alle cronache per le condizioni in cui versano i detenuti.

Poi gli furono concessi gli arresti domiciliari, ma a casa di sua madre, «così non ha un campo a disposizione per coltivare la canapa», parole testuali del giudice. Infine il 19 dicembre scorso è stato riconosciuto colpevole e condannato a sei anni e a 30.000 euro di multa. Oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Scrive Cinquini: «Normare la distinzione del trattamento sanzionatorio tra droghe leggere e droghe pesanti svuoterebbe le carceri e danneggerebbe seriamente la criminalità organizzata, in favore di un guadagno delle casse dello Stato»

La giurisprudenza sul tema, ha un atteggiamento ondivago. Però l’idea che si debba depenalizzare almeno l’uso personale e, soprattutto se terapeutico, si sta facendo strada.

E’ di pochi giorni fa la notizia che un bracciante agricolo di 57 anni, Cosimo Fonzetti,  sottoposto ai domiciliari perché trovato in possesso di 170 grammi di fiori di canapa, provenienti da una sua piantagione già sequestrata, è stato scarcerato, perché l’uso medicale è stato riconosciuto dal tribunale di Brindisi.

Diversamente è andata per un ragazzo di 25 anni, romano, Michele Russotto (il suo caso è stato sollevato dall’Espresso), che dopo anni di Valium, Seroquel, Tranquirit, seguito dalla Asl, ha deciso di provare la marijuana. E’ stato arrestato, il 5 gennaio sc orso,  condotto ai domiciliari. Ora rischia 20 anni di carcere, perché la legge Fini-Giovanardi, equiparando le droghe leggere a quelle pesanti per lo spaccio e la detenzione, non ammette la coltivazione in proprio.

Recentemente il senatore Luigi Manconi del Pd ha presentato un ddl che disciplina l’uso terapeutico della cannabis. Nel ddl è previsto anche che le persone giuridiche private siano tra i soggetti autorizzati alla coltivazione della cannabis in relazione alle esigenze terapeutiche proprie e dei propri congiunti.

Anche la Lega, il M5s e persino Formigoni si sono mossi nel senso descritto dal senatore Manconi.

Se la Consulta dovesse decidere per l’abrogazione della legge Fini-Giovanardi, ritornerebbe in vigore la legge Jervolino-Vassalli così come modificata dal referendum del 1993 che aveva depenalizzato il consumo.

(Tratto da l’Unità)

1620677_714225735275938_1514897238_nManifesto dei Giovani Democratici