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TANTO TEMPO FA IN UN PIANETA MOLTO LONTANO  …. Favola per il 1° maggio


TANTO TEMPO FA IN UN PIANETA MOLTO LONTANO  ….

…un imprenditore si accorse che la sua ditta costruita negli anni col sudore della fronte stava chiudendo in perdita.

Convocò il Gran Consiglio dei dirigenti e chiese come risolvere la situazione.

Dopo qualche mese di accese e ponderate discussioni, elaborazione di grafici, tabelle e slides alquanto spettacolari i dirigenti si presentarono alla riunione.

Il simposio durò svariate ore, ognuno di loro presentò a turno il proprio discorso accompagnando con bei discorsi, la presentazione multimediale che nel frattempo veniva proiettata sul maxischermo al plasma da 90 pollici che addobbava la parete del gran consiglio.

Al termine del conclave, la soluzione da loro proposta all’unanimità era di licenziare qualche decina di dipendenti per recuperare liquidità e poter ripartire in positivo per il successivo anno fiscale.

Le liquidità avrebbero permesso nuovi investimenti e aperto nuovi mercati, permettendo all’azienda di essere più aggressiva.

Il padrone ascoltò tutto con grande attenzione ed al termine pronunciò le seguenti parole:

-Grazie per il tempo che avete dedicato alla presentazione, realizzata come al solito col massimo della professionalità. Siete stati molto chiari e ho capito tutto, vi farò sapere.

Nel frattempo, per premiarvi di quanto avete fatto, vi regalo il prossimo weekend ai tropici: per favore, cercate di andarci tutti o mi offendo!-

 

Era giovedì e i dirigenti applaudirono tutti insieme già pregustando il paradiso tropicale che li attendeva.

Inutile dire che il venerdì si presentarono tutti in ufficio ed attesero trepidanti fino alle 18 per ricevere il biglietto aereo.

La partenza era alle 19, per cui dovettero tutti correre a casa per le valige, in modo da non perdere l’aereo.

Giunti finalmente alla meta, all’aeroporto trovarono ad attenderli la guida locale col tipico cartello di cartone che suscitò l’ilarità del gruppo accompagnata da risatine e commenti ironici.

La guida li fece gentilmente accomodare sul vecchio pullmino caricando le loro valige una per una senza battere ciglio e li accompagnò direttamente alla destinazione.

Al loro arrivo li fece gentilmente accomodare all’interno di una capanna in legno servendo loro il tradizionale cocktail di benvenuto.

Mentre si godevano la fresca bevanda a base di frutti tropicali, la guida scaricò le valige, sempre in silenzio.

Al termine, rientrò nella capanna depose una busta al centro del tavolo e se ne andò.

Il capo dei dirigenti chiese con aria superiore ad uno dei sui collaboratori di portargliela e poi aprirgliela.

Sulla busta c’era scritto: ”Togliete il telo dal cavalletto che vedete di fronte a voi”.

Il capo dei dirigenti ordinò ad un altro di togliere il telo che copriva quello che sembrava un cavalletto da pittore con una grossa tela.

Con grande stupore di tutti, il telo svelò un grosso pezzo di cartone sul quale era scritto:

“Grazie per esserci tutti. Dopo la riunione di giovedì, volevo ripagarvi per tutto quello che avete fatto nel tempo, per la mia azienda e per le volte che avete corso per portare a termine un progetto affidatovi rispettando le urgenze.

A proposito di urgenza, vi è piaciuto dover attendere venerdì fino all’ultimo momento? Ebbene, sappiate che è il giochetto che fate sempre coi miei dipendenti, quando sapete che ci sono delle commesse da consegnare: mi dicono che siete soliti tergiversare fino all’ultimo, per poi chiedere le “cose urgenti” e costringerli a saltare gli impegni familiari, per consegnare in tempo “altrimenti perdiamo il cliente”.

Nella vostra analisi dettagliata non vi siete accorti assolutamente di questo e di altri costi fissi di cui ve ne elenco alcuni:

1- carta igienica: dal consumo annuo sembra che ogni dipendente abbia tre culi. Vi posso assicurare che non è così, mi sono appostato una mattina all’ingresso per osservarli tutti da dietro e vi assicuro che nessuno di loro è dotato di più di un paio di chiappe. Faccio notare che non ho potuto osservare i vostri culi poiché quando il dovere mi ha chiamato “giù in produzione”, nessuno di voi era ancora arrivato al lavoro anche se avevate già dato disposizioni telefoniche al servizio di catering per il buffet della riunione delle 15:00

2- cancelleria: verificando che fornite ad ogni dipendente una penna al mese, ho dedotto che i documenti siano ancora scritti a mano. Ho verificato anche questa possibilità, ma non è così, vi assicuro che vengono regolarmente stampati in bianco e nero con le stampanti laser a colori che mi avete convinto ad acquistare.

3-Toner: vedi punto 2, se stampiamo documenti in bianco e nero, com’è possibile che consumiamo così tanti toner colorati?

4- stampanti: abbiamo realizzato una rete aziendale per poter condividere stampanti in rete. Com’è possibile che il numero delle stampanti acquistate corrisponda al numero dei dipendenti? Per favore spiegatemi dove sono perché io non ne ho viste così tante, probabilmente esiste un reparto di “stampa intensiva” di cui io non conosco l’ubicazione. Ciò giustificherebbe anche l’elevato acquisto di carta e pc sia portatili che fissi sempre di ultima generazione. Ho calcolato che viene acquistato un pc ogni sei mesi per i dirigenti ed uno ogni anno per i dipendenti, ma dopo aver consultato un ingegnere con master in informatica, mi sono reso conto che per una ditta come la nostra in cui i pc servono solo stilare documenti, generare fogli di lavoro e per leggere la posta, sarebbero state sufficienti macchine anche più vecchie. Sempre l’ingegnere mi ha detto che il ritmo degli acquisti per stare “al passo coi tempi” è superiore a quello delle software house. Ho costituito una commissione di inchiesta per investigare sulle possibili cause.

Per concludere la fase sulle spese, vogliate prestare attenzione al fatto che per comunicare efficacemente non è necessario un maxischerma, ma sono sufficienti un cartone come questo ed un pennarello indelebile.

Per quanto riguarda le vostre auto aziendali, non preoccupatevi, ho già provveduto a ritirarle personalmente dal parcheggio dell’aeroporto e a chiudere i contratti di noleggio. Col primo mese di risparmio pagherò una gita in pullman ai dipendenti.

 

Per dimostrarvi che non siete fisionomisti, vi dico che “quello che vi ha portato le valige e accompagnati lì” è da anni un dipendente della nostra azienda, ma chiaramente voi non l’avete nemmeno riconosciuto: è uno di quelli che volevate licenziare perché svolge un servizio che volevate trasformare da costo fisso a costo variabile terziarizzando il servizio e facendolo assumere da una società esterna per poterli meglio sfruttare e fargli svolgere un lavoro “a chiamata”. Ci credete se vi dico che non ha voluto essere pagato per accompagnarvi dall’aeroporto a dove vi trovate ora?

Ricordate che quando parlate di “risorse umane” parlate comunque di persone che hanno bisogno di uno stipendio fisso e di una situazione stabile per poter mantenere la famiglia.

Riguardo poi al vostro discorso di licenziare tutte quelle persone, sono contrario per due motivi: uno economico e uno sentimentale.

Quello economico è rappresentato dallo stipendio: ho promosso e messo al vostro posto persone fidate che lavorano con me da anni, comprando loro delle Fiat Funto al posto delle vostre Merxetez e BeeEmWoo (NDR. le case automobilistiche di quella galassia di tanto tempo fa). In ogni caso se non funzionano (ma non credo) li posso sempre retrocedere e provarci con altri dipendenti, come si faceva una volta, quando si assumevano persone con un titolo di studio per tenerle qualche anno in reparti operativi per por farle “salire” negli uffici. A proposito, con uno dei vostri stipendi, ne pago dai cinque ai dieci dei loro.

La ragione sentimentale per cui non mi va di licenziare troppa gente è che trasformerei molti miei compaesani in pendolari: sarebbero costretti a cercare lavoro altrove e muoversi in automobile, inquinando. Vi ricordo che la maggior parte di loro arriva in ufficio in bicicletta.

Questo fa sì che il panettiere davanti a casa mia possa continuare a tenere aperto il negozio e diffondere il profumo di pane ma soprattutto l’aroma della focaccia alle cipolle di cui faccio man bassa di nascosto da mia moglie, dai miei figli e soprattutto dal medico … ma voi non riuscireste mai a capire questi piccoli piaceri della vita. Oltretutto il panettiere è stato mio compagno di banco alle elementari e abbiamo diviso compiti cibo e fame.

Concludo dicendovi che ho l’immenso piacere di comunicarvi che il vostro soggiorno qui durerà più a lungo del previsto, infatti vi ho comprato un biglietto di sola andata. Sono sicuro che nessuno di voi l’ha notato, dato che non vi soffermate mai ad analizzare gli argomenti ma date quasi tutto per scontato.

Sapevo che voi non badate mai ai particolari, delegate sempre le soluzioni agli operativi senza tener conto degli eventuali costi supplementari, chiamati costo variabili. Quello che interessa a voi è il costo fisso. Ora preparatevi a sostenere un costo variabile (leggasi biglietto di ritorno) supplementare che ha permesso di ridurre il costo fisso preventivato (leggasi biglietto di sola andata).

Forse per la prima volta nella vostra vita vi ritroverete a dover risolvere direttamente un problema.

Vi prego di osservare che non siete in un villaggio turistico (anche questo lo davate per scontato) ma in una capanna a 30 km dall’aeroporto che potrete raggiungere solo a piedi con le vostre belle valige a seguito.

All’arrivo all’aeroporto dovrete acquistare il biglietto in contanti, poiché ho annullato le vostre carte di credito: io vi ho avvisati tramite mail inviate alle 19:00 di venerdì di passare a ritirare quelle nuove ma presumo che nessuno di voi l’abbia fatto.

Stesso discorso vale per le sim telefoniche aziendali, quindi penso che siate impossibilitati ad usare mail internet etc.

Quando arrivate all’aeroporto siate cortesi col personale: è gente che lavora e svolge un servizio, quindi non ne ha nessuna colpa per la situazione in cui vi trovate e soprattutto non è obbligata ad aiutarvi, anche se sono sicuro che lo farà senza battere ciglio.

 

Se qualcuno di voi pensa di farmi causa, sappiate che io non ho messo niente per iscritto ed ho usato le vostre carte di credito aziendali per acquistare i biglietti, quindi non riuscirete a dimostrare niente.

Chiaramente sarete tutti licenziati per giusta causa, dato che lunedì vi sarà impossibile presentarvi e io vi avrò chiesto di presentarmi dei report urgenti. In ogni caso ho già consultato un avvocato per potervi fare causa e chiedere i danni relativi al vostro mancato impegno. Probabilmente ci ripenserò se deciderete di lavorare sotto la supervisione dei capireparto, cominciando dall’ultimo livello.

Detto questo mi auguro di non rivedervi più … “

Dopo qualche anno l’azienda si riprese ed era più florida che mai. Ancora oggi è un caso emblematico di studio che tutte le università di “molto lontano” non riescono a spiegarsi … o probabilmente non vogliono perché la spiegazione scuoterebbe le fondamenta stesse della loro economia e dei loro insegnamenti teorici.

Chiaramente qualsiasi riferimento a persone, cose o fatti realmente accaduti è puramente casuale ed involontario.

 

GOVERNARE E’ COSA SERIA, NON E’ TV E NON E’ DRIVE IN


GOVERNARE E’ COSA SERIA, NON E’ TV E NON E’ DRIVE IN 

Sono passati 10 anni dal 2001, quando all’Assise degli industriali di Parma, gli industriali stessi si spellavano le mani per applaudire Berlusconi, il quale tra barzellette, ammiccatine d’occhio e risate, si godeva il trionfo elettorale.

La signora Marcegaglia solo tre anni fa non era da meno! (video), mentre adesso afferma: “Siamo stufi di essere lo zimbello internazionale quando portiamo le nostre merci all’estero” e invita il governo ad “andare a casa, non ho paura a dirlo”. Ci chiediamo è la stessa Marcegaglia? La stessa che difendeva a spada tratta l’italianità della cordata dell’Alitalia?

Sono passati 10 anni da quando Tremonti correva da Billè, presidente della Confcommercio e tra risate ed ammiccamenti, sorrisi e compiacimenti, lo definiva “il mio azionista di riferimento”.

Che cosa è rimasto di tutto questo, che cosa si è fatto in questi anni, tutti o quasi col governo Berlusconi? Non c’è stata nessuna rivoluzione liberale, nessuna riforma di mercato. Niente liberalizzazioni, nessuna modernizzazione istituzionale, zero riforme fiscali.

Con Berlusconi ha trionfato la rendita parassitaria, hanno fatto festa i gangster dell’evasione e dei capitali all’estero, hanno goduto i furbi, hanno vinto i miliardari, quel 10% di famiglie che possiede metà della ricchezza nazionale.

Ma gli industriali? Perché si sentono traditi?

C’è da dire che Berlusconi ha buttato a mare enormi possibilità date anche da una maggioranza schiacciante in parlamento, ha buttato a mare un enorme consenso senza remore, di gente che si è totalmente fidata di “un imprenditore” come loro.

E questo forse è stato l’enorme errore degli italiani, dare la fiducia ad un imprenditore. Sembrava la soluzione di tutti i problemi mettere al governo un imprenditore di successo (padrone di tv), invece si è rivelato la più grande baggianata del secolo.

Infatti l’imprenditore  di successo si è sentito onnipotente, non ha resistito a credersi onnipotente ed ha creduto e forse crede ancora di essere il sogno degli italiani, ma ha ceduto e mostrato la sua vera natura, cominciata con “Drive In” e finita coerentemente con le escort in parlamento.