LE TRIVELLE IRLANDESI


LE TRIVELLE IRLANDESI

Al ministero dello sviluppo economico c’è chi firma permessi o almeno li ha firmati. E così abbiamo le trivelle petrolifere sotto casa.

E’ successo in Sicilia, almeno una concessione ha avuto il via libera e sta scavando con le sue trivelle.

Gli amministratori locali, l’hanno appreso dai giornali!!!

Le richieste pervenute al ministero sarebbero già più di 20. La Sicilia è terra prelibata per le compagnie petrolifere di canadesi, irlandesi, yemeniti, inglesi, texani, nonchè di Eni. Ci si era allarmati per le trivellazioni della BP in Libia, ma ora il rischio è persino peggiore. 

Ignazio Passalacqua è un consigliere provinciale a Trapani.  In una bella domenica di aprile, va a prendere il caffè nel solito bar di Marsala, dove vive ed intanto che aspetta, sfoglia il “Giornale di Sicilia”.

E trova un annuncio piccolo piccolo con la notizia che la ditta San Leon Energy aveva ottenuto, dal governo italiano, i permessi per effettuare ricerche petrolifere e di sostanze gassose, a un chilometro dalla costa trapanese. La provincia di Trapani aveva 60 giorni di tempo, per fare le sue osservazioni.

La provincia lancia l’allarme: comincia una raccolta di firme, si presentano mozioni.

Il ministro Prestigiacomo,  dell’Ambiente, ci mette una pezzuolina che è una miseria, giusto per fare qualcosa, e dice “a 5 miglia dalla costa e a 12 per le zone di riserva naturale”.  Anche Granata, il finiano doc, non la prende bene e dice che quello che la Prestigiacomo propone è proprio poco.  Negli Usa, per esempio, il  limite è ben oltre le 5 miglia.

Ma la cosa si aggrava, perché la questione è come un iceberg, si vede solo la punta. Da Trapani a Capo Passero, tutta la costa sud siciliana, si è scoperto che è tutta assediata dall’interesse di piccole e grandi compagnie petrolifere. Così,  oltre a trovarci le trivellazioni della BP a pochi chilometri da Lampedusa, ci si trova una costa intera assediata.

Per l’esattezza la compagnia San Leon Energy, che vanta un capitale sociale di 20.000 (ventimila) euro,  è una compagnia irlandese che annuncia di essere autorizzata  dal Ministero, con un documento intestato al responsabile affissioni del Comune di Sciacca, cioè all’usciere,  e che presenta uno studio di 36 pagine in cui gli errori (il porto di Ancona sarebbe collocato in Sicilia) hanno i tratti del copia incolla.

Vicenda curiosa, subito denunciata alla Procura del Comune ragusano.

Le società che hanno fatto richiesta per le trivellazioni in Sicilia hanno chiesto di non essere sottoposte a verifiche ambientali (sostanzialmente vogliono fare come pare a loro, non vogliono controlli).

La Regione siciliana, tuttavia, anche se non può fa nulla contro queste istanze, perché sono di competenza del governo nazionale, ha approvato una mozione di vincolo totale, perché molte di queste trivellazioni sono previste a pochissimi chilometri da riserve naturali.

 In ogni modo, anche se impotente, la Regione annuncia battaglia.  Roberto di Mauro assessore al territorio e all’ambiente della regione Sicilia ha riunito i sindaci e ha dato vita a un comitato. Inoltre i soldi delle licenze non andranno a favore della Sicilia, ma a Roma, altro che federalismo! (fonte: l’Unità)

7 Risposte

  1. Continuimo a farci del male,prima o poi la natura ci chiederà il conto,è sarà salato in vite umane.La sete di denaro,non ha più controllo,ci rovineranno anche il Mediterraneo come hanno fatto nelle coste del Mexsico.Che schifo.Senza considerare le riserve naturali le quali dovrebbero essere tutelate per preservare almeno una certa specie di fauna.Ma la ministra Prestigiacomo non è siciliana?Ma che amore per la sua terra,arischifo.
    Ti ricordi la poesia di Leopardi,
    O natura natura perchè non ti prendi il nano e te porti via.
    Ciao speradisole,sei sempre più forte un bacio Lidia.

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    1. Viene rilasciata una concessione per trivellazioni petrolifere su un territorio e chi amministra quel territorio lo viene a sapere dal giornale e da un avviso mandato all’usciere. E’ il colmo!
      La licenza è stata data ad una società con un capitale con quale non si compra neppure una piccola “panda fiat”, senza che sappia niente dell’Italia, visto che il documento presentato dice che Ancona si trova in Sicilia.
      Ma se succede un disatro, chi paga gli eventuali danni ambientali?
      Dobbiamo chiederci chi è che firma a Roma delle concessioni per trivellare un territorio così prezioso come quello siciliano, senza un minimo di garanzia.
      Con documenti pieni di errori e non si avvisano neppure gli amministratori interessati.
      Altro che federalismo, qui siamo alla conquista del farwest.
      E’ desolante Lidia leggere certe cose, tutte sotto silenzio.
      La Prestigiacomo avrebbe dovuto andare lì e vedere come stanno le cose e non limitarsi a scrivere una letterina.
      Ciao Lidia, a presto
      P.S. Grazie dei complimenti, sai che li accetto sempre con piacere.

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  2. A un’altra cosa ma perchè i canadesi gli irlandesi yemeniti inglesi,pure texsani vengono in casa nostra a rompere i coglioni,compreso l’eni perchè non trivellano nel loro mare,a dimenticavo noi siamo gli imbecilli di turno.
    Ciao spera una belva è più docile di me quando sento queste cose,che terra lasceremo ai posteri?
    Lidia.

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    1. Forse perchè da noi costa meno e ci vengono con pochi soldi. Rovinare la terra altrui non gli fa nè caldo nè freddo. Basta estrarre petrolio e guadagnarci sopra.
      E poi la Sicilia è anche bella, vuoi mettere con le terre texane o irlandesi?.
      Ciao Lidia, tra un po ci venderanno anche l’Etna, così qualcuno potrà farsi il riscaldamento invernale.
      Non so più che dico, ma sono arrabbiata anch’io perchè mi sembra che si facciano cose importanti con una superficialità incredibile.
      Ciao Lidia, a presto.

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  3. Scusa speradisole, una comunicazione di servizio (come viene chiamata in gergo) il computer mi avvisa che questa pagina: “ha alcuni contenuti non sicuri”. Perché?
    Ciao e scusa.

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    1. A volte succede che il computer dica così, ma non succede niente.
      L’articolo che ho scritto non è neppure stato completamente tratto dall’Unità, ma il quotidiano ne è solo la fonte, come ho citato nel post, il testo è stato scritto da me.
      Inoltre il mio computer è dotato di un fortissimo antivirus (che a volte fa arrabbiare anche me perchè rallenta le operazioni) che protegge tutti i miei post,
      e quindi anche chi accede ai miei scritti.
      Ciao Antonio, sta tranquillo.
      Un abbraccio.

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