IL DOLORE – L’OSPEDALE


IL DOLORE – L’OSPEDALE

Pur conoscendo bene certi ambienti, trovarsi dalla parte del dolore e della malattia, in ospedale, fa una bella differenza. Basta poco perché si diventi un numero, magari col nome personale sotto, ma pur sempre un corpo sofferente. La sofferenza isola, distoglie dalla realtà, obbliga la mente ad un unico pensiero.

Si possono avere attorno molti medici, bravi, competenti, comprensivi, tutto quello che si vuole. Ma su quel letto c’è il tuo corpo che soffre. So che il dolore va combattuto con forza, ma l’umana paura mi ha resa improvvisamente fragile.

19 Risposte

  1. Mi dispiace, ma ora come stai? Il tuo Blog improvvisamente silente, senza spiegazioni, aveva indotto preoccupazioni in molti, risentirti ora è un vero piacere. Un augurio sincero che ti ristabilisca presto, un bacione ed un abbraccio. Ciao Sole

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    1. E’ stata un po’ una sorpresa anche per me. Ma ora sono qui di nuovo. Non è finita perché dovrò affrontare un’operazione chirurgica, ma intanto non ho più dolore.
      Ciao Raffaele, grazie e un abbraccio.

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  2. Bentornata! Proprio oggi la giornata dedicata alla donna ed alle sue sofferenze a causa delle violenze. (Spero non sia la causa del tuo momentaneo allontanamento dal blog). Ancora ben tornata! Mi sento meglio.
    Ciao e buona domenica.

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    1. E’ vero, oggi è la giornata dedicata alle sofferenze delle donne, ben più sfortunate di me.
      La loro sofferenza e la loro morte è stata provocata, quasi sempre, da chi stava loro vicino. La mia è una semplice malattia che richiede pazienza ed attenzione ma nulla di incurabile.
      Ciao antonio, un abbraccio

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  3. Oggi un bel Raggio di Sole ci stava proprio!
    Auguri di pronta guarigione-
    Un forte abbraccio
    e

    PS: Speriamo che un raggio di sole illumini anche coloro che oggi vanno a votare e specialmente certe figure violente nei confronti delle Donne, dei fanciulli e dei più deboli, figure che di umano non hanno nulla, solo “machismo” insano ed ignoranza.

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    1. Grazie Sileno, ci vorrà pazienza, tempo, ed un altro ricovero, ma non ho cose complicate.
      Non so se basta una giornata per far cambiare atteggiamento nei confronti delle donne. Finché esse sono percepite come una proprietà, chi si ritiene padrone di questa proprietà, ritiene anche di poterne fare quello che vuole, persino toglierle la vita.
      Ciao Sileno, un abbraccio

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  4. La paura del dolore fa parte della nostra condizione umana, si può fingere di non averne ma c’è.
    Personalmente ho dovuto affrontare momenti difficili che temevo di non riuscire a superare, cerchi di farti coraggio ma il dolore e lo sconforto prendono il sopravvento.
    Credo che sia una conseguenza normale se vissuti in un letto d’ospedale.
    L’unica volta che ho sofferto con gioia e senza paure è stata nel dare alla luce mio figlio.
    Io non so cosa ti sia accaduto, ma finché siamo qui e possiamo parlarne, significa che non tutto è perduto.
    Sono felicissima di risentirti, ti abbraccio fortissimo.
    Ti vogliamo bene!

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    1. Tante volte ho sentito dire “io sono uno(o una) che sopporta il dolore”. Ho scoperto invece che col dolore addosso si è molto fragili. Soprattutto si è isolati, è l’unico pensiero fisso: si ascolta il dolore quasi per esorcizzarlo. Ma resta. Io il dolore lo sento e non mi va di sopportarlo.
      Nulla di particolare pesciolina e rimediabile. Come dicevo col tempo e con un altro ricovero, già programmato, ma molto avanti, perché la lista d’attesa è lunga ed io non sono in pericolo di vita.
      Ciao carissima, un abbraccio.
      P.S. Grazie davvero della solidarietà, anche così si sta un po’ meglio.

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  5. Ciao, Speradisole, auguri di pronta guarigione anche da parte mia.
    Grazie per esser tornata sul blog a farci avere tue notizie.
    Un abbraccio

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    1. Carissimo, grazie di cuore davvero. Ero incerta se pubblicare qualcosa di così personale perchè sono restia a parlare di me. Ma il silenzio a volte è peggio.
      Un grande abbraccio.

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      1. Anche io tendo a evitare certi argomenti, ma spesso parlandone non può che uscirne fuori del bene.

        Ciao!

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  6. FINALMENTE,non ti nascondo che ero preoccupatissima non era da te lasciare il blog senza avvertire. Oggi ero assente,puoi immaginare la mia felicità appena ho acceso il PC. Per quanto riguarda il dolore,purtroppo è una cosa che ti annienta e ti rende inerme,sei sola anche se ci stanno vicino.
    Ciao speradisole un abbraccione,BENTORNATA Lidia.

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    1. Immagino la tua preoccupazione, ma proprio non sono stata in condizione di dire niente. Il tutto è stato improvviso, non me l’aspettavo. Ma ora sono qui, finalmente anche per me. E adesso va meglio. Molto più fragile, molto più umana e sicuramente molto più cosciente di quanto possono soffrire le persone ammalate.
      Grazie Lidia
      Un grande abbraccio.

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  7. Anche a me erano mancati i tuoi posts, sono contento del tuo ritorno e in bocca al lupo (se si dice così in questi casi).
    Ho visto in questi giorni la fragilità di cui parli negli occhi di una mia zia mentre era in ospedale. Difronte a forze maggiori si è naturalmente più deboli e forse questa fragilità ci aiuterà ad accettare la realtà ed a superare il momento. Un abbraccio

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    1. Ciao carissimo Luigi. Grazie. E’ vero, la paura e la fragilità traspare negli occhi di chi soffre. Ma ora, almeno per me, c’è una pausa in tutto questo.
      Mi dispiace moltissimo di non essere potuta andare al seggio, dovevo fare la scrutatrice. Sono sempre stata al seggio per le primarie fin dai primi tempi e l’affluenza della gente era un segno di grande gioia e partecipazione che mi faceva felice, convinta come sono che anche attraverso la partecipazione in prima persona si possa fare qualcosa di buono.
      Ora sto ascoltando i vari commenti televisivi. Su Rainews c’è un Corradino Mineo gasatissimo. E’ un piacere ascoltarlo.
      Grazie ancora Luigi e un grande abbraccio

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  8. Cara Speradisole, sono molto felice che tu sia tornata e sapere che presto risolverai il problema di salute che si è presentato improvvisamente.
    Soffrire e sottoporsi a cure, anche se per il proprio bene, può risultare snaturante quasi una violenza all’integrità della persona.
    E’ in seguito ad una serie di ricoveri (cinque) superati bene per fortuna che ho scritto la seguente riflessione:

    “Se mi si chiedesse cosa sia la vita, risponderei che la vita è tirarsi su dal letto con le proprie forze dopo una malattia. Riuscire a fare un passo dopo l’altro sentendo la risposta delle membra. Avvicinarsi piano piano alla moka che gorgoglia sul fornello e versarsi in autonomia una tazzina di quel caffè. Scaldarsi le mani col tepore della tazza fumante e ringraziare la vita e chi l’ha generata così fragile e potente allo stesso momento. Nella fragilità l’esserci si esprime predominante. Nella fragilità si percepisce la potenza dell’esistenza sull’ identità affievolita.”

    Un abbraccio affettuoso

    Nou

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    1. Nou carissima, hai saputo esprimere molto bene l’idea quasi di rinascita che si prova quando ci si può tirar su dal letto con le proprie forze. Sono parole bellissime che solo un’anima dolce e poetica come la tua poteva esprimere.
      Grazie.
      Cinque ricoveri sono tanti, per fortuna superati, ma sono tanti davvero. Il bello è che sei qui con noi.
      Un grande abbraccio, ciao.

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  9. Ciao Spera, dopo molto tempo mi riaffaccio al tuo blog…ti sei ingrandita, è molto bello, complimenti. Ma in realtà ti scrivo perchè mi ha colpito questo tuo messaggio. Mi spice moltissimo che sia stata male, la malattia è sempre un momento difficile, critico, della nostra esistenza, ci mette continuamente in discussione e ci accompagna nostro malgrado. Dolore a parte, il fatto che l’abbia eliminato è già una gran cosa, la malattia, paradossalmente è o può essere anche un momento di arricchimento, purtroppo bisogna saperla accettare perchè non possiamo fare altrimenti. Dobbiamo però imparare a conviverci portando la nostra attenzione su tutto ciò che di positivo ci capita nella giornata, da un “raggio di sole” a un “fiore di pesco”, da un gelato a un sorriso. Insomma, è la filosofia del carpe diem e del bicchiere mezzo pieno.
    Spero che ormai sia tornata in salute e sia comunque più serena.
    Un sincero carissimo e fortissimo abbraccio e mille Auguri per tutto ciò che di meglio desideri.

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    1. Sono contenta che ti piaccia la mia nuova faccia, il blog messo così piace di più anche a me perchè è più chiaro e visibile, inoltre è più semplice commentare.
      Ho passato un momento critico, è vero, e ho provato la grande fragilità della malattia. Ma ora sto bene, non ho più dolore ed aspetto che mi chiamino per una irrinunciabile operazione chirurgica.
      Ma aspetterò con pazienza e con fiducia.
      Ti ringrazio moltissimo di esserti fatto vivo e ti ricordo con tanta nostalgia perché sei la prima persona in assoluto, che al tempo delle nostre battaglie sul forum, hai commentato il mio primo timido approccio a quel mondo. Non mi sembrava vero di poter destare simpatie o apprezzamenti in altri. Allora ero “rosapesco” e ogni tanto torno a guardare quei forum, ma non trovo più le firme interessanti di allora.
      Grazie per la visita, ed un abbraccio forte giunga a te e alla tua amata terra.
      Ciao.

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