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LE PAROLE CHE NASCONDONO LE FREGATURE


LE PAROLE CHE NASCONDONO LE FREGATURE

ilva-taranto2Cominciamo con la parola “privatizzazione”. Per un tempo infinito, e tuttora in auge, si è pensato che privatizzare fosse una cosa meravigliosa, che avremmo avuto solo benefici, che ci saremmo dimenticati delle spese per mantenere carrozzoni inutili.

Ebbene lo stiamo vedendo con l’Ilva di Taranto. Con la privatizzazione, abbiamo dato modo al privato di arricchirsi, di ingrossare se stesso a danno nostro e soprattutto della nostra salute. Il privato senza scrupoli non ha pensato che poteva avvelenare la gente, costava troppo mettere impianti che avrebbero garantito la salute della gente. Ed ora ci troviamo morti, città avvelenate e soldi da pagare. (http://www.lastampa.it/2012/11/28/cultura/domande-e-risposte/qual-e-la-storia-dell-ilva-xAgG7UE5ukR6YVACx9IjQP/pagina.html)

Lo stiamo vedendo con Alitalia, prossima al fallimento. Si è voluto sostenere da parte della destra in particolare, la grande cordata privata purchè italiana, che si è accollata tutti i benefici ed ha addossato a noi i debiti di quella compagnia, ebbene, ora sta fallendo. Potevamo incassare miliardi al tempo di Prodi se la si cedeva alla Francia. Attualmente l’Alitalia sta perdendo 630mila euro al giorno. Nel 2013 tornerà il tormento intorno alla compagnia di bandiera che oggi non vuole comprare neppure l’Air  France (azionista con 20%). Tra le ultime ipotesi quella di una fusione con le Ferrovie dello Stato, cioè in sostanza una nuova statalizzazione.  Si è fatto tutto questo giro per salvare l’italianità dell’Alitalia, privatizzandola, per rimetterci solo milioni e milioni di euro a carico di tutti noi. Inoltre, l’aeroporto della Malpensa che doveva diventare il più grande d’Europa, è ora un fantasma.

Fu chiaro a tutti che i monopoli sarebbero diventati società per azioni, pur restando monopoli. E aggiungiamo le parole di Camusso (Cgil) .«In tempi di crisi economiche ci vuole più pubblico e meno privato». E’ vero, quante cose si stanno risolvendo con l’intervento pubblico? Persino le banche!!!E allora perché la privatizzazione è considerata la panacea dei mali per il nostro paese?

Poi è stata la volta della parola “flessibilità”. Erano gli anni 90. E la popolazione italiana cominciò ad essere bombardata da questa parola, che destava perplessità. Ma c’erano molti esperti che dicevano che sarebbe stata la volta buona per far sì che il nostro paese diventasse più moderno. A partire dal ministro Treu del governo Prodi, la febbre della flessibilità ha contagiato tutti,  con il risultato di produrre oltre quaranta tipi contrattuali di paraschiavitù a tempo determinato. Il paese con la flessibilità avrebbe guadagnato efficienza e ricchezza. Abbiamo visto.

Ora la parola  flessibilità è diventata “flexsecurity”. Viene pronunciata all’inglese, così si aumenta la confusione, la gente capisce ancora meno, e modernizziamo il paese sulla base dell’incomprensione. Cosa vorrebbe dire? Flessibilità e sicurezza insieme? Due cose opposte che si coniugano piuttosto male. Sicurezza di che? Di essere precari a vita, questo è certo e assodato!

Questo è il progetto della riforma del lavoro secondo Pietro Ichino. E Monti ha sposato il progetto. «Per la riforma del lavoro, ci muoveremo con moderazione verso modelli che esistono con successo in Nord Europa a partire dalla Danimarca, che è la più celebrata in termini di flexsecurity (mix tra flessibilità e sicurezza), anche se non diventeremo necessariamente danesi”. Quindi, tutti a Copenhagen a studiare questo modello di successo.  (http://www.ilcambiamento.it/crisi/lavoro_governo_monti_importare_flexsecurity.html). Un tripudio!

Se gli italiani conservassero memoria storica di quello che succede ogni volta che si introducono parole “nuove” cosiddette “moderne” che fanno irruzione sulla scena politica e che vengono ossessivamente ripetute, ma mai spiegate o argomentate con serietà, saprebbero che la fregatura aleggia nell’aria.